Mike Bongiorno, la struggente confessione del figlio: “Non ci ha mai aiutato”

Mike Bongiorno, il figlio Michele racconta come la fama del padre non ha mai influenzato positivamente la sua carriera.

Essere figli di una leggenda come Mike Bongiorno può sembrare una benedizione e una maledizione allo stesso tempo. Michele, il primogenito dell’iconico presentatore italiano, condivide la sua esperienza in un’intervista esclusiva a Il Corriere della Sera, offrendo uno sguardo inedito e personale sulla vita sotto l’ombra di un gigante della TV.

Il lato inedito di Mike Bongiorno
La confessione sconvolgente del figlio di Mike Bongiorno (credit Ansa) -Arabonormannaunesco.it

A 43 anni e con una carriera da produttore documentarista, Michele riflette su come il peso del nome di suo padre abbia influenzato il suo percorso professionale e personale, svelando dettagli intimi e sorprendenti sulla figura paterna che tutti conosciamo solo attraverso il piccolo schermo.

La verità del figlio di Mike Bongiorno

Nel colloquio con Il Corriere, Michele svela:“Avere Mike Bongiorno come padre è un’eredità ingombrante. Non ci ha mai dato una mano diretta nel nostro lavoro, seguendo la sua filosofia americana di ‘farsela da soli’. Non ricevevamo mai consigli specifici, solo raccomandazioni generali: la TV deve parlare al grande pubblico e non essere elitaria. I programmi, specialmente su reti generaliste, devono essere accessibili e non di nicchia, non solo per l’audience, ma per rispetto verso una platea vasta e variegata.” Nonostante l’orgoglio per il cognome, Michele confessa che essere “figlio di” non gli ha facilitato la vita. Ho sempre dovuto dimostrare di più rispetto agli altri,” afferma. Così, ogni successo che ha ottenuto è merito del suo impegno personale.

Il racconto del figlio di Mike Bongiorno
Il figlio di Mike Bongiorno svela il retroscena: “Il successo di papà non ci ha mai facilitato la vita” (credit Ansa) -Arabonormannaunesco.it

Riguardo a Mike come padre, Michele spiega: “Era praticamente assente. Lo vedevamo più spesso in TV che a casa, ma nostra madre era sempre presente. Papà era un uomo del ‘900, devoto alla famiglia ma poco coinvolto nella vita quotidiana dei figli. Erano altri tempi: oggi i padri sono molto più partecipi. Lui era il patriarca che ci ha insegnato valori fondamentali come la serietà, l’umiltà, l’impegno nello sport e il rispetto per gli altri. Anche se non era presente fisicamente, sentivo la sua influenza in modo costante.”

Le cose cambiavano quando andavano in vacanza: Ricordo i viaggi straordinari negli Stati Uniti, il suo paese natale, che amava profondamente. Lo vedevo trasformarsi quando faceva rafting nel Grand Canyon o cavalcava nel Wyoming. La sera, si accampava e dormiva nel sacco a pelo. Ma quando eravamo a New York, mentre noi eravamo pronti per esplorare, lui restava incollato alla TV, cercando nuovi format e idee da importare in Italia. Era sempre all’avanguardia e intuì per primo le potenzialità della TV commerciale.”

Michele conclude il ritratto di suo padre con una nota più personale: Era una persona egoista, ma non nel senso comune del termine. Il lavoro richiedeva una concentrazione su se stesso che spesso portava a trascurare ciò che accadeva intorno a lui. Questo concentrarsi su di sé creava qualche difficoltà anche in famiglia.”

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