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L’addio a riccardo, il runner che amava palermo e lo sport

La comunità dei runner palermitani è in lutto per la perdita di Riccardo Hartl, un uomo che ha saputo incarnare l’essenza dello sport e della solidarietà. Con il suo sorriso contagioso e la sua indomita determinazione, Riccardo era molto più di un semplice corridore: era un simbolo di perseveranza e un esempio per tutti coloro che hanno avuto il privilegio di condividerne il percorso, sia sportivo che personale.

Nato in una famiglia che ha sempre valorizzato il lavoro e la passione, Riccardo ha dedicato gran parte della sua vita al lavoro di camionista, ma la sua vera vocazione era la corsa. Attraverso ogni chilometro percorso, ha trovato la sua vera identità, quella di un uomo capace di affrontare le difficoltà con il sorriso, trasformando i momenti di fatica in occasioni di gioia. La sua scelta di trasferirsi a Palermo, insieme alla compagna Marina, ha rappresentato il coronamento di un sogno. Qui, ha trovato non solo un nuovo ambiente, ma anche una comunità accogliente che lo ha accolto a braccia aperte.

L’anima del parkrun

Riccardo Hartl è stato un pilastro del parkrun, un evento settimanale che promuove la corsa e la camminata in spazi aperti. Ogni sabato mattina, il Parco Uditore, il Foro Italico e il Parco della Favorita si animano di atleti e appassionati, e Riccardo era sempre in prima linea, pronto a incoraggiare chi si avvicinava per la prima volta e a fare due chiacchiere con i veterani. La sua presenza era sinonimo di amicizia e sportività. Molti lo ricordano con affetto per la sua capacità di unire le persone, facendole sentire parte di una grande famiglia.

Le parole di un amico risuonano come un eco: “Riccardo era un uomo che sapeva affrontare le sfide della vita con un sorriso. La sua passione per la corsa era contagiosa e ha ispirato molti a intraprendere un percorso simile”. Non era solo un corridore, ma un motivatore che spingeva gli altri a superare i propri limiti.

L’impatto della perdita

La notizia della sua morte, avvenuta a causa di una malattia che lo ha colpito all’improvviso, ha gettato un’ombra di tristezza sulla comunità. A sessant’anni, Riccardo ha lasciato un vuoto incolmabile nei cuori di chi lo conosceva. “Era un vincente in tutto e per tutto”, hanno dichiarato con affetto i suoi ex colleghi, esprimendo la loro solidarietà alla compagna e ai figli. La lotta di Riccardo contro la malattia è stata un esempio di coraggio e determinazione, ma la sua dedizione alla corsa e alla vita rimarrà sempre nei ricordi di chi lo ha amato.

Le parole della figlia Emily

Emily, la figlia di Riccardo, ha condiviso un messaggio commovente nel giorno della sua scomparsa: “Ciao papà. Fai buon viaggio, hai smesso di soffrire e mi piace immaginarti già in viaggio su un camion. I miei occhi sono i tuoi e spero tanto che anche la tua nipotina li prenda da noi”. Queste parole esprimono non solo il dolore per la perdita, ma anche una profonda gratitudine per il tempo trascorso insieme. In un momento così difficile, la famiglia ha scelto di trasformare il dolore in un gesto di amore verso i più bisognosi.

Niente fiori, ma opere di bene

In accordo con i desideri di Riccardo, i funerali hanno visto una richiesta particolare: “Niente fiori, ma opere di bene”. La compagna Marina ha esortato tutti a contribuire alla Emmanuel Family, un’organizzazione che sostiene i bambini in difficoltà in Nigeria. Questo gesto riflette il cuore generoso di Riccardo, sempre pronto a pensare agli altri e a contribuire per migliorare la vita degli altri.

Per onorare la memoria di Riccardo, il prossimo sabato non si svolgerà l’evento parkrun al Parco Uditore e alla Favorita, ma si avrà un momento speciale di commemorazione al Foro Italico. Gli organizzatori hanno fatto sapere: “Saremo tutti lì, correremo per Riccardo. In quel luogo sarà come averlo con noi. Non lo dimenticheremo mai”. Questo evento non solo celebra la sua vita, ma unisce la comunità di runner palermitana in un abbraccio collettivo, per ricordare un uomo che ha lasciato un segno indelebile nei cuori di tutti. La corsa, per Riccardo, non era solo un’attività fisica, ma un modo per connettersi con gli altri, costruire relazioni e esprimere amore per la vita e per Palermo.

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