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L’alpinista della bordella denuncia il degrado: motorini abbandonati nelle falesie

Matteo Della Bordella è un nome che risuona nella comunità alpinistica italiana e internazionale, non solo per le sue straordinarie performance in montagna, ma anche per il suo impegno nella tutela dell’ambiente montano. La sua visione dell’alpinismo va ben oltre la semplice scalata; si tratta di un approccio olistico che unisce passione, responsabilità e formazione. La figura dell’alpinista moderno, secondo Della Bordella, deve essere composta da un professionista capace di gestire ogni aspetto di una spedizione: dalla preparazione tecnica alla conoscenza della medicina di montagna, dall’allenamento fisico alla raccolta di materiale fotografico e video per documentare le proprie esperienze.

Il progetto ‘Cai Eagle Team’

In particolare, Della Bordella sottolinea l’importanza del rispetto per la montagna, un valore che ha cercato di instillare nei giovani alpinisti attraverso il progetto ‘Cai Eagle Team’, avviato due anni fa in collaborazione con il Club Alpino Italiano. Questo programma non è solo una serie di corsi di alpinismo, ma un’opportunità per quindici ragazzi di età compresa tra i 20 e i 29 anni di apprendere e crescere in un contesto naturale, condividendo esperienze significative. Tra di loro, sei giovani alpinisti parteciperanno a una spedizione in Patagonia, un’impresa che Della Bordella considera un’esperienza di crescita collettiva piuttosto che un viaggio organizzato da un leader.

  1. Collaborazione: “Non porto solo loro in Patagonia, ci andiamo insieme,” afferma Della Bordella. Questa filosofia di condivisione e collaborazione è alla base del suo approccio all’alpinismo.
  2. Sensibilizzazione: Un aspetto fondamentale del progetto è la sensibilizzazione riguardo le questioni ambientali. Della Bordella ha constatato come la generazione attuale di giovani alpinisti sia già molto consapevole delle problematiche ecologiche.
  3. Recupero dei rifiuti: Ha collaborato con Massimo Faletti nel progetto ‘Climb and Clean’, che prevede il recupero di rifiuti abbandonati in aree di scalata.

L’impatto del cambiamento climatico

Il cambiamento climatico non è solo una questione di inquinamento, ma ha anche un impatto diretto sulle condizioni di scalata. Della Bordella osserva che le stagioni stanno cambiando e, di conseguenza, anche i periodi ottimali per le ascese. “Un tempo, molte salite si facevano in estate. Ora, con il caldo e il rischio di frane, è meglio considerare la primavera o l’autunno,” spiega. Questo significa che gli alpinisti, sia esperti che principianti, devono adattare le loro strategie e prepararsi con maggiore attenzione.

Preparazione e responsabilità

In termini di preparazione, Della Bordella sottolinea l’importanza di non improvvisare. Anche un’escursione apparentemente semplice richiede pianificazione e attenzione. “Informarsi sulle condizioni meteo, sulla zona e sul percorso è fondamentale,” avverte. Le esperienze in montagna possono essere imprevedibili e, senza una preparazione adeguata, anche il più esperto degli alpinisti può trovarsi in difficoltà.

Della Bordella è un portavoce di una nuova generazione di alpinisti che comprendono che l’alpinismo non è solo una questione di conquista, ma anche di responsabilità verso l’ambiente. La sua dedizione alla formazione dei giovani alpinisti e alla salvaguardia delle montagne è un esempio di come si possa praticare questo sport in modo sostenibile e consapevole. L’alpinismo moderno, secondo Della Bordella, non è solo una questione di abilità fisiche, ma una vera e propria filosofia di vita, dove il rispetto per la natura e per gli altri è al centro di ogni impresa.

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