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La storia straordinaria della bimba di 1,4 chili con il pacemaker più piccolo al mondo

Un evento straordinario ha avuto luogo all’ospedale San Vincenzo di Taormina, dove un team di medici ha impiantato un pacemaker a una neonata di soli 1,4 chili, rendendola la più piccola paziente al mondo per peso a ricevere un dispositivo di questo tipo. Questo intervento, effettuato presso il Centro di cardiochirurgia pediatrica del Mediterraneo, rappresenta un importante traguardo nella lotta contro le cardiopatie congenite nei neonati.

La storia della piccola paziente, originaria di Agrigento, inizia ben prima della sua nascita. Durante la 28esima settimana di gestazione, i medici hanno diagnosticato un grave difetto di conduzione cardiaca. Se non trattato, questo problema poteva portare a conseguenze fatali per il feto. A complicare ulteriormente la situazione, la madre risultava positiva al dosaggio anticorpale per una rara patologia immunitaria congenita, nota come sindrome di Sjögren, che può influire sulla conduzione elettrica del cuore.

Per affrontare questa complessa situazione, la madre è stata ricoverata nel reparto di ginecologia dell’ospedale, diretto dalla dottoressa Lilly Klein. Grazie alla collaborazione del professor Rosario Foti, reumatologo dell’ospedale San Marco di Catania, la madre ha ricevuto una terapia infusionale con immunoglobuline e cortisone. Questo trattamento ha richiesto un monitoraggio costante della salute della madre e del feto, consentendo di prolungare la gravidanza fino alla 35esima settimana.

L’intervento chirurgico

La nascita della bambina, avvenuta in condizioni critiche, ha rivelato un ritmo cardiaco estremamente basso, non superando i 50 battiti al minuto. In questa fase, i medici hanno deciso di procedere all’impianto di un pacemaker epicardico a torace aperto, dopo oltre una settimana di ricovero nell’Unità operativa semplice di terapia intensiva neonatale, diretta dalla dottoressa Eleonora Di Tommaso. Durante questo periodo, la neonata è stata sottoposta a stimolazione artificiale del cuore senza alcun segno di recupero.

Il pacemaker impiantato è uno dei più piccoli disponibili sul mercato, il Microny di Abbott (USA), poco più grande di una moneta da 50 centesimi. L’intervento chirurgico, avvenuto senza complicanze, ha coinvolto diverse unità operative, tra cui l’Unità operativa di anestesia e rianimazione generale e l’Unità operativa di anestesia e rianimazione post-cardiochirurgica.

Un approccio multidisciplinare

Il direttore del Centro di cardiochirurgia pediatrica del Mediterraneo, dottor Sasha Agati, ha descritto l’intervento come un esempio straordinario di approccio multidisciplinare alle cardiopatie congenite. L’importanza di un lavoro di squadra tra diversi specialisti è stata fondamentale per il successo dell’operazione e per il recupero della neonata.

Dopo il delicato intervento, la piccola paziente ha mostrato segni di miglioramento. Oggi pesa 2,7 kg e ha ripreso un’alimentazione regolare. La dimissione dall’ospedale rappresenta un grande successo non solo per il team medico, ma anche per la famiglia, che può finalmente riunirsi a casa dopo un lungo periodo di incertezze e preoccupazioni.

Questo caso eccezionale ha attirato l’attenzione della comunità medica e dei media internazionali, sottolineando i progressi nella tecnologia medica e nella chirurgia pediatrica. Sebbene ci siano stati casi simili, come quello avvenuto in India nel 2015, la storia della neonata di Taormina segna un passo avanti significativo nel campo della cardiologia pediatrica.

Grazie a queste innovazioni e alla dedizione dei professionisti della salute, sempre più neonati con condizioni critiche possono avere accesso a cure salvavita che, solo pochi anni fa, sembravano impossibili. La storia della piccola paziente è un faro di speranza per molte famiglie e un esempio di come la tecnologia e l’umanità possano unirsi per affrontare le sfide più difficili.

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