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L’ultimo saluto a rosita missoni: un omaggio vibrante e toccante a una icona della moda

Milano ha accolto con grande affetto l’ultimo saluto a Rosita Missoni, la celebre stilista varesina, scomparsa all’età di 93 anni lo scorso primo gennaio. La cerimonia funebre si è tenuta nella suggestiva basilica di Sant’Ambrogio, un luogo di grande significato per molti milanesi, che si è riempito di familiari, amici e colleghi, tutti uniti nel ricordo di una donna che ha saputo lasciare un segno profondo nel mondo della moda e nella vita di chi l’ha conosciuta.

La bara di Rosita, semplice ma ricca di significato, era decorata con disegni e dediche realizzate dai nipoti nella loro casa di Sumirago, in un gesto d’amore che ha reso omaggio alla nonna, mentre riposava nella sua amata serra. Ogni dettaglio della cerimonia rifletteva l’essenza vibrante e colorata che caratterizzava la vita e la carriera di Rosita. I cartoncini, disegnati dalla nipote Teresa, portavano l’immagine di un fiore, simbolo della bellezza e della varietà che Rosita ha sempre voluto trasmettere attraverso il suo lavoro.

un addio ricco di colori e affetto

La bara, adornata con disegni di funghetti, sirene, onde e cuori, esprimeva non solo la creatività di Rosita, ma anche l’affetto sincero che le persone le portavano. All’ingresso della cattedrale, un alberello decorato da cuori rappresentava i ricordi e le emozioni condivise dai dipendenti della sua azienda, con ognuno di loro che ha voluto lasciare un segno della propria gratitudine e amore. Le corone floreali, inviate da colleghi di spicco come Giorgio Armani, Renzo Rosso e Lavinia Biagiotti, si sono mescolate ai gonfaloni della Regione Lombardia e dei comuni di Varese e Sumirago, testimoniando l’impatto di Rosita non solo nel mondo della moda, ma anche nella comunità locale.

Durante la cerimonia, ha preso la parola Carlo Capasa, presidente della Camera della Moda, che ha descritto Rosita come una delle prime donne forti italiane, una pioniera che ha aperto la strada alle donne nel settore della moda. “Era una persona di grande umanità, in grado di interagire con tutti”, ha sottolineato Capasa, evidenziando la sua capacità di lavorare per il bene degli altri senza cercare riconoscimenti. La sua figura è stata una fonte di ispirazione per molti, e la sua scomparsa ha lasciato un vuoto incolmabile.

un’eredità che vive nei cuori

La figlia Angela ha condiviso le sue emozioni, dichiarando di aver tentato di scrivere un omaggio alla madre, ma rendendosi conto che le parole non potevano racchiudere l’immensità dell’eredità che Rosita ha lasciato, non solo alla sua famiglia, ma al mondo intero. Anche la nipote Margherita, visibilmente commossa, ha parlato della nonna come di una “grande maestra”, descrivendo la sua audacia e la passione che illuminava i suoi occhi. “Ci ha insegnato un nuovo modo di ricevere, vestire e fare famiglia”, ha detto, mettendo in evidenza la capacità di Rosita di creare un ambiente accogliente e inclusivo.

Un ricordo toccante è stato condiviso anche dal nipote Michelangelo, che ha raccontato come Rosita trovasse sempre quadrifogli nel giardino, mentre lui non ne trovava mai. La risposta della nonna, che affermava che “nella vita la fortuna te la devi cercare”, racchiudeva la sua filosofia di vita, improntata alla ricerca della bellezza e della positività anche nei momenti difficili.

un messaggio d’amore

La celebrazione è stata officiata da monsignor Dellavite, che ha paragonato Rosita a una rosa, capace di incantare con i suoi colori e di portare un messaggio d’amore. Le parole di monsignor Dellavite, cariche di emozione, hanno risuonato tra i presenti, culminando con l’augurio “Buon paradiso, Rosita”, mentre la melodia di “Over the Rainbow” si è diffusa nell’aria, regalando un momento di speranza e riflessione.

Questo ultimo saluto a Rosita Missoni non è stato solo un momento di dolore, ma anche una celebrazione della vita, della creatività e dell’amore che ha saputo diffondere. La sua eredità vivrà attraverso il suo lavoro, i suoi familiari e tutti coloro che hanno avuto la fortuna di incrociare il suo cammino.

Stefania Palenca

Da sempre nutro una forte curiosità per le vicende passate e le tracce che hanno lasciato nel nostro presente. Ho scoperto presto che nulla racconta una storia meglio dei muri di un'antica cattedrale o delle pennellate su una tela impolverata. Mi sono laureata in Storia presso l'Università di Catania, un percorso accademico che mi ha permesso di immergermi nei racconti e nei segreti di questa meravigliosa isola. Durante gli studi, ho perfezionato le mie competenze con un master in Conservazione dei Beni Culturali, comprendendo ancor di più l'importanza di preservare queste ricchezze per le generazioni future. Attraverso i miei articoli, esploro non solo i grandi siti turistici, ma anche i piccoli gioielli meno conosciuti che celano storie straordinarie e avvincenti. Porto i lettori in un viaggio attraverso l'arte e l'architettura, dall'epoca greca a quella normanna, passando per i fasti del Barocco siciliano. Quando non sono impegnata nella ricerca o nella scrittura, mi piace camminare per le vie dei centri storici, partecipare a conferenze e visitare musei e gallerie d'arte. Credo fermamente che ogni pietra, ogni dipinto e ogni edificio abbia una storia da raccontare, ed è mio compito dare voce a queste storie. Vi invito a seguirmi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, scoprendo insieme le meraviglie artistiche e architettoniche che hanno modellato la nostra identità culturale

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