Adolfo Bartoli è uno dei nomi più influenti nel panorama della cinematografia italiana e internazionale. Non solo per il suo straordinario talento come direttore della fotografia, ma anche per il suo approccio umano e generoso nei confronti del suo lavoro e dei suoi colleghi. Scomparso nel giugno del 2023, Bartoli ha lasciato un’eredità duratura nel mondo del cinema, raccontata nel libro “Incontri che cambiano la vita. Il cinema di Adolfo Bartoli, artigiano della luce”, curato da Gerry Guida e pubblicato da Artdigiland.
Gli inizi della carriera di Adolfo Bartoli
Nato a Roma, Bartoli ha avviato la sua carriera nel mondo del cinema grazie a un incontro fortunato con Pasqualino De Santis, uno dei più grandi direttori della fotografia della sua epoca. Questo sodalizio ha segnato le prime tappe della sua formazione, permettendogli di apprendere le tecniche e i segreti del mestiere. Tra i film significativi in cui ha collaborato come assistente, spiccano:
- Gruppo di famiglia in un interno di Luchino Visconti
- Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi
Queste esperienze hanno forgiato il suo stile e la sua sensibilità artistica, che avrebbero caratterizzato il suo lavoro successivo.
La consacrazione professionale all’estero
Bartoli ha trovato la sua consacrazione professionale all’estero, lavorando in diverse produzioni internazionali. La sua carriera lo ha portato in luoghi esotici e spesso pericolosi, come:
- La Cambogia e Hong Kong per Lord Jim di Richard Brooks
- La foresta amazzonica per I miracoli accadono ancora di Giuseppe Maria Scotese
Ha vissuto momenti storici, come durante la guerra del Kippur in Israele e la divisione di Cipro, esperienze che hanno arricchito il suo repertorio narrativo e visivo.
Collaborazioni significative e opere cult
Il suo lavoro con il regista e produttore Gianfranco Bernabei ha portato Bartoli a esplorare la bellezza naturale dell’Australia e della Polinesia in produzioni come Tutti in pista nel Sesto Continente e Il grande oceano di Capitan Cook. Queste esperienze hanno messo in evidenza il suo talento e contribuito a creare un ponte tra culture diverse, utilizzando la luce e le immagini per raccontare storie universali.
Negli anni ’90, il culmine della sua carriera è stato raggiunto con The Second Jungle Book: Mowgli & Baloo, un film che ha segnato una delle produzioni internazionali più importanti in termini di budget a cui Bartoli ha partecipato. Questo progetto ha rappresentato una sfida significativa e un’opportunità per dimostrare la sua maestria.
Oltre al suo lavoro come direttore della fotografia, Bartoli ha mantenuto un forte legame con i suoi colleghi e amici del settore. La figura di Bartoli emerge non solo come un esperto artigiano della luce, ma anche come un mentore e una fonte di ispirazione per molti. La figlia di Adolfo, Tatum, nel libro sottolinea quanto fosse importante per il padre condividere le sue esperienze e il suo sapere con gli altri. Bartoli non si limitava a illuminare i set, ma cercava di “illuminare” anche le vite delle persone che lo circondavano.
In un’epoca in cui il mondo del cinema è in continua evoluzione, la figura di Adolfo Bartoli rimane un simbolo di passione e dedizione. La sua carriera, costellata di successi e collaborazioni significative, è un esempio di come il talento, unito a una mentalità aperta e collaborativa, possa portare a risultati straordinari. Bartoli ha illuminato il mondo del cinema con la sua arte, e il suo lascito continuerà a ispirare generazioni di cineasti e appassionati di tutto il mondo.