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Il progetto del ponte Stretto: perché l’associazione dice no

Il dibattito sul progetto del ponte sullo Stretto di Messina si intensifica dopo l’approvazione della relazione Iropi da parte del Consiglio dei Ministri, avvenuta il 9 aprile. Questa relazione, secondo il governo, dovrebbe giustificare l’ottenimento di una deroga ambientale in virtù degli “imperativi motivi di interesse pubblico” (Iropi), permettendo così la costruzione dell’infrastruttura nonostante la presenza di una negativa Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA). Tuttavia, l’associazione ‘Invece del Ponte’ ha sollevato forti riserve riguardo a questa giustificazione.

le critiche alla relazione iropi

Durante una recente conferenza stampa, i membri dell’associazione hanno evidenziato che la relazione Iropi non dimostra affatto che il ponte rappresenti l’unica soluzione praticabile. Nonostante le affermazioni del governo, l’analisi presentata è carente e non riesce a dimostrare uno dei punti fondamentali: la mancanza di opzioni alternative. Infatti, il documento stesso afferma chiaramente che “l’analisi…non prevede alcun intervento alternativo di progetto” (documento GERW0332, pag. 14). Questo elemento cruciale, secondo l’associazione, rende il progetto non approvabile.

  1. Superficialità nell’analisi delle alternative: La sezione dedicata a questo aspetto si limita a poche righe, senza fornire prove concrete o rimandi a studi tecnici.
  2. Contraddizioni con relazioni precedenti: Le affermazioni fatte nella relazione Iropi contraddicono studi precedentemente presentati dallo stesso Ministero delle Infrastrutture, il quale ha evidenziato possibili alternative e messo in discussione la fattibilità del progetto.

motivazioni economico-sociali e uso militare

Un altro punto controverso riguarda le motivazioni a sostegno del progetto. Secondo ‘Invece del Ponte’, queste sono di natura economico-sociale, mentre la normativa vigente richiede una valutazione esclusivamente ambientale. Gli “imperativi motivi di interesse pubblico” che giustificherebbero la costruzione del ponte appaiono, quindi, inconsistenti.

Inoltre, l’associazione ha denunciato che l’idea che il ponte serva la mobilità militare internazionale non sia supportata da evidenze ufficiali. La possibilità di un uso duale civile-militare non è stata tecnicamente dimostrata e potrebbe rappresentare un ulteriore problema. In caso di conflitti, il ponte potrebbe diventare un facile bersaglio strategico, aumentando i rischi legati alla sicurezza nazionale.

le prossime mosse e l’importanza di un dibattito aperto

L’associazione ha annunciato l’intenzione di presentare una diffida al Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e Sociale (Cipess), chiedendo che il progetto non venga approvato sulla base di questo documento ritenuto inconsistente. La posizione di ‘Invece del Ponte’ è chiara: senza una dimostrazione concreta della necessità del ponte e della mancanza di alternative valide, non è possibile procedere con il progetto.

La questione del ponte sullo Stretto di Messina è da anni al centro di un acceso dibattito pubblico. Da un lato, i sostenitori del progetto affermano che la costruzione del ponte potrebbe migliorare i collegamenti tra Sicilia e continente, favorendo lo sviluppo economico e il turismo. Dall’altro lato, i critici evidenziano i potenziali danni ambientali e l’impatto sulla biodiversità della zona, già fragile e minacciata.

Le preoccupazioni espresse da ‘Invece del Ponte’ si inseriscono in un contesto più ampio di attenzione verso le questioni ambientali e sociali, caratterizzando il dibattito pubblico in Italia e in Europa. A livello europeo, la Direttiva Habitat richiede valutazioni rigorose e dettagliate sugli impatti ambientali di grandi opere infrastrutturali. Questo solleva interrogativi sull’effettiva volontà del governo italiano di rispettare tali normative, specialmente in un momento in cui le questioni legate al cambiamento climatico e alla sostenibilità ambientale sono sempre più pressanti.

In un’epoca in cui la transizione ecologica e la sostenibilità sono diventate priorità globali, la realizzazione di progetti come il ponte sullo Stretto deve essere valutata con la massima attenzione. La sfida è trovare un equilibrio tra sviluppo infrastrutturale e protezione dell’ambiente, assicurandosi che le decisioni siano basate su dati concreti e su una valutazione imparziale delle alternative disponibili.

Le prossime mosse del governo e del Cipess, alla luce delle critiche mosse da ‘Invece del Ponte’, saranno decisive nel definire il futuro del progetto. La pressione pubblica e la necessità di un dibattito aperto e trasparente saranno fondamentali per garantire che le scelte fatte siano realmente nel migliore interesse della collettività e dell’ambiente.

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