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Intesa Sanpaolo svela tre nuove figure dal restauro del Martirio di Sant’Orsola

Il Martirio di Sant’Orsola, un capolavoro di Michelangelo Merisi da Caravaggio, ha recentemente riacquistato notorietà grazie a un restauro significativo in vista della mostra Caravaggio 2025. Questo straordinario dipinto, parte delle collezioni di Intesa Sanpaolo, ha rivelato dettagli inaspettati che arricchiscono la sua narrazione visiva. Fino al 6 luglio 2025, l’opera sarà esposta a Roma, presso il prestigioso Palazzo Barberini, in una mostra dedicata alla vita e all’arte del maestro.

Realizzato nel 1610, poco prima della morte di Caravaggio, il Martirio di Sant’Orsola è considerato uno dei suoi ultimi lavori. La recente revisione conservativa ha svelato tre nuove figure precedentemente invisibili, restituendo all’opera una nuova dimensione e complessità. Questo intervento è stato eseguito con grande attenzione dalle restauratrici Laura Cibrario e Fabiola Jatta presso le Gallerie d’Italia di Napoli, dove il dipinto è solitamente esposto.

Nuove figure emergenti

Le nuove figure scoperte includono:

  1. La punta del naso di un soldato e il contorno del suo elmo, situati a destra di Attila, il re degli Unni, rifiutato da Sant’Orsola.
  2. Un volto completamente nascosto prima del restauro.
  3. Una figura che potrebbe rappresentare un pellegrino, identificabile grazie al cappello indossato.

Queste scoperte non solo aumentano il numero delle figure, ma migliorano anche la qualità della rappresentazione. I colori e le forme sono stati riportati all’originaria nitidezza e brillantezza, consentendo al pubblico di apprezzare pienamente il genio di Caravaggio.

Elementi iconografici e cornice innovativa

Un altro aspetto interessante del restauro è la scoperta di un elmo di un armigero con una fessura per gli occhi, posizionato sopra la testa di Sant’Orsola. Questa scoperta arricchisce la composizione e offre nuove prospettive sul contesto storico e iconografico dell’opera.

Inoltre, la cornice originale è stata sostituita con una cornice secentesca dotata della moderna tecnologia Climaframe, progettata per garantire una conservazione ottimale del dipinto. Questa innovazione è fondamentale per la protezione dell’opera, permettendo una gestione del clima e delle condizioni ambientali più efficace.

Un impegno verso la conservazione

Michele Coppola, Executive Director di Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo, ha sottolineato l’importanza di questo restauro. “La responsabilità di avere in collezione l’ultimo dipinto di Caravaggio impone il coinvolgimento dei migliori studiosi e delle imprese private con le maggiori competenze tecniche,” ha dichiarato. Ogni decisione riguardante il restauro è stata presa in collaborazione con la Sovrintendenza e il Ministero, evidenziando l’importanza di un approccio integrato alla conservazione del patrimonio artistico.

L’opera di Caravaggio non è solo un esempio di abilità tecnica, ma anche un riflesso delle tensioni culturali e religiose del suo tempo. La storia di Sant’Orsola, una giovane martire cristiana, è rappresentata in modo drammatico, evidenziando le sfide e i sacrifici della fede. Con l’emergere di queste nuove figure, il racconto diventa ancora più ricco, permettendo al pubblico di esplorare strati di significato precedentemente nascosti.

La mostra Caravaggio 2025 rappresenta un’opportunità unica per ammirare il genio di Caravaggio e riflettere sull’importanza della conservazione del patrimonio artistico. Attraverso il restauro del Martirio di Sant’Orsola, Intesa Sanpaolo dimostra un forte impegno verso la salvaguardia della cultura e della storia, permettendo a tutti di avvicinarsi a opere che hanno segnato la storia dell’arte.

Grazie a queste nuove scoperte e al restauro meticoloso, il Martirio di Sant’Orsola non è solo un’opera d’arte, ma un vero e proprio documento storico che continua a raccontare la sua storia, coinvolgendo ogni spettatore in un viaggio visivo ed emotivo attraverso il tempo.

Stefania Palenca

Da sempre nutro una forte curiosità per le vicende passate e le tracce che hanno lasciato nel nostro presente. Ho scoperto presto che nulla racconta una storia meglio dei muri di un'antica cattedrale o delle pennellate su una tela impolverata. Mi sono laureata in Storia presso l'Università di Catania, un percorso accademico che mi ha permesso di immergermi nei racconti e nei segreti di questa meravigliosa isola. Durante gli studi, ho perfezionato le mie competenze con un master in Conservazione dei Beni Culturali, comprendendo ancor di più l'importanza di preservare queste ricchezze per le generazioni future. Attraverso i miei articoli, esploro non solo i grandi siti turistici, ma anche i piccoli gioielli meno conosciuti che celano storie straordinarie e avvincenti. Porto i lettori in un viaggio attraverso l'arte e l'architettura, dall'epoca greca a quella normanna, passando per i fasti del Barocco siciliano. Quando non sono impegnata nella ricerca o nella scrittura, mi piace camminare per le vie dei centri storici, partecipare a conferenze e visitare musei e gallerie d'arte. Credo fermamente che ogni pietra, ogni dipinto e ogni edificio abbia una storia da raccontare, ed è mio compito dare voce a queste storie. Vi invito a seguirmi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, scoprendo insieme le meraviglie artistiche e architettoniche che hanno modellato la nostra identità culturale

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Stefania Palenca

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