Partita Iva: rischi una grossa multa adesso se non sei in regola con questo documento

Chi ha la partita Iva dovrebbe essere in regola con un documento, in caso contrario si può subire una multa salatissima.

Avere la partita IVA può avere i suoi vantaggi, a partire dalla necessità di essere più liberi a livello di orari e giorni in cui si lavora, anche se spesso si può finire a fare anche più del previsto, oberati dalla necessità di essere in regola con i conti. Non si tratta di una situazione, come molti pensano, che riguarda esclusivamente i grandi imprenditori, ma anche chi ha un’azienda di piccole dimensioni o persone che si mettono in proprio magari perché ha chiuso la realtà dove erano dipendenti.

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Essere libero professionista comporta diversi obblighi – Foto: Arabonormannaunesco.it

In casi simili i controlli possono essere rigorosi, soprattutto perché è necessario verificare se si sia in regola con il pagamento di contributi e tasse. Non esserlo, a volte anche a causa di un errore non voluto, fa scattare sanzioni che possono rivelarsi davvero pesanti.

Occhio a non sbagliare i documenti se hai la Partita Iva

Chi ha la Partita Iva dovrebbe farsi assistere da un commercialista di fiducia, così da ricevere tutta la consulenza necessaria e capire se si è in regola. A volte però si può trovare un lavoro da dipendente e accettarlo, consapevoli di come questo garantisca di avere i contributi e le ferie pagate, cosa che non è evidentemente possibile per i liberi professionisti.

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Occhio a non incorrere in un accertamento dell’Agenzia delle Entrate – Foto: ANSA – Arabonormannaunesco.it

Qualora questo dovesse accadere, si corre però il rischio di diventare una Partita Iva inattiva, situazione che sarebbe bene evitare. Con questo termine si definiscono quelle situazioni in cui la Partita Iva non viene utilizzata per tre anni, periodo in cui non si emette alcuna fattura. Questo vale anche quando il titolare non presenta per tre anni la dichiarazione annuale Iva o quando ha cessato l’attività economica, ma non abbia effettuato la comunicazione di rito all’Agenzia delle Entrate.

Se l’ente dovesse rendersi conto di una situazione simile, non potrà che inviare opportuna comunicazione all’intestatario, segnalando l’inattività e chiedendone la conferma. In mancanza di risposte, sarà l’Agenzia a chiudere il regime. A questo potrebbe affiancarsi anche un avviso di accertamento, così da verificare se siano state pagate le imposte in quell’arco di tempo. Se ci fossero dei debiti, l’AdE può procedere con l’iscrizione a ruolo e l’esecuzione forzata per il recupero del credito.

Chi ha fatturati bassi o vicini allo zero può anche tenere la Partita Iva aperta, come accade ad esempio a chi ha da poco avviato un’attività e non ha ancora guadagni elevati. In caso di inattività della partita iva l’Agenzia delle entrate può procedere con il recupero dei crediti, oltre a essere cancellata dai registri delle Partite Iva, cosa che impedisce di svolgere le varie attività. Qualora si fosse segnalati alla Centrale dei Rischi, può diventare difficile ottenere prestiti e finanziamenti. Non solo, se dovessero emergere violazioni fiscali, si può andare incontro ad azioni amministrative o penali.

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