Il 2023 segna il centenario della nascita di Paolo Volponi, una delle figure più significative della letteratura italiana del XX secolo. Per celebrare questa importante ricorrenza, l’Istituto Italiano di Cultura a Londra ha organizzato un evento speciale intitolato “Volponi, Olivetti e La macchina mondiale”. La conversazione, che ha avuto luogo in un’atmosfera vivace e stimolante, ha messo in luce non solo l’importanza dell’autore marchigiano, ma anche l’influenza duratura di Adriano Olivetti, un imprenditore visionario e innovatore sociale.
Il significato di Paolo Volponi
L’incontro è stato moderato da Francesco Bongarrà, direttore dell’Istituto, il quale ha sottolineato il significato di Volponi non solo come scrittore, ma anche come uomo impegnato in un progetto di riforma sociale attraverso il lavoro con Olivetti. Tra i relatori hanno partecipato:
- Francesca Limana, esperta di comunicazione e curatrice di importanti progetti culturali per la Fondazione Olivetti.
- David Albert Best, direttore della sezione linguistica all’Université Libre de Bruxelles.
- Richard Dixon, traduttore in inglese di “La macchina mondiale”, il romanzo filosofico di Volponi che ha vinto il prestigioso Premio Strega nel 1965.
L’impatto di Adriano Olivetti
Durante la conversazione, i relatori hanno discusso a lungo della figura di Adriano Olivetti, un imprenditore che ha saputo unire il successo economico all’innovazione sociale. Olivetti ha fondato una delle prime aziende in grado di produrre computer e macchine da scrivere, ma il suo obiettivo andava oltre il profitto. Era animato da un profondo senso di responsabilità sociale e credeva che le aziende dovessero contribuire al benessere della comunità. È in questo contesto che incontra Paolo Volponi nel 1949, un giovane laureato in legge e poeta, a cui affida il compito di migliorare le condizioni di vita dei lavoratori nello stabilimento di Ivrea.
La letteratura di Volponi
Volponi ha dedicato gran parte della sua carriera a esplorare le dinamiche tra il mondo contadino e quello industriale, una tematica che emerge con forza nei suoi romanzi. Gli otto romanzi pubblicati tra il 1962 e il 1991 offrono uno spaccato della società italiana in un periodo di profondo cambiamento. Attraverso la sua scrittura, Volponi ha messo in luce le contraddizioni e i conflitti della modernità, affrontando temi come:
- Alienazione
- Identità
- Conflitto tra progresso e tradizione
In particolare, “La macchina mondiale” è un’opera che si distingue per la sua profondità filosofica e sociale. Pubblicato quest’anno anche in lingua inglese con il titolo “The World Machine” dalla Seagull Books e dalla University of Chicago Press, il romanzo invita il lettore a riflettere sulle implicazioni dell’industrializzazione e sull’impatto che essa ha avuto sulle vite delle persone. Richard Dixon ha condiviso alcune delle sfide che ha affrontato nella traduzione, sottolineando la complessità del linguaggio di Volponi, ricco di simbolismo e riferimenti culturali.
L’evento ha anche messo in evidenza come il pensiero di Volponi sia oggi più che mai attuale, specialmente in un’epoca in cui si discute intensamente di sostenibilità, lavoro e diritti dei lavoratori. Le sue opere continuano a ispirare nuove generazioni di lettori e scrittori, dimostrando che la letteratura può e deve essere un veicolo di cambiamento sociale.
Francesca Limana ha sottolineato l’importanza della Fondazione Olivetti nel preservare e promuovere il lascito di Adriano Olivetti e Paolo Volponi, evidenziando come le loro idee continuino a influenzare il dibattito contemporaneo su economia e società. L’evento si è concluso con una riflessione su come la cultura e l’arte possano fungere da catalizzatori per il cambiamento, invitando tutti i partecipanti a continuare a esplorare e interrogarsi sulle questioni sollevate dalle opere di Volponi.
In un’epoca in cui la tecnologia e l’industrializzazione sembrano dominare il panorama sociale e culturale, il messaggio di Volponi e Olivetti risuona forte e chiaro, invitando a una riflessione critica su cosa significhi essere umani in un mondo sempre più meccanizzato. L’evento londinese ha rappresentato non solo un tributo a due grandi pensatori italiani, ma anche un’opportunità per riaccendere il dibattito su temi fondamentali che riguardano il nostro presente e il nostro futuro.