La recente decisione della Procura generale di Catania di avocare l’inchiesta sugli omicidi di Alessandro Rovetta e Francesco Vecchio segna un nuovo capitolo in una vicenda tragica e complessa che risale al 31 ottobre 1990. Questi imprenditori, uccisi presso le Acciaierie Megara, sono diventati simbolo di una lotta più ampia contro la criminalità organizzata siciliana. La decisione di riaprire l’inchiesta arriva dopo un lungo percorso giudiziario caratterizzato da archiviazioni e nuove dichiarazioni da parte di collaboratori di giustizia.
il contesto del duplice omicidio
Il duplice omicidio di Rovetta e Vecchio si colloca in un contesto di interessi mafiosi e imprenditoriali che ha reso vulnerabili molti operatori economici in Sicilia. Gli imprenditori, attivi in un settore strategico come quello dell’acciaio, si sono trovati coinvolti in dinamiche oscure, dove le protezioni offerte dalla mafia si sono rivelate insufficienti a garantire la loro sicurezza. La loro morte ha avuto un impatto devastante, non solo a livello personale, ma anche sul mondo imprenditoriale e sulle istituzioni locali.
sviluppi recenti dell’inchiesta
Nel 2021, l’inchiesta ha subito una battuta d’arresto con l’archiviazione di cinque indagati. Il giudice per le indagini preliminari, Marina Rizza, ha motivato la sua decisione con la mancanza di elementi indiziari sufficienti. Tuttavia, ha disposto nuove indagini, suggerendo che le dichiarazioni di collaboratori di giustizia potessero rivelare dettagli cruciali. Tra i nomi emersi, quelli di Aldo Ercolano e Orazio Privitera sono stati indicati come figure chiave nel caso.
- A marzo 2023, la Procura ha richiesto un provvedimento cautelare nei confronti di Carmelo Privitera e Francesco Rapisarda.
- La richiesta è stata bloccata a causa dell’età avanzata di Privitera, suscitando scontento tra i familiari delle vittime.
- Il procuratore generale Carmelo Zuccaro ha firmato l’avocazione dell’inchiesta, assegnando il fascicolo ai sostituti Nicolò Marino e Giovannella Scaminaci.
nuove testimonianze e implicazioni
Il pentito Eugenio Sturiale ha fornito ulteriori dettagli, affermando che Ercolano avrebbe commissionato l’omicidio di Rovetta per ostacolare le indagini sulla famiglia catanese di Cosa Nostra. Questo aspetto suggerisce che l’omicidio non fosse un atto isolato, ma parte di una strategia più ampia. Inoltre, un altro collaboratore di giustizia, Giuseppe Ferone, ha indicato Carmelo Privitera come uno degli esecutori materiali del delitto, riaccendendo l’interesse su un caso apparentemente destinato all’archiviazione.
L’attenzione pubblica su questo duplice omicidio rimane alta, con richieste di giustizia e di maggiore sicurezza per gli imprenditori in un contesto ad alto rischio. Le indagini future saranno cruciali per chiarire le dinamiche di un caso che ha segnato profondamente la storia economica e sociale della Sicilia, in particolare per quanto riguarda il rapporto tra mafia e imprenditoria.
La vicenda di Rovetta e Vecchio è una ferita aperta per la comunità, e la speranza è che la nuova avocazione dell’inchiesta possa finalmente portare a risultati concreti e a verità riconosciute.