Michael Cisco, autore di culto nel panorama della letteratura weird e neogotica, ha recentemente fatto il suo esordio in Italia con il romanzo ‘Lo studente del divino’, pubblicato dalla casa editrice Mercurio. Questo libro, uscito originariamente nel 1999 negli Stati Uniti, è un viaggio avvincente nel mondo delle parole perdute e un’esplorazione dell’esistenza umana attraverso il linguaggio e la letteratura. Cisco, che vive a New York City e ha 54 anni, si è sempre sentito attratto dalla potenza del linguaggio, descrivendolo come un elemento vitale in grado di generare reazioni chimiche tra chi scrive e chi legge.
La città di San Veneficio
In un’intervista con l’ANSA, Cisco ha parlato dell’importanza della lingua nella sua opera. “Il nome della città di San Veneficio ha un’associazione magica; ‘veneficio’ evoca veleno o qualcosa di allucinatorio, e questo deve avere un effetto sulla coscienza del lettore”, spiega l’autore. La città immaginaria di San Veneficio, con la sua atmosfera decadente e cupa, diventa il palcoscenico per la storia di un protagonista senza nome, il quale vive un’esperienza di morte e rinascita.
Il viaggio metafisico dello studente
Il fulcro della narrazione ruota attorno a uno Studente del Divino che, colpito da un fulmine, si trova a vivere una sorta di resurrezione. Il suo corpo viene svuotato, e le sue interiora vengono sostituite da pagine di libri e testi antichi. Questa trasformazione lo costringe a intraprendere un viaggio metafisico alla ricerca delle parole più segrete, quelle che detengono il potere e la capacità di creare. È un percorso che lo porta a confrontarsi con gli abitanti eccentrici e inquietanti di San Veneficio, in un’esperienza che oscilla tra incubo e realtà.
Cisco descrive la rinascita del suo protagonista come “imperfetta”, sottolineando che non è tornato in vita per godere di una seconda opportunità, ma per adempiere a una missione specifica. “È una rinascita mostruosa. Ogni volta che cammina, il suo corpo scricchiola, e si sente il rumore delle pagine che si muovono dentro di lui”, racconta l’autore. Cisco sintetizza questa idea affermando che la letteratura è un mezzo attraverso il quale i morti continuano a comunicare, e il linguaggio sembra vivere di vita propria, indipendente dagli esseri umani.
Riflessioni sulla mortalità e l’evoluzione dell’autore
La sua prosa poetica e ipnotica è arricchita da una forte consapevolezza della mortalità. “Fin da piccolo ho sempre avuto coscienza della morte, mi spaventa”, ammette. Scrivere ‘Lo studente del divino’ è stato un modo per Cisco di affrontare questa paura e rendere tangibile il concetto di mortalità. “Ho reso le parole materia letteraria in un’operazione di assemblaggio simile a quella di Frankenstein”, spiega.
Nonostante il suo esordio risalga a molti anni fa, Cisco non ha mai smesso di evolversi come scrittore. Parlando della sua crescita artistica, afferma: “Se hai diversi figli, non guardi al primo e pensi che avresti potuto crescerlo diversamente. È lo stesso con questo libro: è una fotografia dello scrittore che ero all’epoca, una persona che soffriva e aveva la necessità di scrivere”. Oggi, pur ambientando le sue opere in contesti più moderni, come banche e grattacieli, Cisco mantiene quel senso di grottesco e demoniaco che caratterizza ‘Lo studente del divino’.
Inoltre, l’autore esprime la sua emozione per essere pubblicato da una casa editrice italiana e per la sua prima visita nel nostro Paese. “La letteratura europea ha influenzato profondamente il mio lavoro. Autori come Dino Buzzati e Italo Calvino sono stati fondamentali per la mia formazione”, confida. Cisco insegna letteratura in un college pubblico di New York, dove gli studenti provengono da contesti diversi, molti dei quali sono immigrati. Questo lo porta a riflettere sulla situazione politica negli Stati Uniti e sulla vittoria di Donald Trump, che considera un “fallimento politico” del partito democratico.
Secondo Cisco, Trump ha saputo intercettare la rabbia popolare e ha creato capri espiatori, come l’immigrazione, per deviare l’attenzione da questioni più complesse. “Il 20% della forza lavoro negli Stati Uniti è composto da immigrati. Se venisse a mancare questa componente, l’economia crollerebbe”, sottolinea, evidenziando l’importanza della diversità e del contributo degli immigrati nella società americana.
La storia di Michael Cisco e del suo ‘Studente del divino’ è una testimonianza della potenza del linguaggio e della letteratura, che riescono a trasmettere emozioni e a esplorare le profondità dell’animo umano.