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La lezione di storia di paolo ruffini: mussolini in aula

Paolo Ruffini, poliedrico artista italiano, torna in libreria con un’opera che promette di catturare l’immaginazione dei lettori: “Benito, presente!”. Questo romanzo, in uscita il 4 febbraio per Baldini+Castoldi, esplora il tema della Storia e del suo possibile cambiamento attraverso l’amore e l’educazione. Non si limita a raccontare una storia, ma sfida i lettori a riflettere su come le nostre interazioni quotidiane possano influenzare il corso degli eventi storici.

Il protagonista e il suo conflitto

Il protagonista della narrazione è Edoardo Meucci, un insegnante di Storia in un liceo di Milano, descritto come un uomo profondamente radicato in un’ideologia di sinistra ormai scomparsa. Edoardo è un personaggio solitario e asociale, spesso in conflitto con i suoi studenti e colleghi. La sua indole combattiva lo porta a scontrarsi con uno studente che esprime ammirazione per alcuni aspetti del fascismo, provocando una reazione eccessiva da parte del docente. Questo episodio culmina nella sua sospensione e nella decisione del preside di trasferirlo in una scuola elementare a Predappio, il paese natale di Benito Mussolini.

L’ambientazione storica di Predappio

L’ambientazione di Predappio, con il suo carico di storia e simbolismo, offre un contesto ricco e provocatorio per la narrazione. Qui, Edoardo si trova a dover affrontare non solo la sua personale avversione per il regime fascista, ma anche la sfida di educare una generazione di giovani, tra cui il piccolo Benito, che si rivela essere un bullo violento e anaffettivo. Il contrasto tra Edoardo, un uomo di principi e valori, e il giovane Mussolini, già caratterizzato da tratti di prevaricazione e arroganza, diventa il fulcro della storia.

Un viaggio nel tempo

Un colpo di scena avviene quando, a causa di un incidente durante un temporale, Edoardo viene catapultato indietro nel tempo, precisamente nel 1890. Questo shock temporale offre al protagonista l’opportunità di confrontarsi direttamente con la figura di Mussolini da giovane. Qui si inserisce un elemento di fantastico che permette a Ruffini di giocare con le possibilità di cambiamento. Le domande principali che sorgono sono:

  1. Se Edoardo potesse influenzare il futuro dittatore, potrebbe cambiare il corso della Storia?
  2. La sua missione si trasformerà in una lotta contro il destino?

In questa nuova dimensione temporale, Edoardo incontra anche Luigi, un collega anarchico, e Editta, una giovane insegnante che combatte contro le ingiustizie di un sistema patriarcale. Questi personaggi aggiungono profondità alla narrazione, rappresentando diverse ideologie e approcci alla vita e all’educazione.

Temi centrali del romanzo

La tensione tra violenza e amore, tra repressione e libertà, diventa un tema centrale del romanzo. Ruffini invita i lettori a riflettere su come le decisioni prese nel passato possano avere ripercussioni enormi nel presente e nel futuro. La scelta di Edoardo di cercare di educare il piccolo Mussolini piuttosto che eliminarlo fisicamente rappresenta un tentativo di rompere il ciclo della violenza e della dittatura, suggerendo che la vera rivoluzione inizia dall’interno, dalle relazioni umane.

“Benito, presente!” si propone non solo come un racconto avvincente, ma anche come un’opera che solleva interrogativi importanti sulla responsabilità educativa e il potere delle scelte individuali. La scrittura di Ruffini, ricca di ironia e sensibilità, riesce a rendere accessibile un tema complesso come quello della formazione dell’identità e del ruolo che ognuno di noi può avere nella Storia.

In un periodo in cui il dibattito su fascismo e antifascismo è ancora molto attuale, il romanzo di Ruffini offre un’opportunità per riflettere sulla nostra relazione con il passato e su come possiamo, attraverso l’educazione e l’amore, tentare di costruire un futuro migliore. La figura di Edoardo Meucci diventa così non solo quella di un insegnante, ma di un simbolo di speranza e resistenza contro le ingiustizie, un faro in un mare di oscurità storica.

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