Categories: Spettacolo e Cultura

Leonessa in campo: badanti e colf sfidano il mondo nella coppa

Nel cuore pulsante di Roma, un evento straordinario sta per prendere vita: un campionato di calcio femminile che vede protagoniste donne provenienti da diverse parti del mondo. Le protagoniste di questa storia sono le “Leonas”, un gruppo di donne che, per la maggior parte, lavorano come badanti, colf e babysitter, contribuendo alla vita quotidiana delle famiglie italiane mentre portano avanti le loro vite, spesso caratterizzate da sacrifici e difficoltà. Questo campionato non è solo una competizione sportiva, ma un simbolo di riscatto sociale, un momento di evasione e un’opportunità per raccontare storie di vita che spesso rimangono invisibili.

Il progetto “Las Leonas”

Ispirato dal documentario “Las Leonas”, prodotto dalla Sacher Film di Nanni Moretti e presentato alle Giornate degli Autori 2022, il progetto si è evoluto in una docuserie che andrà in onda su Rai 3. La realizzazione di questo progetto è stata curata dalle autrici Isabel Achaval e Chiara Bondì, che hanno voluto esplorare le vite di queste donne attraverso il loro amore per il calcio.

La competizione e le squadre

La competizione, che si svolge tra Roma e Torino, vede la partecipazione di dieci squadre. Ognuna di esse rappresenta un diverso paese, tra cui:

  1. Iran
  2. Ucraina
  3. Russia
  4. El Salvador
  5. Paraguay
  6. Brasile
  7. Argentina
  8. Ecuador

Ogni partita diventa un momento non solo di sfida sportiva, ma anche di orgoglio nazionale, in cui le giocatrici indossano con fierezza le maglie dei loro paesi d’origine o quelle del paese che le ha accolte.

Le storie delle giocatrici

Molte di queste donne sono giunte in Italia in cerca di opportunità, affrontando viaggi pericolosi e condizioni precarie. Una volta qui, si sono dedicate a lavori essenziali, ma spesso sottovalutati e invisibili. Badanti, colf e babysitter, queste donne si prendono cura degli anziani, mantengono le case in ordine e si occupano dei bambini, tutto mentre cercano di mantenere legami con le loro famiglie lontane. I loro sogni di una vita migliore si intrecciano con le dure realtà del quotidiano, creando un mosaico complesso di esperienze.

Il calcio diventa una metafora dell’esistenza, un campo dove le donne possono esprimere se stesse e trovare un senso di comunità. Le veterane del torneo si sono ritrovate per la prima volta al “Polveriera”, un campo di terra nel quartiere Colle Oppio, un luogo che per anni ha rappresentato un punto di incontro per molte di loro. Qui, la domenica, si riunivano per mangiare, bere e giocare a pallone, creando una rete di sostegno e amicizia.

Il torneo di Las Leonas è un’ode alla resilienza femminile, una celebrazione di storie che meritano di essere raccontate. Ogni partita è una narrazione di sfide, di vittorie e di sconfitte, ma soprattutto di un desiderio di appartenenza e di riconoscimento. Le giocatrici, pur provenendo da contesti diversi, si uniscono in un’unica voce, rappresentando una comunità globale di donne forti e coraggiose. La loro lotta per il rispetto e la dignità, sia sul campo che nella vita quotidiana, è il vero cuore pulsante di questo campionato.

La docuserie, che andrà in onda su Rai 3 e su RaiPlay, offre agli spettatori uno sguardo intimo sulla vita di queste donne, portando alla luce le loro storie, le loro speranze e le loro aspirazioni. Attraverso il racconto delle loro vicende, il pubblico avrà l’opportunità di comprendere meglio le complessità delle vite delle badanti e delle colf, spesso invisibili ma fondamentali nel tessuto sociale italiano. In questo modo, “Las Leonas” non è solo un torneo di calcio, ma un atto di riconoscimento e valorizzazione di donne che, con il loro lavoro e la loro passione, contribuiscono a costruire una società più inclusiva e giusta.

Stefania Palenca

Da sempre nutro una forte curiosità per le vicende passate e le tracce che hanno lasciato nel nostro presente. Ho scoperto presto che nulla racconta una storia meglio dei muri di un'antica cattedrale o delle pennellate su una tela impolverata. Mi sono laureata in Storia presso l'Università di Catania, un percorso accademico che mi ha permesso di immergermi nei racconti e nei segreti di questa meravigliosa isola. Durante gli studi, ho perfezionato le mie competenze con un master in Conservazione dei Beni Culturali, comprendendo ancor di più l'importanza di preservare queste ricchezze per le generazioni future. Attraverso i miei articoli, esploro non solo i grandi siti turistici, ma anche i piccoli gioielli meno conosciuti che celano storie straordinarie e avvincenti. Porto i lettori in un viaggio attraverso l'arte e l'architettura, dall'epoca greca a quella normanna, passando per i fasti del Barocco siciliano. Quando non sono impegnata nella ricerca o nella scrittura, mi piace camminare per le vie dei centri storici, partecipare a conferenze e visitare musei e gallerie d'arte. Credo fermamente che ogni pietra, ogni dipinto e ogni edificio abbia una storia da raccontare, ed è mio compito dare voce a queste storie. Vi invito a seguirmi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, scoprendo insieme le meraviglie artistiche e architettoniche che hanno modellato la nostra identità culturale

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