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L’hospice: un viaggio sereno verso l’ultimo addio

Il tema del fine vita è uno dei più delicati e complessi da affrontare, sia per chi lo vive in prima persona sia per chi ha il compito di accompagnare i malati in questo difficile percorso. Il documentario di Mario Balsamo, presentato in concorso nella sezione Internazionale Documentari del Torino Film Festival, affronta con grande sensibilità e umanità questo argomento, raccontando la vita quotidiana all’interno dell’Hospice Anemos di Torino.

il dottor claudio ritossa e il suo approccio umano

Protagonista del film è il dottor Claudio Ritossa, un medico palliativista che, con una straordinaria empatia, si dedica al suo lavoro con passione e dedizione. All’interno dell’hospice, il dottor Ritossa si confronta con la sofferenza dei pazienti e delle loro famiglie, cercando di alleviare il peso dell’imminente dipartita attraverso un approccio che unisce competenza medica e sostegno umano. La sua figura emerge come un faro di speranza in un momento in cui la vita sembra giungere al termine.

la comunità dell’hospice

L’Hospice Anemos non è solo un luogo di cura, ma un ambiente in cui si crea una comunità, un rifugio dove i pazienti possono trovare conforto e comprensione. Il film mostra come la morte, spesso vista come un tabù, possa essere affrontata con dignità e serenità. Qui, i pazienti vivono un processo di accettazione, esprimendo emozioni contrastanti:

  1. Chi piange e desidera tornare a casa.
  2. Chi prova rabbia per la situazione in cui si trova.
  3. Chi riesce ad accettare questo periodo della vita con una certa pace interiore.

l’importanza del supporto psicologico

Balsamo, con la sua opera, ci invita a riflettere sull’importanza di affrontare il tema della morte in modo aperto e onesto. “Ho scelto la resilienza”, afferma il regista, sottolineando come l’hospice e le persone che vi lavorano non solo offrono assistenza, ma incoraggiano anche una forma di crescita interiore. In questo contesto, la morte non è vista come un nemico, ma come una parte integrante dell’esistenza, un’opportunità per riflettere su ciò che si è vissuto e su come si desidera essere ricordati.

Durante il filmato, i momenti di colloquio tra il dottor Ritossa e i pazienti sono colmi di emozione. Le conversazioni si snodano tra ricordi, sogni e desideri, un viaggio interiore che permette ai malati di esprimere i loro timori e le loro speranze. Il sostegno psicologico e spirituale che viene fornito si rivela fondamentale, non solo per i pazienti, ma anche per i familiari, che spesso si trovano a dover affrontare il dolore e la paura della perdita.

la bellezza dei legami umani

Il documentario non si limita a presentare il lato più triste della vita, ma riesce a cogliere anche la bellezza dei legami umani che si formano in questi momenti di vulnerabilità. Gli operatori dell’hospice, come il dottor Ritossa, non si limitano a fornire cure fisiche, ma si trasformano in accompagnatori nel viaggio finale, creando un’atmosfera di amore e comprensione che permea ogni interazione.

“In ultimo” di Mario Balsamo, con il suo approccio delicato e profondo, offre uno spaccato della realtà degli hospice, facendoci comprendere che anche nel momento più difficile della vita, c’è spazio per la bellezza, la serenità e la connessione umana. In questo spazio di accoglienza, dove la vita e la morte si intrecciano, si percepisce un senso di comunità e di condivisione, trasformando la sofferenza in opportunità di crescita e riflessione.

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