Il 2023 segna un traguardo significativo per la cooperazione archeologica tra Italia e Tunisia, con il sessantesimo anniversario della prima missione archeologica italo-tunisina. Per commemorare questo importante evento, l’Institut National du Patrimoine (INP), l’Ambasciata d’Italia in Tunisia e l’Istituto Italiano di Cultura di Tunisi hanno organizzato due giornate di studio, che si terranno il 23 e 24 aprile presso il Museo Nazionale del Bardo di Tunisi. Questo prestigioso museo, famoso per la sua collezione di mosaici romani e reperti archeologici, rappresenta un luogo simbolico per la celebrazione di una collaborazione che ha arricchito entrambi i Paesi nel campo della cultura e della storia.
Le giornate di studio: un’importante piattaforma
Le giornate di studio offriranno un’importante piattaforma ai direttori delle missioni di scavo congiunte per presentare i risultati delle loro ricerche e discutere i progetti in corso. Questa iniziativa non solo mira a far conoscere al pubblico il lavoro svolto, ma anche a promuovere la divulgazione scientifica, fondamentale per sensibilizzare la popolazione sull’importanza della salvaguardia del patrimonio culturale. Sarà un’occasione per approfondire temi cruciali come:
- La tutela dei siti archeologici
- La valorizzazione del patrimonio storico
- La collaborazione internazionale nel settore archeologico
Tra i progetti di cooperazione che verranno discussi, spicca la collaborazione tra l’INP e il Parco Archeologico del Colosseo per la tutela del sito di El Jem, famoso per il suo imponente anfiteatro romano, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Questa iniziativa rappresenta un’opportunità per preservare un sito di straordinaria bellezza e per condividere conoscenze e tecniche di restauro.
L’importanza della cooperazione italo-tunisina
L’ambasciatore d’Italia in Tunisia, Alessandro Prunas, ha sottolineato l’importanza di questa cooperazione, definendo il settore archeologico come uno dei più dinamici e rappresentativi del dialogo culturale tra i due Paesi. Con 14 missioni attive, l’Italia si conferma come il primo partner tunisino nel settore archeologico, una posizione che non si basa solo sui risultati scientifici raggiunti, ma anche su un modello di cooperazione che valorizza:
- Lo scambio di competenze
- L’arricchimento culturale reciproco
- La formazione nella conservazione e nel restauro
La collaborazione tra ricercatori e studiosi italiani e tunisini ha portato alla scoperta di numerosi siti archeologici di grande importanza storica e culturale, coprendo un ampio arco temporale che va dalla Preistoria al Medioevo.
Opportunità per il turismo culturale
Un aspetto fondamentale delle missioni archeologiche è la formazione del personale locale, che rappresenta un investimento per il futuro. Attraverso workshop, corsi di aggiornamento e scambi di esperienze, i professionisti tunisini hanno l’opportunità di apprendere metodologie avanzate di scavo, catalogazione e restauro. Questo approccio formativo non solo eleva il livello delle competenze locali, ma promuove anche una maggiore consapevolezza della necessità di proteggere e valorizzare il patrimonio culturale.
Inoltre, le missioni archeologiche offrono anche un’importante opportunità per il turismo culturale, che rappresenta una fonte vitale di sostentamento per molte comunità in Tunisia. La valorizzazione dei siti archeologici può attrarre visitatori, sostenendo l’economia locale e promuovendo una maggiore conoscenza della storia e delle tradizioni tunisine.
L’evento del 23 e 24 aprile non è solo un momento di riflessione sui progressi compiuti, ma anche un’opportunità per tracciare il futuro della cooperazione italo-tunisina nel campo dell’archeologia. Con la crescente globalizzazione e le sfide legate alla conservazione del patrimonio culturale, è fondamentale continuare a investire in progetti di cooperazione che garantiscano la protezione e la valorizzazione dei tesori storici, per le generazioni presenti e future. La celebrazione di questi 60 anni di missioni archeologiche rappresenta dunque un passo importante verso un futuro condiviso, ricco di scoperte e di scambi culturali fruttuosi.