Oltre alla sua indubbia valenza antropologica e commerciale, l’olivo svolge preziose funzioni ambientali mitigando i cambiamenti climatici e non solo. Scopriamo insieme la sua importanza
Per l’Italia l’olivo rappresenta una cultura di antiche radici, un elemento catalizzatore dell’economia e fortemente rappresentativo del paesaggio, nonché simbolo di pace e tratto comune (nonché uno dei distintivi) tra i popoli del Mediterraneo.
Questo è stato dichiarato da Confagricoltura in occasione della Giornata internazionale dell’olivo, proclamata da parte dell’UNESCO, organizzazione delle Nazioni unite per l’educazione, scienza e cultura nel 2019 e che cade il 26 novembre.
La Giornata internazionale dell’olivo
“La Giornata internazionale – ricorda Confagricoltura – pone sotto i riflettori l’olio d’oliva, alimento unico, inimitabile, salutare, componente fondamentale e caratterizzante della dieta mediterranea. La produzione di olio di oliva è concentrata nel bacino del Mediterraneo. L’Italia è il secondo Paese produttore dopo la Spagna e precede Grecia, Turchia e Marocco”.
Per festeggiare questa importante ricorrenza il Segretariato esecutivo offre appoggio e collaborazione alle delegazioni dei paesi membri, a rappresentanti del settore, alle autorità locali, agli osservatori e ai diplomatici di paesi che hanno sottoscritto l’Accordo internazionale del 2015 sull’olio di oliva e le olive da tavola.
La proposta originale, presentata dal Libano e dalla Tunisia, è stata discussa nel corso della 206esima riunione del Comitato esecutivo dell’UNESCO. L’iniziativa mirava a proteggere l’olivo e promuovere i valori di cui è simbolo: pace, saggezza e armonia.
Nel suo discorso introduttivo la direttrice generale dell’UNESCO, elogiando il progetto, ha affermato che la tutela del patrimonio culturale e naturale, compresi i paesaggi antropici, è parte integrante del mandato dell’UNESCO, e ha incoraggiato i paesi membri a cogliere l’occasione della Giornata mondiale dell’olivo per promuovere la tutela del patrimonio e la sostenibilità ambientale.
Ha inoltre indicato che nell’ambito della Giornata dovrebbero essere svolte attività finanziate e realizzate dai paesi membri, in linea con le risorse di cui dispongono e in collaborazione con il Segretariato, per dare la massima visibilità all’evento.
Il testo semplice ma solenne della risoluzione invita i governi e le istituzioni del mondo intero a riconoscere il valore dell’olivo, un albero protettore del nostro pianeta.
La dichiarazione sottolinea il ruolo dell’olivicoltura per uno sviluppo economico e sociale sostenibile e il suo contributo essenziale alla lotta contro il cambiamento climatico. Il messaggio è chiaro: con l’olivo difendiamo il pianeta e preserviamo la nostra salute.
Proprio in occasione della Giornata internazionale si è riunita la Federazione Nazionale di Prodotto Olivicoltura di Confagricoltura, la quale fa il punto sulle difficoltà dei produttori di diverse aree vocate italiane, come la Puglia e la Calabria, dove si registrano scambi a prezzi molto bassi, con punte in ribasso anche di 3.5 euro /kg ed il manifestarsi di fenomeni speculativi.
Per la campagna olivicola in corso la produzione è stimata in 315mila tonnellate, distante anni luce dalle medie produttive degli anni 2000-2010, che andavano oltre le 500mila tonnellate.
Sotto l’avviso di Confagricoltura, il settore ha bisogno di interventi e fondi specifici che consentano ai produttori di avere accesso a misure per l’ammodernamento delle strutture produttive e per lo sviluppo di nuovi ed efficienti sistemi di logistica.
Servono dunque ricerca, innovazione e risorse adeguate affinché ci siano gli investimenti e per avviare incisive politiche di promozione per valorizza il prodotto italiano di qualità .
Ciò che però fa preoccupare Confagricoltura è la nuova Pac che, per il settore olivicolo, prevede un consistente taglio dei pagamenti comunitari oggi destinati ai produttori e regole stringenti per l’accesso ai fondi per i programmi operativi.
Il settore è composto da 646.326 aziende olivicole che con i loro oliveti occupano una superficie di 1,2 milioni di ettari. I frantoi attivi sono 4.475 e le attività industriali legate al comparto sono 220.
Le regioni che trainano la produzione sono la Puglia (49%), la Calabria (14%) e la Sicilia (11%). Nel 2020 il fatturato del settore oleario è stato di 3.3 miliardi di euro.
L’olivo come simbolo del Mediterraneo e non solo
Creato nel 1959, il Consiglio Oleicolo Internazionale (COI) raggruppa attualmente il 94% dei paesi produttori di olio d’oliva e olive da tavola.
I compiti principali, essendo l’unica organizzazione intergovernativa e internazionale nel settore dell’olio di oliva, sono i seguenti: l’armonizzazione delle normative nazionali e internazionali, per garantire più controlli sulla qualità dei prodotti e per tutelare i consumatori, il coordinamento e la diffusione di informazioni sulle proprietà nutrizionali dell’olio di oliva e delle olive da tavola, la promozione di cooperazione e ricerca e lo studio dell’impatto ambientale dell’olivicoltura, la pubblicazione di informazioni e statistiche sul mercato mondiale dell’olio di oliva e delle olive da tavola, la promozione del consumo e l’espansione del commercio internazionale dei prodotti oleicoli.
L’olivo, albero originario del Mediterraneo, è diffuso in tutti e cinque i continenti, ovunque si trovi l’olivo rappresenta occupazione e sicurezza, oltre che una risorsa naturale per le comunità rurali.
Nella lotta contro il cambiamento climatico l’olivicoltura svolge un ruolo importante, in quanto assicura un bilancio del carbonio positivo: durante il suo ciclo colturale assorbe infatti un quantitativo di CO2 superiore al gas effetto serra emesso durante il processo di produzione dell’olio di oliva.
L’olio di oliva e le olive da tavola, alimenti della tradizione, sono gli ingredienti fondamentali della dieta mediterranea. Con la loro gran varietà di sapori e aromi danno vita a una gastronomia unica osservata con interesse da famosi chef internazionali.
Inoltre le proprietà salutari e nutrizionali dell’olio e delle olive non sono da sottovalutare, come il ruolo che svolgono per la prevenzione di alcune patologie.
Verso la fine del 2020 i paesi che aderiscono al COI rappresentano il 70% per cento del consumo mondiale, il 90% delle esportazioni totali e il 95% della produzione mondiale di olio di oliva e di olive da tavola. Cifre incoraggianti, risultato di oltre 60 anni di impegno a favore di un mondo migliore.