Quando un grande capolavoro viene rubato, la ferita non si rimargina mai completamente. Questo è particolarmente vero per il furto della “Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi” di Michelangelo Caravaggio, un’opera che ha lasciato un vuoto incolmabile nel cuore di Palermo dal giorno del suo furto avvenuto la notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969. Ogni palermitano conserva un ricordo di quell’opera, che non è solo un dipinto, ma una parte dell’anima della città, un simbolo della sua storia e del suo patrimonio culturale.
Il furto della “Natività” di Caravaggio è stato uno degli eventi più drammatici nella storia dell’arte italiana. La sua scomparsa ha alimentato storie, leggende e speculazioni che continuano a circolare. Nonostante le numerose indagini e le dichiarazioni di pentiti della mafia, il destino dell’opera rimane avvolto nel mistero, portando a una sorta di culto attorno all’opera, con l’auspicio che un giorno possa essere ritrovata.
Per onorare la memoria di questo capolavoro perduto, l’Associazione Amici dei Musei Siciliani ha dato vita alla rassegna NEXT nel 2010. Questa iniziativa si propone di trasformare il dolore per la perdita in una nuova opportunità di riflessione e rinascita creativa. Ogni anno, artisti di fama internazionale vengono invitati a reinterpretare la “Natività”, mantenendo le dimensioni originali del dipinto (268×197 cm) e seguendo il tema della Natività. Nel corso degli anni, la rassegna ha visto la partecipazione di nomi illustri come:
Ognuno di questi artisti ha portato la propria visione unica dell’opera, contribuendo a mantenere viva la memoria di Caravaggio.
Quest’anno, la rassegna presenta una nuova opera di Michelangelo Pistoletto, uno dei più importanti esponenti dell’Arte povera. La sua creazione è una superficie specchiante che occupa lo spazio lasciato vuoto dal dipinto di Caravaggio. Quest’opera non solo riflette l’ambiente circostante, ma crea anche un dialogo visivo con la rappresentazione del Martirio di San Lorenzo, anch’esso presente nell’Oratorio di San Lorenzo. In questo modo, Pistoletto riesce a generare suggestioni inedite che coinvolgono lo sguardo del visitatore, invitandolo a riflettere sulla dualità tra la bellezza dell’arte e il vuoto lasciato dalla perdita.
L’angelo che appare nell’opera di Pistoletto è un richiamo diretto all’immagine caravaggesca. Tuttavia, il cartiglio originario è sostituito dal segno matematico del doppio infinito, un elemento chiave del manifesto del Terzo Paradiso. Questo progetto esplora la relazione tra natura e artificio. Tra i due cerchi che rappresentano questi poli opposti, Pistoletto inserisce un terzo cerchio centrale, simbolo del grembo generativo di una nuova umanità. Questa visione suggerisce la possibilità di superare i conflitti e le opposizioni della contemporaneità attraverso un nuovo orizzonte di civiltà.
“Mantenendo una parte dell’antico dipinto”, ha dichiarato Pistoletto, “l’Angelo che scende dal cielo porta l’Annunciazione del Terzo Paradiso come simbolo di un equilibrio possibile tra natura e artificio.” Questa visione invita a una responsabilità collettiva, trasformando il conflitto in un nuovo orizzonte di civiltà, dove la creazione prevale sulla distruzione. Le parole dell’artista risuonano profondamente nell’attuale contesto sociale e culturale, dove la necessità di un equilibrio tra le forze naturali e artificiali è più che mai attuale.
L’opera di Pistoletto sarà esposta all’Oratorio di San Lorenzo fino all’8 gennaio, per poi trasferirsi nell’anti-oratorio fino al 17 ottobre 2025, in concomitanza con l’anniversario del furto. Questo non è solo un tributo alla grandezza di Caravaggio, ma anche un invito alla comunità a riflettere sul significato dell’arte nella nostra vita e sul suo potere di ispirare cambiamenti.
La “Natività” di Caravaggio non è soltanto un dipinto perduto; è un simbolo di speranza e di rinascita, un’opera che continua a vivere nel cuore di Palermo e nelle opere contemporanee che ne celebrano la memoria. La continuità della rassegna è un segno della resilienza della comunità e della potenza dell’arte nel mantenere viva la memoria e nel creare nuovi significati. La riflessione e l’interazione con l’arte non solo ci arricchiscono, ma ci invitano a esplorare le nostre identità e a confrontarci con il nostro passato, con la consapevolezza che ogni opera d’arte, anche se perduta, può continuare a ispirare e a guidare le generazioni future.
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