L’arte di Costantino Nivola rappresenta un ponte tra la Sardegna preistorica e il mondo contemporaneo, un dialogo che prende vita attraverso la mostra “Sulle spalle dei giganti”. Questa esposizione, promossa dalla Fondazione Mont’e Prama e dalla Fondazione Nivola, offre un’opportunità unica di esplorare le influenze che le antiche culture sarde hanno avuto sull’opera dell’artista di Orani. Situata in due sedi – il Museo Nivola di Orani e il Museo civico Marongiu di Cabras – la mostra si svolge dal 30 novembre al 25 marzo, mettendo in scena un confronto affascinante tra i capolavori della scultura e dell’architettura neolitica e nuragica e le opere di Nivola.
Il percorso espositivo si snoda attraverso una combinazione di sculture originali, fotografie e installazioni multimediali curate dal Visual computing group del Crs4, che documentano le testimonianze della preistoria sarda che hanno ispirato Nivola. La mostra nasce dalla collaborazione tra esperti di diverse discipline: Giuliana Altea e Antonella Camarda, entrambe storiche dell’arte, insieme ad archeologi come Luca Cheri e Anna Depalmas, e Carl Stein, architetto e collaboratore di Nivola. Questa sinergia interdisciplinare offre una visione integrata, fresca e plurale del legame tra Nivola e la sua terra d’origine.
Un nuovo approccio alla cooperazione museale
Anthony Muroni, presidente della Fondazione Mont’e Prama, sottolinea come questo progetto rappresenti un nuovo approccio alla cooperazione tra istituzioni museali, mettendo in dialogo passato e presente per una lettura evocativa della storia e dell’arte. Giuliana Altea, dal canto suo, evidenzia come il rapporto tra la preistoria e l’arte contemporanea sia un tema chiave del Novecento, e l’opera di Nivola ne è una manifestazione significativa, mai esplorata a fondo sotto questa prospettiva.
Il significato del titolo “Sulle spalle dei giganti”
Il titolo dell’esposizione, “Sulle spalle dei giganti”, richiama le imponenti statue di Mont’e Prama e l’aforisma medievale secondo cui gli uomini moderni sono come nani sulle spalle dei giganti antichi. Questo concetto si riflette nella scultura di Nivola, che fin dagli inizi si è ispirato agli anonimi maestri della preistoria sarda. La mostra si apre con una sezione in cui Nivola racconta il suo mito personale delle origini attraverso una serie di opere, tra cui un trittico in bronzo raro degli anni Sessanta.
L’influenza dei graffiti preistorici
Un altro aspetto affascinante del lavoro di Nivola è il suo interesse per i graffiti preistorici, come evidenziato da Antonella Camarda. Questi graffiti, visibili ancora oggi nelle domus de janas, hanno rappresentato una fonte costante d’ispirazione per Nivola. L’artista ha incorporato motivi incisi simili ai petroglifi nelle sue sculture e ha sviluppato la tecnica del graffito su intonaco fresco per grandi decorazioni pubbliche. Esempi di questa tecnica si trovano nella chiesa di Sa Itria a Orani e nel playground delle Wise Towers a Manhattan.
L’esplorazione dei menhir sardi
La mostra prosegue con l’esplorazione dei menhir sardi, grandi monoliti dalla forma ogivale, particolarmente presenti in Sardegna durante l’epoca prenuragica. Anna Depalmas sottolinea come questi enigmatici manufatti abbiano influenzato profondamente Nivola, che li ha citati nei suoi primi sandcast degli anni Cinquanta e nel progetto di Piazza Satta a Nuoro del 1967. L’esposizione propone un parallelo inedito tra i pozzi sacri nuragici, monumenti legati al culto delle acque, e l’arte di Nivola, che ne riprende vari elementi strutturali.
L’importanza dell’acqua nell’opera di Nivola
Carl Stein, collaboratore di Nivola, mette in evidenza l’importanza del tema dell’acqua nell’opera dell’artista. Nivola era affascinato dal contrasto tra l’abbondanza d’acqua negli Stati Uniti e la sua scarsità in Sardegna, una dualità che ha influenzato molte delle sue opere, come le fontane nei college Morse e Stiles all’Università di Yale e le Wise Towers a New York. L’acqua, per Nivola, non era solo un elemento estetico, ma una risorsa preziosa che alimentava il desiderio e l’immaginazione, riflettendo le sue radici sarde e il suo impegno nel dialogo tra culture e tempi diversi.