Catania è recentemente balzata agli onori della cronaca per un’importante operazione di polizia che ha rivelato una rete di narcotraffico attiva tra la Calabria e la Sicilia. Al centro di questa vicenda si trova Rocco Rizzo, un calabrese di 35 anni, accusato di essere il principale corriere di cocaina in diverse città siciliane, tra cui Catania, Palermo e Marsala. Grazie al monitoraggio delle sue attività, le forze dell’ordine sono riuscite a smantellare due gruppi di narcotrafficanti, portando all’arresto di 18 persone.
Rizzo è emerso nel 2021, quando gli investigatori hanno iniziato a seguire i suoi movimenti tra due indirizzi in via Palermo a Catania. Uno di questi luoghi era noto per essere una delle piazze di spaccio gestite da Sebastiano Buda, un personaggio di spicco nel traffico di droga locale. Rizzo entrava con sacchi di plastica e usciva con buste di carta, un chiaro segnale delle consegne di cocaina avvenute.
Le indagini si sono intensificate con l’installazione di un GPS sull’auto di Rizzo, permettendo di ricostruire una mappa dettagliata del traffico di droga in Catania e nelle zone circostanti. È emerso che Rizzo effettuava frequenti viaggi da Reggio Calabria a Catania, stabilendo contatti con figure chiave come Buda e altre donne coinvolte nel traffico. Inoltre, aveva collegamenti con un negozio edile gestito da Francesco Platania, dove la cocaina veniva immagazzinata e distribuita.
Le rotte di Rizzo erano ben definite. Ogni volta che tornava in Calabria, si fermava dalla polleria di suo padre a Reggio Calabria, un’attività che fungeva da base operativa per il traffico di droga. Qui, il padre di Rizzo, intercettato dalle forze dell’ordine, agiva come vedetta, avvisando il figlio della presenza di pattuglie nella zona. Questo collegamento familiare rivela quanto fosse radicata e organizzata la rete di narcotraffico.
Rizzo non era solo un corriere, ma un elemento chiave in una catena di smistamento di cocaina. Il suo ruolo di intermediario era cruciale nella consegna della droga e nella raccolta dei proventi delle vendite. Collaborava con Manuel Monorchio, un giovane di 28 anni accusato di essere il coordinatore dei corrieri. Rizzo non si limitava a trasportare la droga, ma era anche coinvolto nella logistica e nella gestione dei pagamenti.
Le operazioni di consegna di Rizzo erano intense e redditizie. In un’occasione, ha trasportato tre chili di cocaina a Palermo, venduti a 36 mila euro al chilo. Tuttavia, la vita di Rizzo era costellata di rischi. Un episodio significativo è avvenuto nel giugno del 2022, quando un altro corriere fu rapinato a Palermo di 180 mila euro in contante, proventi di una vendita di cocaina. Questo evento ha evidenziato la brutalità e la violenza che caratterizzano il mondo del narcotraffico, dove la fiducia è un bene raro.
La complessa rete di narcotraffico tra Calabria e Sicilia è stata finalmente messa a nudo grazie a un’attenta indagine. Rocco Rizzo, con il suo ruolo di corriere, ha rappresentato un tassello fondamentale di questo puzzle, dimostrando come il traffico di droga in Italia sia un fenomeno radicato e ben organizzato, coinvolgendo non solo i criminali, ma anche le loro famiglie e le comunità in cui operano.
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