Nuovo allarme per il salmone, se ne sconsiglia il consumo: tracce di antibiotici e pesticidi

Re di alcune delle ricette a base di pesce più gustose, il salmone potrebbe essere a rischio contaminazione da antibiotici e pesticidi. 

Alla griglia, al forno, crudo o al vapore, quando si parla di salmone le idee sono molteplici e tutte estremamente gustose. Il salmone è un pesce versatile, che ben si adatta a diverse tipologie di preparazione, riuscendo a mantenere il suo gusto delicato ed equilibrato ad ogni morso.

Nuovo allarme per il salmone
Salmone: arriva l’allarme rischio contaminazione – Arabonormannaunesco.it

L’importazione della cultura giapponese e lo scoppio della sushi mania degli ultimi anni, hanno aumentato la richiesta di salmone e, di conseguenza, anche il suo valore gastronomico. La sua eccezionale versatilità lo ha reso l’ingrediente principe di molte ricette sane e adatte anche a chi è impegnato nel seguire una dieta equilibrata e priva di grassi nocivi.

Il salmone che arriva direttamente sulle nostre tavole proviene generalmente dai mari settentrionali e i fiumi che vi sfociano. Parallelamente al pescato in natura, la richiesta di salmone ha generato il bisogno di allevamenti intensivi in cui, spesso, il prodotto non viene trattato nel migliore dei modi, a discapito della salute dei consumatori.

Allarme salmone: rischio pesticidi e antibiotici dannosi

Alcuni recenti dati rilevati sul salmone, hanno destato l’attenzione e generato preoccupazione crescente tra i consumatori di tutto il mondo. In particolare, è stato evidenziato come il salmone prodotto in Cile presenti un livello critico di pesticidi e antibiotici dannosi per la salute umana. L’utilizzo di questi prodotti chimici sul pesce non solo ne altera i benefici per l’organismo, ma è in grado di danneggiare l’intero ecosistema portando ad una graduale resistenza agli antibiotici.

Allarme salmone rischio pesticidi antibiotici 
Salmone: rilevata la presenza di pesticidi e antibiotici in quantità non tollerabili – Arabonormannaunesco.it

La questione è particolarmente rilevante per i nordamericani, in quanto il 48,9% del salmone d’allevamento venduto nei mercati statunitensi proviene proprio dal Cile. In termini percentuali, il salmone cileno è classificato per il 64,8% ad alto rischio ambientale e il 35,2% a rischio da basso a moderato. Nella black list del salmone, figura anche la Norvegia in seconda posizione, che guida la classifica con il 65,8% del prodotto ad alto rischio ambientale.

Il consiglio per i consumatori rimane sempre lo stesso: consumare il salmone selvatico è l’alternativa più salutare ed ecologica possibile al momento. Meglio optare per un pesce pescato nei luoghi in cui è originario e dove esistono i limiti di pesca. La produzione intensiva degli allevamenti ittici, colpisce negativamente anche l’ecosistema circostante, alterando conseguentemente la riproduzione del pesce e la sua presenza in natura.

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