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Nuove ombre su palermo: biagio e giuditta vittime di un tragico destino

La città di Palermo è un luogo intriso di storia e cultura, ma è anche un palcoscenico dove il dolore e la memoria si intrecciano in modi complessi e talvolta tragici. Il 25 novembre 1985, due giovani studenti del liceo ‘Meli’, Biagio Siciliano e Giuditta Milella, persero la vita in un incidente stradale causato da un’auto di scorta ai giudici. Quello che doveva essere un momento di commemorazione per celebrare il loro sacrificio si è trasformato in un episodio che ha riaperto ferite mai del tutto sanate. Recentemente, la loro memoria è stata nuovamente colpita da un atto di vandalismo, rivelando una parte oscura della nostra società.

l’atto vandalico e le reazioni della comunità

A meno di ventiquattro ore dall’installazione di un nuovo manifesto commemorativo in via Libertà, uno dei principali viali di Palermo, il manifesto è stato distrutto. Questo gesto, privo di rispetto per la memoria delle vittime, è stato denunciato con fermezza dal Presidente dell’Ottava Circoscrizione, Marcello Longo, e dalla Presidente della Commissione Cultura, Mari Albanese. La distruzione del manifesto non è solo un atto di vandalismo, ma rappresenta un disprezzo verso la storia e il sacrificio di due giovani che hanno perso la vita in un contesto di violenza e ingiustizia.

Le reazioni da parte delle istituzioni e delle associazioni culturali locali sono state forti e unanimi. Ecco alcune delle azioni intraprese:

  1. Indignazione espressa dall’Ottava Circoscrizione.
  2. Collaborazione con il Centro Studi Paolo e Rita Borsellino e la CNA di Palermo per presentare una denuncia alle autorità competenti.
  3. Impegno collettivo per identificare e punire i responsabili di questo atto.

È evidente che il messaggio di violenza e indifferenza che si cela dietro questo gesto non può essere sottovalutato.

la lotta per la memoria

Le parole dei promotori dell’iniziativa sono chiare: “Nella diversità dei ruoli e ognuno per i compiti che è chiamato a svolgere all’interno della società, siamo impegnati comunemente e con determinazione nel promuovere una società più consapevole e responsabile, ispirati dai valori di giustizia e legalità democratica.” Questa determinazione a ripristinare il manifesto e a continuare a ricordare Biagio e Giuditta rappresenta un segno di speranza in un contesto che spesso sembra avvolto da ombre.

Il gesto di strappare e distruggere la memoria di Biagio e Giuditta è simbolico. Non si tratta solo di un danno materiale, ma di un tentativo di cancellare una parte della storia di Palermo, una storia di sacrifici e lotte per la giustizia. La cancellazione della memoria equivale, in un certo senso, a un’altra forma di omicidio, un tentativo di far sparire le voci di coloro che hanno pagato il prezzo più alto in nome della legalità.

un futuro di responsabilità

Palermo è una città che ricorda, ma non sempre con costanza. Ci sono momenti in cui la memoria viene celebrata con passione genuina, e altri in cui sembra essere relegata a una sorta di comodità, tirata fuori solo quando conviene. Questa ambivalenza è parte della lotta per la giustizia in una città che ha visto troppa violenza e indifferenza nel corso degli anni.

La ferita che questa città porta con sé è profonda. La memoria di Biagio e Giuditta è un tassello importante di questa storia collettiva. Ogni volta che la loro immagine viene distrutta, non si tratta solo di un manifesto, ma di un tentativo di annullare un ricordo che deve rimanere vivo e presente. La loro storia è un monito per le generazioni future, un invito a non dimenticare e a combattere contro l’indifferenza.

Il ripristino del manifesto rappresenta un gesto simbolico che va oltre il semplice atto fisico. È il rifiuto di accettare che la memoria possa essere cancellata e un impegno a continuare a raccontare le storie di coloro che sono stati dimenticati. Biagio e Giuditta non devono essere solo nomi su un manifesto; devono essere un richiamo costante alla responsabilità civica, un invito a costruire una società più giusta e consapevole. La lotta per la memoria e la giustizia continua, e ogni gesto conta nella costruzione di un futuro migliore per Palermo e per l’umanità intera.

Antonella Romano

Sono una redattrice innamorata della Sicilia, e in particolare della mia Palermo. Fin da piccola, ho respirato l'aria vibrante di questa terra ricca di storia, cultura e tradizioni. Ogni vicolo di Palermo racconta storie antiche, e io non mi stanco mai di scoprirle e condividerle. Mi sono laureata in Lettere Moderne presso l'Università di Palermo, dove ho approfondito il mio amore per la scrittura e la narrazione. Dopo gli studi, ho avuto l'opportunità di collaborare con diverse testate giornalistiche e riviste locali, scrivendo articoli che esplorano le meraviglie artistiche, culinarie e naturalistiche della nostra isola. La mia vera passione, tuttavia, è raccontare la vita quotidiana della Sicilia e i suoi abitanti straordinari. Cerco di portare i lettori in un viaggio virtuale tra mercati colorati, spiagge dorate e festival affollati, sperando di trasmettere l'unicità e la bellezza di questa terra. Quando non sono dietro alla tastiera, mi piace camminare lungo la costa, visitare i mercati locali e assaporare piatti tradizionali cucinati con amore. Ogni giorno in Sicilia offre l'opportunità di scoprire qualcosa di nuovo e inaspettato, e non vedo l'ora di condividere queste esperienze con voi. Seguitemi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, esplorando insieme cultura, sapori e tradizioni che rendono questa terra davvero speciale. Grazie per essere qui e per la vostra curiosità. Spero che attraverso le mie parole possiate innamorarvi della Sicilia tanto quanto lo sono io!

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