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L’italia attraverso l’obiettivo di henri cartier-bresson: una mostra imperdibile a camera

Dal 14 febbraio, il Centro Italiano per la Fotografia di Torino, noto come Camera, accoglierà una mostra dedicata a uno dei più influenti fotografi del XX secolo: Henri Cartier-Bresson. Questa rassegna, intitolata “Henri Cartier-Bresson e l’Italia”, è organizzata in collaborazione con la Fondation Henri Cartier-Bresson e curata da Clément Chéroux e Walter Guadagnini. L’esposizione offre un affascinante viaggio attraverso 160 scatti e materiali d’archivio che raccontano un’Italia vista attraverso l’obiettivo di Cartier-Bresson, un maestro nel catturare l’essenza dell’umanità e della vita quotidiana.

La mostra, che rimarrà aperta fino al 2 giugno, non si limita agli scatti del grande fotografo francese. Include anche un’altra esposizione dedicata a Riccardo Moncalvo, un fotografo torinese le cui opere raccontano quasi sei decenni di storia visiva italiana. Moncalvo, con 60 stampe vintage provenienti dal suo archivio e da collezioni private, offre una prospettiva unica sulla fotografia italiana, presentando immagini sia in bianco e nero che a colori.

l’importanza della mostra

L’esposizione di Cartier-Bresson è particolarmente significativa perché è strutturata cronologicamente, seguendo i viaggi del fotografo in Italia a partire dagli anni Trenta. La prima visita di Cartier-Bresson nel nostro paese risale al 1932, segnando l’inizio di un legame profondo tra il fotografo e le varie culture italiane. Durante questo periodo, Cartier-Bresson inizia a definire alcune tematiche che diventeranno ricorrenti nel suo lavoro, tra cui:

  1. La straordinaria gestione dello spazio nell’immagine.
  2. Il delicato equilibrio tra realtà e finzione.
  3. La capacità di cogliere l’istante fuggente.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Cartier-Bresson torna in Italia come fotoreporter, dedicandosi a documentare il cambiamento sociale e culturale del paese. Le sue fotografie ritraggono non solo il disagio sociale del Meridione, ma celebrano anche le tradizioni locali e i profondi cambiamenti portati dalla riforma agraria. Le città di Roma, Napoli e Venezia diventano i palcoscenici delle sue immagini, dove la vita quotidiana si intreccia con le storie di intellettuali e artisti dell’epoca.

un dialogo tra le fotografie

Negli anni Settanta, la sua attenzione si sposta verso il rapporto tra uomo e macchina, oltre che sull’industrializzazione, in particolare nel Sud Italia. In questo contesto, Cartier-Bresson realizza importanti reportage fotografici, tra cui quelli sullo stabilimento Olivetti di Pozzuoli e sull’Alfa Romeo di Pomigliano d’Arco. Questi lavori non solo documentano le trasformazioni industriali, ma offrono anche una riflessione profonda sulle condizioni di lavoro e sulla vita delle persone coinvolte in questi processi.

La mostra al Camera non è solo un tributo a Cartier-Bresson, ma rappresenta anche un’opportunità per riflettere sull’evoluzione della fotografia italiana e sul suo dialogo con il contesto internazionale. La curatoriale di Chéroux e Guadagnini si propone di educare il pubblico sull’importanza della fotografia come mezzo di comunicazione e di critica sociale, evidenziando come Cartier-Bresson abbia utilizzato la sua arte per esplorare e commentare la società.

l’esposizione di riccardo moncalvo

In parallelo, l’esposizione di Riccardo Moncalvo, curata da Barbara Bargaglio, completerà il racconto visivo del nostro paese. Moncalvo, attivo per quasi sessant’anni, ha saputo catturare l’essenza dell’Italia attraverso il suo obiettivo, creando un archivio prezioso che testimonia cambiamenti, eventi storici e momenti di vita quotidiana. Le sue stampe vintage, che spaziano dal bianco e nero al colore, offrono un contrasto interessante con il lavoro di Cartier-Bresson e arricchiscono la narrazione proposta dalla mostra.

L’incontro tra le opere di Cartier-Bresson e quelle di Moncalvo crea una sinergia unica che invita il visitatore a riflettere sulla continua evoluzione della fotografia e sul suo ruolo nel raccontare la storia e la cultura di un paese. In questo contesto, la fotografia non è solo un modo per documentare la realtà, ma diventa un mezzo potente per esprimere emozioni, idee e storie di vita.

La mostra “Henri Cartier-Bresson e l’Italia” al Camera di Torino rappresenta quindi un’importante occasione per riscoprire il valore della fotografia come arte e come testimonianza storica, in grado di attraversare i decenni e di parlare a generazioni diverse. In un’epoca in cui le immagini sono ovunque, l’opera di Cartier-Bresson ci ricorda l’importanza di saper osservare, ascoltare e interpretare il mondo che ci circonda attraverso l’obiettivo della macchina fotografica.

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