Pesaro, una delle perle della regione Marche, è stata recentemente proclamata capitale italiana della cultura per il 2024. In un contesto di crescente attenzione verso il patrimonio artistico e culturale italiano, le parole dell’attore marchigiano Neri Marcorè durante la cerimonia di inaugurazione dell’evento risuonano come un campanello d’allarme. “Gli armamenti tirano più della cultura”, ha affermato Marcorè, mettendo in luce la disparità di attenzione e risorse tra il mondo dell’arte e quello della guerra.
Le sue parole, pronunciate all’auditorium Scavolini, evidenziano una realtà inquietante: la cultura, pur essendo un valore fondamentale per la società, non riceve lo stesso supporto economico e politico degli armamenti. “La cultura, a differenza delle armi, non è palpabile e i suoi effetti si misurano solo a lungo termine”, ha aggiunto l’attore, sottolineando l’importanza di credere nell’arte e nella cultura, non solo come forme di intrattenimento, ma come strumenti di crescita sociale e personale.
la difficoltà degli artisti in italia
Marcorè ha anche evidenziato la difficoltà degli artisti in Italia, dove il sistema premia poco chi lavora nel settore culturale. “L’Italia, a differenza di altri Paesi europei, non premia chi lavora nel mondo della cultura o fa un mestiere artistico”, ha affermato, esprimendo la sua preoccupazione per il futuro dell’arte in un paese che sembra trascurare il suo potenziale. Questo approccio può portare a una perdita di fascino e opportunità per i giovani talenti che desiderano intraprendere una carriera artistica.
la cultura come strumento di pace
Secondo Marcorè, la cultura è un potente strumento di pace. “Essa abbatte i pregiudizi, sensibilizza le coscienze e allarga la mente verso prospettive d’incontro e non di scontro”, ha detto, contrastando nettamente la “cultura della guerra e della paura”, che porta a divisioni e conflitti. In un momento storico in cui il mondo sembra sempre più polarizzato, queste parole assumono un significato profondo e urgente.
cosa significa essere capitale italiana della cultura?
Essere capitale italiana della cultura significa un impegno concreto a valorizzare il patrimonio artistico e culturale di una città o di una regione. Pesaro, con la sua storia ricca e variegata, è la scelta ideale per rappresentare questo tema. La città è famosa per la sua tradizione musicale, essendo la patria di Gioachino Rossini, e per il suo patrimonio architettonico e paesaggistico, che attira visitatori da tutto il mondo. Tuttavia, l’obiettivo di Pesaro 2024 va oltre una semplice celebrazione. Si tratta di un’opportunità per mettere in discussione le politiche culturali del Paese e promuovere un cambiamento significativo.
Marcorè ha sottolineato che manifestazioni come quella di Pesaro capitale della cultura servono a ribadire l’importanza della cultura. “Le Marche, in questo caso, che per me sono casa, hanno un nome plurale che evidenzia le sue bellissime differenze tra provincia e provincia e che, unite, sono ciò che rendono unica questa regione”, ha affermato. Questo richiamo all’unità e alla diversità è cruciale in un momento in cui il dialogo e la comprensione reciproca sono più necessari che mai.
Inoltre, la nomina di Pesaro come capitale della cultura offre l’opportunità di riflettere su come le città italiane possano utilizzare la cultura come driver per lo sviluppo economico e sociale. Investire nel patrimonio culturale significa anche:
- Creare posti di lavoro
- Stimolare il turismo
- Promuovere il benessere della comunità
La cultura può fungere da motore di innovazione, portando alla creazione di nuovi eventi, festival e iniziative che coinvolgono la popolazione locale e i visitatori.
Pesaro 2024 non è solo un evento da celebrare, ma un appello a tutti noi a riconoscere il valore della cultura e a sostenerla attivamente. Le parole di Marcorè si pongono come un invito a riflettere su come possiamo contribuire a costruire una società più giusta e inclusiva, in cui l’arte e la cultura non siano solo un lusso per pochi, ma un diritto per tutti. La cultura ha la capacità di unire, di educare e di ispirare, e in un momento di crescente incertezza globale, è più importante che mai dare priorità a questi valori.