In pensione subito (e con assegno forte): arriva la procedura per colmare i buchi contributivi

Sogni la pensione nonostante i buchi contributivi? Ecco la procedura corretta per colmare i vuoti dell’INPS e raggiungere la pensione.  

Per molti la pensione potrebbe risultare ancora un miraggio, un traguardo quasi impossibile da raggiungere nel breve termine. Negli ultimi anni, inoltre, l’avanzare di carriere lavorative discontinue, precarie ed intermittenti, ha generato spesso dei buchi contributivi. Si tratta di periodi in cui il rapporto di lavoro viene interrotto o sospeso, negando il trattamento previdenziale al lavoratore.

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Come colmare i buchi contributivi e andare in pensione subito – Arabonormannaunesco.it

Questi periodi di vuoto possono compromettere la prestazione previdenziale futura e l’entità dell’assegno di quiescenza del lavoratore. Non solo, i buchi contributivi rallentano inevitabilmente il percorso del futuro pensionato verso il riscatto della suo assegno previdenziale e il suo raggiungimento dei contribuiti necessari per riceverlo.

Ecco che, in simili situazioni, il riscatto contributivo si rivela essere l’unico strumento totalmente valido per colmare il vuoto e allungare l’elenco dei contribuiti versati nel tempo. Recentemente, la discussa Legge di Bilancio 2024 ha introdotto diverse possibilità per procedere al riscatto contributivo e accorciare i tempi di attesa prima di ricevere la pensione.

Buchi contributivi: la procedura corretta per andare subito in pensione

La Legge di Bilancio 2024 ha reintrodotto la pace contributiva per riscattare, ai fini pensionistici, i periodi privi di contributi previdenziali, con un onore agevolato. Possono avvalersi di questa possibilità gli iscritti presso una delle gestioni previdenziali amministrate dall’INPS, perché privi di versamenti alla data del 31 dicembre 1995. Sono, invece, esclusi coloro che optano per una possibilità di ricalcolo contributivo della prestazione, in quanto in possesso di contribuzione accreditata precedentemente al 1996.

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Buchi contributivi e pensione: come colmare i vuoti e andare in pensione – Arabonormannaunesco.it

Il periodo da ammettere a riscatto, non deve essere coperto da contribuzione obbligatoria, figurativa, volontaria o da precedente riscatto. Non solo presso il Fondo cui è presentata la domanda stessa, ma anche in qualsiasi forma di previdenza obbligatoria. I periodi possono essere riscattati in una misura massima di cinque anni, anche non continuativi. Il costo del riscatto verrà quantificato in misura percentuale: sarà valutato secondo il sistema contributivo.

La base del calcolo dell’onore è caratterizzata dalla retribuzione assoggettata a contribuzione nei dodici mesi precedenti alla data della domanda ed è rapportata al periodo oggetto di riscatto. Tale retribuzione è attribuita temporalmente ai periodi riscattati. Per cui, i lavoratori giovani beneficeranno del maggior vantaggio del riscatto, dato dai pochi contributi e dalle basse retribuzioni.

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