L’annullamento del Presepe vivente di Genga per il quinto anno consecutivo ha suscitato un profondo dispiacere tra gli organizzatori, i figuranti e i visitatori che ogni anno affollavano il costone roccioso verso il Santuario di Valadier. Questo evento, che ha visto la luce nel 1981, ha attirato oltre 400.000 persone, diventando un punto di riferimento per il turismo natalizio nell’entroterra anconetano. Mario Vescovi, fondatore dell’Associazione che gestisce l’evento e attualmente assessore al comune di Genga, ha espresso il suo rammarico, sottolineando che il Presepe rappresenta una tradizione che attraversa generazioni.
motivazioni dell’annullamento
Le motivazioni dietro questa decisione sono principalmente due:
- Diminuzione del personale coinvolto nell’organizzazione.
- Nuove normative di safety/security imposte dai lavori di raddoppio della ferrovia Falconara-Orte.
Questi lavori hanno comportato una riduzione dei posteggi disponibili nell’area della Cuna, creando un problema significativo per un evento che richiede ampie aree di sosta. Inoltre, l’accesso al Presepe vivente è limitato a un massimo di 2.000 persone contemporaneamente, un numero insufficiente rispetto ai 300 figuranti e al personale di supporto coinvolto.
impatti passati e futuri
Negli anni precedenti, la situazione è stata simile. Nel 2021, nonostante i preparativi fossero stati completati, un’ordinanza di sicurezza ha impedito le rappresentazioni natalizie. La mancanza di vie di accesso adeguate ha reso impossibile garantire la sicurezza necessaria. Questo ha portato a frustrazione tra i membri dell’associazione e a una diminuzione del numero di volontari.
L’anno scorso, l’Associazione aveva manifestato ottimismo per il Natale 2024, promettendo di cercare professionisti per aggiornare il Piano di sicurezza. Tuttavia, la mancanza di risorse ha portato a un ulteriore calo di partecipazione, culminando nell’annullamento dell’evento anche quest’anno. Vescovi ha sottolineato la necessità di un piano a lungo termine per il futuro del Presepe vivente.
impatto culturale e sociale
L’assenza del Presepe vivente ha anche ripercussioni culturali e sociali sulle comunità locali. Questo evento non è solo una rappresentazione della Natività, ma un momento di aggregazione e di riscoperta delle tradizioni natalizie. La sua mancanza si fa sentire non solo a livello turistico, ma anche sul piano della coesione sociale e del senso di appartenenza alla comunità.
In un’epoca in cui la valorizzazione del patrimonio culturale è fondamentale, il caso di Genga rappresenta un campanello d’allarme per altre realtà simili. Le difficoltà nell’organizzare eventi di grande richiamo e l’adeguamento alle normative di sicurezza non devono diventare un ostacolo insuperabile. Al contrario, dovrebbero spingere amministrazioni e associazioni a lavorare insieme per trovare soluzioni innovative.
In attesa di sviluppi futuri, i sostenitori del Presepe vivente di Genga possono solo sperare che le prossime festività portino una rinnovata energia e un impegno collettivo per riportare in vita questo evento straordinario. Ciò richiederà un piano di sicurezza aggiornato e un rinnovato spirito di collaborazione tra comunità e professionisti del settore, affinché il suggestivo Presepe vivente possa tornare a rappresentare un simbolo di un Natale che abbraccia il passato e guarda al futuro.