Nel panorama cinematografico italiano, il nuovo film di Roberto Andò, “L’abbaglio”, si distingue come un tentativo audace di reinterpretare uno degli eventi più significativi della nostra storia: l’impresa dei Mille, guidata da Giuseppe Garibaldi nel 1860. Presentato in anteprima a Roma, il film si distacca dalle narrazioni tradizionali, ponendo l’accento non solo sull’eroismo degli eventi, ma anche sulla disillusione e sull’umanità dei personaggi coinvolti.
Andò, noto per la sua capacità di esplorare le sfumature della condizione umana, utilizza una narrazione che si sviluppa attorno a due personaggi emblematici: Domenico Tricò, interpretato da Ficarra, e Rosario Spitale, interpretato da Picone. Questi due uomini, semplici e comuni, si trovano ad affrontare una realtà che va ben oltre l’ideale romantico dell’unità nazionale. La loro iniziale diserzione simboleggia una mancanza di fiducia nei grandi ideali che Garibaldi rappresentava. Solo alla fine del film ritrovano un briciolo di dignità, un tema che risuona fortemente in un’epoca contemporanea in cui le promesse politiche spesso si rivelano vuote.
un’opera di grande produzione
Il film, con un budget di 18 milioni di euro, si distingue per la sua produzione imponente e per l’uso del dialetto siciliano, una scelta che rende i dialoghi ancora più autentici e vicini alla cultura locale. Questi elementi conferiscono un’atmosfera di immediata vicinanza, permettendo agli spettatori di immergersi nella realtà dei personaggi. Andò descrive il suo lavoro come un “western” ambientato in Sicilia, una terra di confine in cui le speranze e le aspirazioni si scontrano con la dura realtà.
una visione complessa di garibaldi
Garibaldi, interpretato da Tommaso Ragno, viene presentato non solo come un eroe, ma anche come un uomo imperfetto, spesso sopraffatto dagli eventi che lo travolgono. Andò sottolinea come molti giovani dell’epoca vedessero Garibaldi come un messia, un portatore di cambiamento e di libertà. Tuttavia, l’idealismo di quel periodo cozza con la successiva disillusione, un tema che è particolarmente attuale oggi. “Quello che Garibaldi promise purtroppo non fu tutto mantenuto”, afferma Andò, evidenziando come la storia, spesso, non sia un racconto di trionfi, ma di compromessi e delusioni.
riflessioni sul patriottismo
La figura di Vincenzo Giordano Orsini, interpretato da Toni Servillo, aggiunge una dimensione filosofica al film. Orsini, colonnello palermitano, rappresenta la riflessione e il dubbio, elementi che contrastano con l’azione diretta di Garibaldi. La sua presenza pone interrogativi sulla natura del patriottismo e sulla verità dietro alle guerre di liberazione. Chi sono realmente i vincitori e chi i vinti? E a quale costo si raggiungono gli obiettivi politici?
Il cast del film è ricco di talenti, tra cui Pascal Greggory nel ruolo di Jean-Luc Von Mechel, comandante svizzero dell’esercito borbonico. La sua presenza introduce una prospettiva internazionale alla narrazione, mostrando come l’impresa garibaldina non fosse solo una questione italiana, ma avesse ripercussioni più ampie. In questo contesto, Andò riesce a dare una voce a personaggi che spesso rimangono nell’ombra, enfatizzando il fatto che la storia è fatta non solo di grandi nomi, ma anche di vite quotidiane.
“L’abbaglio” si presenta dunque come un’opera che invita a riflettere sul passato, ma soprattutto sul presente. La Grande Guerra, che molti considerano un simbolo di speranza e unità, viene messa in discussione, rivelando le crepe di un ideale che, alla prova dei fatti, si trasforma in un’illusione. Attraverso il racconto di queste vite comuni, Andò riesce a evocare una narrazione universale: quella dell’essere umano che lotta per trovare il proprio posto in un mondo in continuo cambiamento.
In un’epoca in cui i conflitti sembrano perpetuarsi e i sogni di libertà e unità sembrano lontani, “L’abbaglio” si erge come un monito e una riflessione profonda sulla nostra storia e sulla nostra identità. La capacità di Andò di intrecciare il passato con il presente offre uno spunto per comprendere meglio il nostro contesto attuale e le sfide che ci attendono. Con una narrazione che sfida le convenzioni, questo film si propone non solo come un’epopea storica, ma come un’opera che invita a guardare oltre il velo dell’eroismo per scoprire le fragilità e le complessità dell’animo umano.