La magia di Peer Gynt rivive a Scala grazie a Clug - ©ANSA Photo
C’è un’aura di incanto che avvolge la musica di Edvard Grieg, creata per il dramma di Henrik Ibsen “Peer Gynt”. Questa magia si amplifica ulteriormente nei movimenti del balletto coreografato da Edvard Clug, in scena al Teatro alla Scala di Milano fino al 18 aprile. La produzione ha riscosso un grande successo, con tutti i biglietti sold out, testimonianza di un interesse crescente verso il balletto contemporaneo e le reinterpretazioni di classici della letteratura.
La coreografia di Clug, presentata per la prima volta alla Scala, è una rielaborazione di un lavoro originariamente creato dieci anni fa per il Balletto di Maribor. Da quel momento, la sua visione ha conquistato dieci compagnie di danza in tutto il mondo, trasformando “Peer Gynt” in un’opera dal respiro internazionale. Questa sfida artistica era tutt’altro che semplice, poiché la trama del poema di Ibsen è densa e complessa, richiedendo a Clug di operare dei tagli significativi per adattarla alla forma del balletto. Tuttavia, nonostante le semplificazioni, il balletto riesce a mantenere una narrazione chiara e avvincente.
La storia di “Peer Gynt” ruota attorno alle avventure del protagonista, un giovane ambizioso e sognatore, interpretato dal talentuoso Timofej Andrijashenko, che si alterna con Navrin Turnbull nel ruolo di Peer. Il balletto inizia con Peer che, spinto dalla sua impulsività, seduce la sposa Ingrid (interpretata da Agnese Di Clemente e Linda Giubelli), per poi abbandonarla senza rimpianti. Questa prima scena è fondamentale per comprendere il carattere di Peer, un uomo che vive costantemente in cerca di emozioni forti e nuove avventure, ma che rimane sempre in conflitto con le sue responsabilità.
La figura di Solveig (Martina Arduino e Alice Mariani), l’amore autentico di Peer, emerge come un punto fermo nella sua vita tumultuosa. Nonostante le sue fughe e le sue indecisioni, l’amore di Solveig è un tema ricorrente che accompagna Peer in ogni tappa del suo viaggio, simboleggiando un ideale di stabilità e sincerità che lui non riesce mai a conquistare completamente.
Uno degli elementi più affascinanti del balletto è la ricchezza visiva delle scenografie e dei costumi. Leo Kulas ha realizzato costumi che richiamano l’estetica nordica, mentre le scene di Marko Japelj riescono a trasportare il pubblico in un viaggio onirico attraverso le varie fasi della vita di Peer, dai tappeti orientali che rappresentano il suo viaggio come mercante, fino alla maestosa figura del cervo (Emanuele Cazzato) che simboleggia la ricerca di un ideale di libertà e bellezza.
Le coreografie di Clug si intrecciano sapientemente con la musica di Grieg, creando un dialogo tra danza e melodia che coinvolge gli spettatori in un’esperienza sensoriale unica. La presenza di figure iconiche come la donna in verde (Caterina Bianchi e Agnese Di Clemente) aggiunge un ulteriore strato di complessità e fascino, evocando la seduzione e il mistero che circondano il personaggio di Peer.
Inoltre, la produzione affronta tematiche profonde e universali, come la follia e la morte, incarnate dai personaggi del manicomio (Christian Faggetti e Andrea Crescenzi) e dai troll, figure fantastiche che rappresentano gli ostacoli interiori e le paure di Peer. Questi elementi non solo arricchiscono la narrazione, ma pongono anche interrogativi sul significato della vita e delle scelte che facciamo.
L’interpretazione musicale del direttore d’orchestra Victorien Vanoosten ha ricevuto un’accoglienza particolarmente calorosa dal pubblico. La sua conduzione ha saputo esaltare le sfumature della partitura di Grieg, facendo emergere la bellezza e la complessità delle melodie che accompagnano le danze. L’orchestra del Teatro alla Scala, una delle più prestigiose al mondo, ha dimostrato la propria abilità nel dare vita a queste composizioni, contribuendo a un’esperienza complessiva di grande impatto emotivo.
La scelta di portare “Peer Gynt” in scena alla Scala rappresenta un passo importante per il teatro milanese, che continua a esplorare e innovare nel campo della danza e del balletto. Questa produzione non solo celebra il talento di Clug e la bellezza della musica di Grieg, ma offre anche un’opportunità per riflettere sulle esperienze umane universali, attraverso il corpo e il movimento.
Con un cast di ballerini di straordinaria bravura e una visione artistica audace, “Peer Gynt” alla Scala è un evento da non perdere, un’occasione per immergersi nella magia della danza e della musica, dove ogni movimento racconta una storia e ogni nota evoca emozioni profonde.
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