La scena culturale parigina si arricchisce di un evento di grande rilevanza per gli appassionati di fotografia e arte italiana. Con l’apertura della prestigiosa rassegna ‘Paris-Photo’, il Grand Palais, recentemente restaurato, diventa il palcoscenico perfetto per celebrare un anniversario significativo: i quarant’anni del progetto ‘Viaggio in Italia’, ideato dall’illustre fotografo Luigi Ghirri. L’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, sotto la direzione di Antonio Calbi, ha curato una mostra che rende omaggio a questo fondamentale contributo alla fotografia italiana e internazionale.
Un progetto rivoluzionario
Correva l’anno 1984 quando Ghirri, con la sua visione innovativa, decise di riunire una serie di fotografi italiani che stavano esplorando nuovi orizzonti visivi. L’obiettivo era ambizioso: ridefinire il concetto di fotografia del paesaggio, rompendo con le convenzioni del tempo. Il risultato fu una mostra e un libro, ‘Viaggio in Italia’, che hanno segnato un punto di svolta nella storia della fotografia. L’esposizione parigina, intitolata ‘1984-2024, quarant’anni di Viaggio in Italia di Luigi Ghirri’, si svolgerà dall’8 novembre all’8 gennaio 2025 lungo le suggestive rive della Senna, offrendo ai visitatori un’immersione nelle opere di quei maestri italiani degli anni Ottanta.
L’interazione tra uomo e paesaggio
Il progetto originario di Ghirri non si limitava solo a fotografare i paesaggi italiani, ma cercava di catturare l’interazione tra l’uomo e l’ambiente, l’architettura e il segno della presenza umana in un contesto di continua trasformazione. La sua idea era quella di costruire una narrazione visiva che potesse raccontare l’Italia non solo attraverso i suoi monumenti ma anche attraverso i suoi luoghi quotidiani, spesso trascurati. Questo approccio innovativo ha aperto la strada a una nuova era di esplorazione visiva che ha influenzato generazioni di fotografi a venire.
Un mosaico di immagini
Il gruppo di artisti coinvolti nel progetto originale era eterogeneo, ma unito dalla volontà comune di esplorare e documentare il paesaggio italiano con occhi nuovi. Tra questi, nomi come Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, e Vincenzo Castella, che insieme a Ghirri hanno contribuito a creare un mosaico di immagini che ancora oggi ispira e affascina. Non solo una semplice raccolta di fotografie, ma un vero e proprio manifesto artistico che continua a essere un punto di riferimento.
Un’occasione unica a Parigi
La mostra a Parigi rappresenta un’occasione unica per rivivere quella stagione creativa. L’esposizione include non solo le opere di Ghirri, ma anche quelle degli altri fotografi che parteciparono al progetto, permettendo ai visitatori di apprezzare la diversità di stili e approcci che caratterizzava il gruppo. L’evento è accompagnato dalla ripubblicazione del catalogo originale ‘Viaggio in Italia’, un volume che è diventato una pietra miliare nella letteratura fotografica. La sua riedizione, curata da Quodlibet, sarà presentata il 13 novembre alla Maison Européenne de la Photographie di Parigi, in concomitanza con l’apertura della mostra all’IIC e la manifestazione Paris Photo.
Un tributo e una riflessione
Questo ritorno alle origini della fotografia italiana degli anni Ottanta non è solo un tributo a Luigi Ghirri e ai suoi collaboratori, ma anche un’opportunità per riflettere sul ruolo della fotografia nella documentazione e interpretazione del paesaggio. In un’epoca in cui la tecnologia digitale ha trasformato il modo in cui creiamo e consumiamo immagini, il lavoro di Ghirri e dei suoi contemporanei ci invita a riscoprire la bellezza dell’osservazione attenta e del racconto visivo. Il ‘Viaggio in Italia’ continua ad essere un viaggio di scoperta, non solo attraverso l’Italia, ma attraverso la storia della fotografia stessa.
Un ponte tra passato e presente
Questa mostra a Parigi diventa quindi un ponte tra passato e presente, un dialogo tra la tradizione e l’innovazione che caratterizza il mondo della fotografia. Per chi avrà la fortuna di visitarla, sarà un’occasione per esplorare la profondità e la complessità di un progetto che, a distanza di quarant’anni, non ha perso la sua forza evocativa e la sua capacità di ispirare e commuovere.