Dal 18 gennaio al 27 aprile 2024, il Museo Internazionale delle Ceramiche (Mic) di Faenza ospiterà una mostra dedicata a Giacinto Cerone, uno dei più intriganti e innovativi scultori italiani del ventesimo secolo. Cerone, nato nel 1957 e scomparso nel 2004, si distingue per il suo approccio unico e libero alla scultura, lontano da qualsiasi corrente, scuola o moda del momento. Questa esposizione, intitolata “L’angelo necessario. Sculture e disegni”, rappresenta un’importante occasione per esplorare la sua opera e il suo linguaggio artistico, caratterizzato da una forte irruenza espressiva e da una grande varietà di materiali e tecniche.
materiali e tecniche di cerone
Giacinto Cerone è noto per la sua abilità nell’utilizzare diversi materiali nella sua produzione scultorea. Tra questi, si possono annoverare:
- Legno
- Ceramica
- Plastica
- Metallo
- Marmo
- Gesso
- Pietra
Questa poliedricità non si limita soltanto alle sculture; il suo lavoro include anche una significativa produzione di disegni, che si sviluppano in gran parte in modo indipendente rispetto alle opere plastiche. Cerone ha sempre cercato di esplorare il potenziale espressivo di ogni materiale, utilizzando tecniche che enfatizzano la velocità e la gestualità, rendendo ogni opera una manifestazione spontanea della sua creatività.
faenza: un laboratorio artistico
La scelta di Faenza come luogo privilegiato per la sua arte non è casuale. Già dal 1993, Cerone ha trovato nella storica città romagnola un laboratorio ideale per realizzare ceramiche smaltate, impiegando approcci di lavoro non convenzionali. Le sue ceramiche si caratterizzano per l’uso audace di colori e forme, esprimendo l’essenza della sua ricerca artistica e la sua volontà di superare i confini tradizionali della ceramica. Questo legame con Faenza è stato fondamentale, in quanto la città è storicamente conosciuta per la sua tradizione ceramica e artistica.
un percorso espositivo ricco e variegato
La mostra al Mic propone un percorso ricco e variegato, presentando circa 45 sculture realizzate con materiali diversi e provenienti da periodi distinti della vita di Cerone, accanto a 35 disegni, alcuni dei quali di grande formato. Le opere sono organizzate in serie tematiche che riflettono l’ampio raggio d’azione dell’artista, come:
- Malerbe
- Fiumi vietnamiti
- Gessi
- Metalli
Tra le opere più emblematiche, spiccano “Cenacolo” e “Ofelide”, che racchiudono in sé un significato iconico e funerario, invitando lo spettatore a una riflessione profonda sulla vita e sulla morte.
La curatela della mostra è affidata a Marco Tonelli, un critico d’arte che ha dedicato la sua carriera a esplorare le espressioni più innovative dell’arte contemporanea. Tonelli, insieme al supporto dell’Archivio Cerone e di prestatori privati, ha voluto delineare la figura di Cerone come uno scultore a tutto tondo, capace di concepire la scultura in modo totale. Ogni installazione è concepita come un’opera in sé, esprimendo così la visione complessiva dell’artista.
Inoltre, la mostra rappresenta un’importante occasione per riscoprire un artista che ha saputo mantenere una sua individualità e libertà creativa in un panorama artistico in continua evoluzione. L’opera di Cerone, con la sua forza espressiva e la sua varietà di materiali, continua a ispirare e a sfidare le convenzioni, invitando il pubblico a esplorare la complessità e la bellezza della scultura contemporanea.
“L’angelo necessario. Sculture e disegni” non è solo una celebrazione della vita e del lavoro di Giacinto Cerone, ma anche un invito a riflettere sul ruolo dell’arte nella nostra vita quotidiana e sulla capacità della scultura di comunicare emozioni e pensieri in modo profondo e immediato. La mostra al Mic di Faenza rappresenta dunque una tappa fondamentale per chi desidera comprendere meglio il linguaggio artistico di Cerone e l’eredità che ha lasciato nel panorama artistico italiano.