Mangi pesce quasi a costo zero con questa via furba che fa bene a salute e portafogli

Mangiare pesce senza spendere troppo è possibile, così da garantire benessere al nostro organismo. Ecco i trucchi per non sbagliare.

Ognuno di noi sa, pur non essendo un nutrizionista, quanto faccia bene mangiare il pesce grazie alla presenza di alcuni componenti essenziali. Tra questi possiamo segnalare sali minerali quali il fosforo, che favorisce la memoria, il calcio, che aiuta a prevenire le malattie delle ossa quali l’osteoporosi, e lo iodio, che mantiene in salute la tiroide.

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Il pesce è appetitoso ma soprattutto nutriente – Foto | Arabonormannaunesco.it

Il consumo ideale, secondo le linee guida nutrizionali nazionali, sarebbe di almeno tre porzioni a settimana, ognuna di queste se possibile dovrebbe essere pari a circa 150 grammi. Spesso però finiamo per rinunciarci non tanto per una questione di gusti personali, ma soprattutto per i costi. Chi ha questo problema però può stare tranquillo, ci sono delle specie che consentono di supplire a questo inconveniente ed essere comunque in salute, senza per questo intaccare eccessivamente il nostro conto in banca.

Mangiare pesce senza spendere troppo: come fare

In genere quando si parla di pesce si tende a pensare a specialità quali pesce spada, tonno rosso, salmone, branzino e orata, giusto per fare qualche esempio. Se li andiamo ad acquistare in pescheria o li consumiamo al ristorante possono avere dei costi non indifferenti, per questo finiamo per dirottarci su altro, privando però il nostro organismo di un alimento che non dovrebbe mai mancare periodicamente sulla nostra tavola.

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Le sarde sono buone ma economiche – Foto | Arabonormannaunesco.it

Non tutti lo sanno, ma esiste anche quello che è definito “pesce povero”, che può essere comunque provvidenziale per la nostra salute e che non intacca eccessivamente il nostro bilancio. Il riferimento è a prodotti quali il pesce azzurro (alici, sgombri, sardine), che sono altrettanto appetitosi e che hanno costi accessibili un po’ a tutte le tasche. Difficilmente questi non piaceranno anche a chi apparentemente è schizzinoso.

Le sarde in genere hanno un costo che si aggira intorno ai 5 euro al chilo, quantitativo che permette comunque di mangiare in più persone, sia come secondo, sia eventualmente come condimento per la pasta. In alternativa, le possiamo utilizzare anche come una sorta di antipasto, magari marinate al limone o con gli agrumi, o in aggiunta a una frisella, insieme a burrata e pomodorini confit, così da realizzare piatti che si preannunciano stuzzicanti.

È bene inoltre distinguere tra alici e acciughe, che non sono del tutto la stessa cosa. A fare la differenza è il metodo di lavorazione, le prime sono fresche e marinate, le seconde invece sono lavorate e vengono messe sotto sale, con una preparazione che può durare anche un anno. Un’acciuga è evidentemente un’alice fresca che ha subito un processo di salatura. Non si dovrebbe inoltre dimenticare lo sgombro, che spesso troviamo anche in scatola al costo di pochi euro al supermercato, utile magari in estate quando non abbiamo grande voglia di stare ai fornelli.

C’è poi il pesce di lago, anche questo rientra tra quelli considerati “poveri”. Tra i più saporiti e amati anche dai bambini ci sono trota, coregone e salmerino, è bene però fare attenzione quando si cucinano per la presenza di eventuali lische, che possono essere pericolose.

In fase di acquisto resta inoltre importante rispettare la stagionalità, così da avere la garanzia di consumare un prodotto fresco. In estate è facile trovare sugarello, sardina, aguglia, acciuga, spratto, zerro, boga, cefalo, mormora, nasello, e sarago, mentre in inverno si dovrebbero prediligere acciuga, alice, sardina, triglia, palamita, sgombro, lampuga, lanzardo e tonnetto alletterato.

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