Di cosa tratta il documentario che dà luce ad uno degli eventi religiosi che animano di più le vie del capoluogo siciliano
Il Festino di Santa Rosalia rappresenta un evento di grande importanza e significato per la città di Palermo e per i palermitani sparsi nel mondo. Tuttavia, l’anno 2020 segna una pausa straordinaria nella celebrazione a causa delle restrizioni legate all’emergenza da Covid-19, dando vita a un “Festino che non c’è”.
In questo contesto di limitazioni fisiche e sociali, la comunità palermitana ha trovato modi creativi per mantenere viva l’essenza della festa attraverso l’iniziativa “Palermo sospesa – c’è il Festino che non c’è”. Si tratta di un film ideato, scritto e diretto da Costanza Quatriglio, con produzione esecutiva a cura del Centro Sperimentale di Cinematografia – sede Sicilia. Il documentario è stato trasmessa il 14 luglio su Tv2000
La Festa di Santa Rosalia: cos’è
La Festa di Santa Rosalia è una delle celebrazioni più significative e sentite nella città di Palermo, in Sicilia, e rappresenta un importante elemento della tradizione culturale e religiosa dell’isola. Questa festa è dedicata a Santa Rosalia, la patrona della città, e si svolge annualmente, con il culmine delle celebrazioni il 15 luglio. Santa Rosalia è una figura venerata per il suo ruolo nella protezione della città di Palermo dalla peste. Secondo la tradizione, Rosalia era una giovane donna di nobili origini che visse nel XII secolo. Preferendo una vita di preghiera e ritiro spirituale, si ritirò sul Monte Pellegrino, una montagna che si erge maestosamente sopra Palermo. La storia narra che, durante un’epidemia di peste, Rosalia apparve in visioni a un cacciatore e al vescovo di Palermo, indicando loro la sua grotta sul Monte Pellegrino. La sua intercessione fu accreditata per la fine della pestilenza, e da quel momento in poi, Santa Rosalia divenne la patrona della città.
Il Festino di Santa Rosalia
Il punto culminante delle celebrazioni è il cosiddetto “Festino di Santa Rosalia”. La parola “festino” può essere tradotta come una festa di dimensioni considerevoli. Questo evento è un mix unico di devozione religiosa, tradizione popolare, e spettacolo festoso. La processione di Santa Rosalia è il cuore del Festino. La statua della santa, vestita con ricchi abiti e gioielli, viene portata in processione per le strade della città. Migliaia di devoti partecipano, rendendo omaggio e offrendo preghiere alla patrona. La statua è solitamente accompagnata da bande musicali, carri allegorici e fuochi d’artificio. Una caratteristica unica del Festino sono i “Babbaluti”. Questi sono carrelli trainati da muli che trasportano enormi candelabri. I devoti camminano dietro i carrelli portando in mano piccoli ceri votivi e offrendo preghiere. I Babbaluti sono un elemento spettacolare che aggiunge un tocco di magia luminosa alla processione notturna. Un altro momento significativo è la “Masculiata”, una manifestazione popolare in cui la gente comune, chiamata “masculi,” si lancia dai tetti delle abitazioni vicino al percorso della processione. Questo gesto simbolico rappresenta la gratitudine per la fine della peste e l’invocazione della protezione continua di Santa Rosalia. La festa include anche momenti di preghiera e raccoglimento, con messe solenni e atti liturgici che sottolineano il significato spirituale della celebrazione. Il Monte Pellegrino, dove Santa Rosalia visse la sua vita di ritiro spirituale, diventa un luogo di pellegrinaggio durante la festa. Molti devoti salgono la montagna a piedi come segno di devozione.
La forma cinematografica
La decisione di trasformare la celebrazione in un film offre diversi vantaggi. Il cinema permette di catturare non solo l’aspetto visivo della festa ma anche di narrare storie, interviste e momenti significativi legati al Festino. L’uso del medium cinematografico amplifica l’impatto emotivo, consentendo agli spettatori di immergersi virtualmente nell’atmosfera della festa.
La trama del film
Il film si propone di catturare l’anima del Festino, anche in assenza delle celebrazioni tradizionali per le strade di Palermo.
Attraverso immagini suggestive e narrazioni coinvolgenti, il pubblico viene trasportato virtualmente nei luoghi simbolo della festa. Nonostante la distanza fisica, l’opera cinematografica cerca di coinvolgere la comunità in una partecipazione emotiva e spirituale.
Interviste, testimonianze, e momenti significativi della storia del Festino sono presentati in modo da trasmettere un senso di unità e resilienza. L’assenza fisica delle celebrazioni tradizionali amplifica l’amore e la devozione per Santa Rosalia. Il film diventa quindi un mezzo attraverso cui la comunità può esprimere e condividere il proprio attaccamento alla Santa protettrice. Questo “Festino che non c’è” offre un’occasione unica per riflettere sulla profonda radice culturale e storica della festa e sul suo significato nell’identità palermitana. La decisione di creare un film rappresenta un adattamento creativo e innovativo alle sfide presentate dall’emergenza sanitaria, dimostrando la resilienza e la capacità di celebrare la cultura in modi diversi.
Il contesto
La narrazione si concentra sulla sacralità dell’attesa, le lingue del Mediterraneo, le voci e le strade di una città plurale che è rinata dalla peste, dove il quotidiano, il sacro e il mito sono strettamente connessi al culto di Santa Rosalia, la patrona della città. La realizzazione di questo progetto ha coinvolto una vasta rete di collaborazioni con partner istituzionali, tecnici e artistici. Il Comune di Palermo, tramite l’Assessorato alle Culture, ha chiesto alla sede Sicilia del CSC e alle massime istituzioni culturali cittadine di partecipare a questo progetto artistico e culturale. l Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo ha svolto un ruolo chiave, curando gratuitamente la produzione esecutiva del film. I diritti del film sono di proprietà del Comune di Palermo. La durata del film è di 75 minuti, ed è stato distribuito esclusivamente a titolo gratuito su importanti reti televisive, piattaforme online e testate giornalistiche in tutto il mondo. Il coinvolgimento di istituzioni culturali e artistiche, come la Fondazione Teatro Massimo, l’Associazione Teatro Biondo Stabile di Palermo, la Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, l’Accademia di Belle Arti di Palermo, il Conservatorio di Musica di Palermo “Alessandro Scarlatti” e la Fondazione Sant’Elia, ha arricchito ulteriormente il progetto in termini di competenze e contributi.
Oltre a queste istituzioni, la Rai, con le sue teche, l’archivio storico del Luce e il Liceo Coreutico Regina Margherita di Palermo per la danza hanno anch’essi aderito al progetto, fornendo un contributo significativo. L’approccio collaborativo e la partecipazione di diverse entità hanno permesso di creare un’opera cinematografica che celebra la ricchezza culturale e storica di Palermo, offrendo al pubblico una prospettiva unica sulla festa di Santa Rosalia in un contesto straordinario e sospeso.
In sintesi, “PALERMO SOSPESA” è più di un semplice film sul Festino di Santa Rosalia; è un esempio di come la creatività e la collaborazione possano superare le sfide, offrendo al pubblico una prospettiva unica sulla cultura e la tradizione di Palermo in un momento straordinario della storia.
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