Paolo Ruffilli, autore e poeta di spicco nel panorama letterario italiano, torna sulla scena con un’opera che rappresenta un vero e proprio omaggio al genio di Fernando Pessoa. Il suo romanzo, “Fuochi di Lisbona”, pubblicato da Passigli Editori, si presenta come una profonda riflessione sull’esistenza, sull’amore e sulla scrittura, ambientato nella città che ha dato i natali a uno dei più grandi poeti del Novecento.
La scelta di Lisbona come sfondo non è casuale. La città, descritta da Ruffilli come “quel terrazzo sull’orlo dell’abisso”, diventa un simbolo della vita stessa, un luogo dove la bellezza e il vuoto si intrecciano in un gioco di luci e ombre. Il protagonista del romanzo partecipa a un convegno su Pessoa, un incontro che segna l’inizio di un nuovo capitolo della sua vita. Qui, incontra Vita, una donna il cui nome non è affatto casuale, ma carico di significato. La loro storia d’amore si sviluppa in un contesto che riflette le passioni e le inquietudini del grande poeta portoghese, rendendo il romanzo un dialogo tra il presente e il passato.
Ruffilli non si limita a narrare una storia d’amore; egli intreccia la trama con citazioni di Pessoa e lettere indirizzate a Ophélia Soares Queiroz, l’amore di Pessoa. Questo espediente narrativo non solo arricchisce il testo di riferimenti letterari, ma crea anche un ponte tra le esperienze del protagonista e quelle del poeta, dando vita a un racconto che esplora la natura dell’amore, del desiderio e della ricerca di significato. Le parole di Pessoa, così potenti e evocative, risuonano attraverso le pagine, trasformando il romanzo in un’esperienza immersiva.
L’uso della prima persona è una scelta stilistica che Ruffilli adotta con grande maestria. Attraverso la voce del protagonista, il lettore è invitato a vivere le emozioni e le riflessioni di un uomo che si confronta con i propri sentimenti e con la complessità dell’esistenza. Ogni citazione di Pessoa diventa un momento di introspezione, un dialogo interiore che trascende il tempo e lo spazio, creando una connessione profonda tra i due personaggi e permettendo al lettore di riflettere su temi universali.
La scrittura di Ruffilli è caratterizzata da un linguaggio poetico e evocativo, capace di catturare l’essenza di Lisbona e il calore del sole che la illumina. L’autore descrive la città come un “vastissimo specchio ustorio”, un luogo dove la luce diventa protagonista, capace di riempire ogni interstizio e di cancellare il vuoto. Con queste immagini, Ruffilli non solo racconta un viaggio fisico, ma invita il lettore a esplorare anche un viaggio interiore, un percorso di crescita e scoperta.
Un aspetto interessante del romanzo è la sua struttura circolare, che culmina in una nota di lettura scritta da Antonio Tabucchi, figura chiave nella traduzione e nell’interpretazione dell’opera di Pessoa. Tabucchi, scomparso nel 2012, ha lasciato un’eredità letteraria significativa e la sua presenza nel romanzo di Ruffilli risulta particolarmente commovente. La nota, che si colloca oltre l’ultimo capitolo, sottolinea il tema dell’amore e della passione, elementi centrali non solo nel romanzo di Ruffilli, ma anche nell’opera di Pessoa.
“Fuochi di Lisbona” si presenta quindi come un’opera che trascende i confini del romanzo tradizionale. È un viaggio nella vita e nell’anima di un poeta, una riflessione sull’amore in tutte le sue sfumature e un invito a esplorare le profondità del nostro essere. Ruffilli riesce a rendere attuale il messaggio di Pessoa, dando voce a una generazione di lettori in cerca di significato e connessione. La magia di Lisbona e la potenza della parola poetica si fondono, creando un’esperienza che rimane impressa nella mente e nel cuore di chi legge.
In un’epoca in cui la narrativa spesso si concentra su trame veloci e superficialità, l’opera di Ruffilli si distingue per la sua profondità e la sua ricerca di un tempo giusto, di un momento perfetto in cui l’amore e la scrittura si intrecciano. “Fuochi di Lisbona” non è solo un romanzo, ma un atto d’amore nei confronti della letteratura e della vita stessa, un invito a riflettere su ciò che significa essere umani in un mondo complesso e sfaccettato.
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