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Il volto nascosto dei rider: tra rischi e stipendi da fame

L’identikit del rider a Palermo

Il lavoro di rider, sempre più diffuso nelle città italiane, ha assunto negli ultimi anni caratteristiche peculiari, soprattutto in contesti come quello di Palermo. Secondo un’indagine condotta dalla Cgil Palermo, è emerso un identikit chiaro di chi svolge questa professione, che si distingue non solo per i dati demografici, ma anche per le condizioni di lavoro e le sfide quotidiane che affronta.

Il rider tipo a Palermo ha un’età compresa tra i 30 e i 40 anni, con una netta predominanza maschile, che rappresenta l’81,9% del totale. La maggior parte di loro possiede un’istruzione media o medio alta. Questi lavoratori si trovano a dover fare i conti con una realtà economica complessa, in cui il reddito derivante dal lavoro di rider è spesso l’unica fonte di sostentamento. Infatti, il 58,1% degli intervistati utilizza uno scooter per le consegne, mentre il 23,3% si sposta in auto e il 17,4% in bicicletta. Solo una ristretta percentuale opta per i monopattini, che, sebbene in crescita, non sembrano ancora rappresentare una scelta prevalente.

Le condizioni di lavoro e la sicurezza

Le condizioni di lavoro per i rider palermitani sollevano preoccupazioni significative. L’81,8% dei partecipanti all’indagine ha dichiarato di sentirsi poco o per niente sicuro durante il lavoro. Le ragioni di questa insicurezza sono molteplici: l’86% degli intervistati ha segnalato la cattiva condizione delle strade come una delle maggiori preoccupazioni, seguita da una serie di altri fattori quali i furti (47,7%), le aggressioni fisiche (41,9%) e verbali (27,9%). Anche le condizioni meteorologiche inclementi rappresentano una fonte di ansia per il 45,3% dei rider, che devono affrontare situazioni climatiche avverse mentre si spostano per portare a termine le loro consegne.

Ore di lavoro e reddito

L’indagine ha anche rivelato che i rider dedicano una quantità variabile di ore al lavoro. Il 32,6% di loro lavora tra le 11 e le 20 ore a settimana, mentre il 30,2% si impegna per un intervallo di 21-30 ore, e il 23,3% supera le 40 ore settimanali. Questi dati, presentati durante un evento tenutosi presso la Casa dei Rider a Palermo, indicano come questo lavoro non sia solo un’attività secondaria, ma spesso rappresenti la principale fonte di reddito per molti.

Crescita della domanda e precarietà

Dario Fazzese, segretario della Cgil Palermo, ha evidenziato come la domanda di lavoro nel settore delle consegne sia cresciuta esponenzialmente, alimentata dall’espansione della ristorazione, che include una vasta gamma di attività, dai ristoranti tradizionali ai fast food. Tuttavia, nonostante l’aumento della domanda, il reddito medio mensile dei rider rimane molto basso, oscillando tra i 400 euro e al massimo 2.100 euro, cifra che solo pochi riescono a raggiungere.

Verso la dignità lavorativa

In un contesto in cui le piattaforme di consegna avrebbero dovuto portare a una regolarizzazione del lavoro, i risultati dell’analisi della Cgil suggeriscono il contrario. La rider Olga Giunta, segretaria della Filt Cgil Palermo, ha sottolineato che l’esperienza di Just Eat, che nel 2021 ha adottato un contratto di lavoro subordinato dopo anni di lotte, rappresenta un passo positivo verso la dignità lavorativa in un settore storicamente caratterizzato da precarietà.

La necessità di un cambiamento

Le questioni di sicurezza, pagamento e diritti dei lavoratori sono al centro del dibattito attuale e richiedono un’attenzione particolare da parte delle istituzioni e della società. I rider, che svolgono un servizio fondamentale per la comunità, meritano di essere riconosciuti e protetti, non solo attraverso la regolarizzazione del lavoro, ma anche tramite misure che garantiscano la loro sicurezza e dignità. La sfida è quella di affrontare queste problematiche in modo costruttivo, creando un ambiente di lavoro che non solo rispetti i diritti dei lavoratori, ma che promuova anche la loro salute e il loro benessere.

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