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La lotta silenziosa della siria nel frutteto di damasco

Camille Neveux, giornalista e scrittrice francese, ha creato un’opera di grande impatto emotivo e sociale con il suo libro “Il frutteto di Damasco”, pubblicato da TRE60. Questo romanzo non è solo una saga familiare, ma un potente racconto di resistenza e speranza ambientato in una Siria dilaniata dalla guerra e oppressa da un regime dittatoriale. La storia si concentra su tre generazioni di una famiglia siriana, i cui destini si intrecciano con le vicende storiche del paese, in particolare tra la fine degli anni ’90 e la primavera del 2024.

Il significato del frutteto

Il titolo del libro trae origine da una regione fertile vicino a Damasco, a Daraya, un luogo simbolico che rappresenta la bellezza e la prosperità che la Siria ha perso a causa della guerra. Neveux ci conduce attraverso un viaggio che esplora non solo la vita quotidiana della sua famiglia, ma anche il clima politico oppressivo in cui è cresciuta. La figura di Hafiz Al-Assad, il dittatore alawita che ha governato la Siria con pugno di ferro, è centrale in questo racconto. Anche con la successione del figlio Bashar, il regime continua a esercitare un controllo autoritario, soffocando ogni forma di dissenso.

La lotta per la libertà

La narrazione si apre su Aissa, un giovane che, insieme alla sorella Fulla e al marito di questa, Majed, decide di unirsi a un movimento pacifico per il ripristino delle libertà costituzionali. Questo gesto di coraggio segna l’inizio di un percorso drammatico, poiché il regime risponde con una brutale repressione, infliggendo violenze e torture a chi osa opporsi. Majed, in particolare, diventa una vittima del regime, rappresentando il prezzo tragico che molti siriani hanno dovuto pagare per la loro lotta per la libertà.

In questo contesto, la piccola Nermine, figlia di Fulla e Majed, si trova a crescere in Libano, lontano dalla sua terra natale. Ignorando il segreto che circonda la sua nascita e la sorte dei suoi genitori, Nermine diventa simbolo di una generazione che vive in esilio, portando con sé il peso della storia familiare e nazionale. La responsabilità di mantenere viva la memoria e il legame con le proprie radici ricade su di lei, mentre il mondo attorno a lei continua a cambiare.

Un viaggio attraverso il tempo

Neveux alterna abilmente i piani temporali, facendo oscillare il lettore tra i momenti di rivolta del 2011, l’estate del 2014 e la primavera del 2024. Attraverso questi salti temporali, il racconto svela la progressione della crisi siriana e il modo in cui la vita delle persone comuni viene travolta dagli eventi. I protagonisti sono costretti a prendere decisioni impossibili, come quella di fuggire all’estero in cerca di sicurezza, lasciando dietro di sé una patria in guerra.

  1. Aissa si ritrova a Parigi, lottando con il senso di colpa per essere scappato.
  2. La sua testimonianza rivela le tensioni interiori di chi ha dovuto scegliere tra la vita e la morte, tra la lotta e la fuga.
  3. “Sì, sono scappato. Non potevo continuare la rivoluzione da solo. Sarei morto in Siria”, confida Aissa, evidenziando il conflitto tra il desiderio di combattere per la libertà e la volontà di sopravvivere.

Un messaggio di speranza

La storia di “Il frutteto di Damasco” è anche una celebrazione del coraggio e della resilienza del popolo siriano. Neveux riesce a trasmettere l’umanità dei suoi personaggi, invitando il lettore a empatizzare con le loro esperienze e le loro sofferenze. La scrittrice offre uno sguardo intimo su come la guerra e la repressione hanno plasmato le vite di milioni di siriani, costringendoli a vivere in un contesto di paura e incertezza.

Inoltre, la narrazione di Neveux non si limita a descrivere il dolore e la sofferenza. Essa mette in evidenza anche i momenti di speranza e di resistenza che si manifestano nonostante tutto. La lotta per la libertà e la giustizia continua a pulsare nel cuore di chi ha vissuto l’oppressione, dimostrando che la determinazione e il desiderio di un futuro migliore non possono essere facilmente spenti.

Camille Neveux, con il suo background di giornalista e la sua esperienza nel mondo arabo, riesce a dare voce a chi spesso non ha la possibilità di farlo. La sua opera è un invito a riflettere sulla complessità della situazione siriana, sulla lotta per i diritti umani e sulla necessità di sostenere chi cerca di costruire un futuro di pace e libertà. “Il frutteto di Damasco” è un libro che non solo racconta una storia, ma si fa portavoce di un intero popolo che continua a lottare per la propria dignità e i propri diritti.

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