Il 42° Torino Film Festival (TFF) si è rivelato un’importante piattaforma di celebrazione non solo per il cinema, ma anche per il glamour che lo circonda. A dare voce a questo tema sono stati due dei volti più iconici del panorama cinematografico italiano: Michele Placido e Ornella Muti. Entrambi, seppur con approcci e stili diversi, hanno enfatizzato l’importanza del glamour nel mondo del cinema, rivendicando il suo posto in un contesto sempre più orientato verso la cinefilia e l’analisi critica.
il glamour come rinascita del cinema
Michele Placido, attore e regista di lungo corso, ha aperto il dibattito con una riflessione incisiva: “Quest’anno, meno male, è ritornato il glamour. È una rinascita, basta essere ideologici, il cinema è glamour, basta autori, ci hanno rotto… Gozzano lo diceva, il cinema è un’arte popolare”. Con queste parole, Placido ha voluto mettere in evidenza come il cinema debba tornare a essere un’esperienza accessibile e contagiosa, in grado di attrarre il grande pubblico. La sua affermazione risuona come un invito a riscoprire il fascino del mondo cinematografico, dove l’estetica e l’emozione devono avere la priorità su un approccio troppo intellettualistico.
il ruolo dei festival nel mantenere viva l’arte
Ornella Muti, anch’essa presente all’evento, ha aggiunto un ulteriore strato a questa discussione. “Il cinema è sogno, glamour e questo devono essere i festival, sono importanti anche per questo”, ha detto, sottolineando il ruolo che i festival cinematografici hanno nel mantenere viva l’idea di cinema come forma d’arte coinvolgente e affascinante. La Muti ha sempre incarnato l’ideale di bellezza e glamour nel cinema italiano, e le sue parole richiamano l’attenzione sull’importanza di mantenere viva l’aspettativa e la magia che il grande schermo può offrire.
un gesto di solidarietà
L’incontro tra Muti e Placido ha coinciso con la presentazione di “Romanzo Popolare”, un film iconico di Mario Monicelli che ha segnato la carriera di entrambi gli attori. Questo film, proiettato durante il festival, non è solo un pezzo di storia del cinema italiano, ma anche un’opera che continua a risuonare nel presente. L’incasso della proiezione sarà devoluto alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, presieduta da Allegra Agnelli, a sostegno delle attività di cura e ricerca dell’Istituto di Candiolo – Irccs. Questo gesto sottolinea l’importanza del cinema non solo come intrattenimento, ma anche come strumento di sensibilizzazione e aiuto per cause sociali.
continuità e nostalgia nel panorama cinematografico
Nel riflettere su cosa sia cambiato nel panorama cinematografico rispetto ai tempi di Monicelli, Placido ha dichiarato: “Certo lui manca, ma ci ha lasciato degli eredi. Penso a Riccardo Milani che continua a fare quel tipo di commedia con risvolti sociali, a me stesso o a Massimiliano Bruno”. Da queste parole emerge un senso di continuità e di eredità culturale che permea il cinema italiano, suggerendo che, sebbene i tempi e le dinamiche siano cambiati, la tradizione di raccontare storie significative e coinvolgenti è ancora viva.
Dall’altra parte, la Muti ha espresso un sentimento di nostalgia per un’epoca passata, affermando: “Mi mancano tante cose di quei tempi, ma non puoi stare lì a piangerti addosso, ti devi uniformare a quello che c’è”. La sua osservazione è emblematicamente significativa: rappresenta il conflitto tra la nostalgia per un passato dorato e la necessità di adattarsi a un presente in continua evoluzione. Questo è un tema ricorrente nel dibattito sul cinema contemporaneo, dove molti si interrogano su come mantenere la qualità artistica e la profondità narrativa in un’epoca dominata da un intrattenimento spesso superficiale.
Il Torino Film Festival, quindi, non è solo una celebrazione del cinema, ma anche un luogo di riflessione su cosa significhi fare cinema oggi. Con la presenza di figure come Placido e Muti, il festival si trasforma in un palcoscenico per discutere di glamour, sogni e dell’essenza stessa dell’arte cinematografica. È un’opportunità per esplorare il potere del cinema di unire le persone, evocare emozioni e affrontare temi sociali, rimanendo sempre un’arte popolare e accessibile a tutti.
In questo contesto, il ritorno del glamour nel cinema è visto come una rinascita, una chiamata a riscoprire la bellezza visiva e l’emozione che il cinema può offrire. Muti e Placido, con la loro esperienza e carisma, fungono da ambasciatori di questo messaggio, ricordando a tutti che il cinema è molto più di una semplice forma d’arte: è un’esperienza collettiva che può influenzare e arricchire la vita di ognuno di noi.