La recente pubblicazione del volume “Vi scriverò ancora. Lettere alla famiglia 1949-1960”, a cura di Salvatore Silvano Nigro e con la collaborazione delle figlie di Andrea Camilleri, offre uno sguardo inedito sulla giovinezza di uno dei più grandi scrittori italiani del Novecento. Queste lettere, recuperate dalla famiglia e pubblicate da Sellerio, non solo illuminano la vita quotidiana di Camilleri, ma forniscono anche un affascinante quadro del contesto culturale e sociale dell’Italia del dopoguerra.
Andrea Camilleri, nato il 6 settembre 1925, si trasferisce a Roma nel 1949 per frequentare l’Accademia d’Arte Drammatica. Le lettere, scritte tra il 1949 e il 1960, rappresentano un’importante testimonianza di quell’epoca, in cui il giovane Camilleri si muove tra i sogni di una carriera artistica e le sfide quotidiane della vita da studente fuorisede. La corrispondenza, rivolta principalmente alla madre, si trasforma in un vero e proprio rendiconto della sua vita, in cui emergono le sue frustrazioni, le speranze e i piccoli trionfi.
L’ironia e l’autoironia di Camilleri
“Dopodomani compirò ventisei anni. Dicono che noi, nati sotto il segno della vergine, abbiamo la fortuna un poco ritardata, attorno ai 30 anni. Speriamo che ci siano delle eccezioni alla regola”, scrive Camilleri nel settembre del 1951. In questo passaggio, già si intuisce il suo spirito ironico e autoironico, un tratto distintivo che lo accompagnerà per tutta la vita. Le lettere non sono solo un modo per tenere informati i genitori, ma anche un modo per esorcizzare le incertezze e le ansie di un giovane che aspira a diventare un grande artista.
Incontri significativi e formazione artistica
Uno degli aspetti più affascinanti di queste lettere è la descrizione dei suoi incontri con personalità chiave del panorama culturale dell’epoca. Alcuni dei più importanti sono:
- Orazio Costa, il famoso regista, che gioca un ruolo cruciale nella formazione di Camilleri.
- Silvio d’Amico, critico che lo spinge a prendere parte alle selezioni dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica.
Queste relazioni formative non solo influenzano il suo percorso artistico, ma arricchiscono anche il suo linguaggio e la sua scrittura, che si caratterizzerà per la forte componente teatrale.
Sacrifici e relazioni familiari
Le lettere rivelano anche la fatica e il sacrificio che Camilleri affronta per raggiungere i suoi obiettivi. “Il giovane Camilleri è un maratoneta del lavoro”, scrive Nigro, sottolineando il ritmo frenetico della sua vita. “Corre da un posto all’altro con affanno e frenesia”, eppure, in queste descrizioni, traspare una certa leggerezza, come se lo scrittore fosse consapevole che, oltre alle difficoltà, vi è sempre spazio per la comicità e l’autoironia.
Un altro elemento interessante è la sua relazione con la famiglia. Camilleri si dimostra un figlio affettuoso, desideroso di non deludere i suoi genitori, ma al contempo determinato a seguire il proprio cammino. La sua scrittura, influenzata fortemente dalla formazione teatrale, si riflette nei dialoghi dei suoi personaggi, e in futuro, riconoscerà che “quando nel racconto devo inserire un personaggio, il più delle volte scrivo prima il dialogo”. Questo approccio, che fonde teatro e narrativa, diventerà un marchio di fabbrica della sua opera.
La pubblicazione delle lettere è avvenuta in un momento significativo, in vista del centenario della nascita di Camilleri nel 2025. Per le sue figlie, il ritrovamento di queste lettere è stata un’emozione inaspettata: “Quando già era iniziato il lavoro di censimento della documentazione, sono state rinvenute in un luogo che non immaginavamo potesse conservarle intatte per anni e anni. Una cantina”. Questo ritrovamento non solo offre un dono prezioso ai lettori, ma rappresenta anche un modo per riscoprire un periodo cruciale della vita di Camilleri, che ha segnato il suo passaggio da giovane aspirante attore e scrittore a uno dei più amati autori della letteratura italiana contemporanea.
Infine, le lettere possono essere lette come una sorta di autobiografia, che, attraverso la “concretezza” dei suoi messaggi, restituisce un’immagine vivida e sincera di un uomo che, pur vivendo momenti di monotonia e difficoltà, continuava a nutrire la speranza di un futuro luminoso. Con la loro freschezza e autenticità, queste lettere ci avvicinano a Camilleri non solo come scrittore, ma anche come persona, rendendo il lettore partecipe di una fase della sua vita che ha preceduto il grande successo e la fama.