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Il fotografo ribelle che sfida il regime di mussolini

Il nuovo docu-film “Controluce”, diretto da Tony Saccucci e presentato al 42° Torino Film Festival, si configura come un ambizioso progetto che unisce la ricerca storica a una narrazione avvincente. Questa pellicola, prodotta e distribuita da Luce Cinecittà, non si limita a raccontare la vita di un fotografo emblematico del XX secolo, ma offre anche una riflessione profonda sull’Italia di quel periodo, un’epoca che sembra lontana e al contempo sorprendentemente attuale.

Il protagonista del film è Adolfo Porry-Pastorel, interpretato dall’attore Michele Eburnea. Porry-Pastorel, un uomo longilineo e dal portamento elegante, è una figura cruciale nella storia della fotografia italiana. Nato nel 1888, è stato un pioniere del fotogiornalismo e viene considerato il padre dei fotoreporter italiani. La sua carriera è segnata dalla fondazione, a soli vent’anni, dell’agenzia V.E.D.O. – Visioni Editoriali Diffuse Ovunque. Questa agenzia rappresentava una novità nel panorama dell’editoria visiva, permettendo la diffusione capillare di immagini che raccontavano la realtà italiana in modo nuovo e provocatorio.

Il fotografo di Mussolini

Porry-Pastorel è stato definito “il fotografo di Mussolini”, un’etichetta che porta con sé una certa ambiguità. Questo soprannome non è semplicemente una questione di notorietà, ma riporta a un’epoca in cui le immagini avevano un potere innegabile nel plasmare l’opinione pubblica. Attraverso i suoi scatti, Porry-Pastorel ha documentato eventi cruciali della storia italiana, tra cui:

  1. La Marcia su Roma
  2. Il ritrovamento del corpo di Giacomo Matteotti, un politico socialista assassinato nel 1924

Le sue fotografie non erano solo documentazione, ma rappresentazioni artistiche che catturavano le emozioni e le tensioni di un’epoca complessa.

Un maestro della fotografia

La figura di Porry-Pastorel si distingue per la sua straordinaria capacità di posizionarsi al momento giusto, diventando un maestro nel catturare l’essenza della vita italiana degli anni Venti e Trenta. Con la sua pesante macchina fotografica, spesso in situazioni rischiose, riusciva a immortalare momenti storici con uno sguardo originale e provocatorio. La sua opera rifletteva non solo il suo talento, ma anche il suo spirito indomito e la sua capacità di sfidare le convenzioni.

Il film di Saccucci riesce a bilanciare abilmente le immagini d’archivio con la parte di fiction, creando una narrazione fluida e coinvolgente. Questa fusione di stili è una sfida notevole, poiché spesso le ricostruzioni storiche tendono a discordare con il materiale d’epoca. Tuttavia, “Controluce” mantiene una coerenza visiva e narrativa che arricchisce l’intero progetto, rendendo omaggio a un’epoca e a un uomo che hanno avuto un impatto significativo sulla storia della fotografia e del giornalismo in Italia.

La vita quotidiana sotto il regime fascista

Uno degli aspetti più interessanti del film è la sua attenzione ai dettagli e alla vita quotidiana degli italiani durante il regime fascista. Le immagini di Porry-Pastorel non si limitano agli eventi politici, ma includono anche scene di vita domestica, feste popolari e momenti di intimità. Queste fotografie offrono uno spaccato della società italiana, rivelando le nuove abitudini e i cambiamenti culturali che si stavano verificando sotto il regime.

Porry-Pastorel, con il suo occhio attento, catturava l’essenza di un’epoca in cui la vita degli italiani era segnata da contraddizioni e sfide. Il film non si limita a raccontare la storia di un fotografo, ma invita anche a riflettere sul potere delle immagini e sulla loro capacità di influenzare la memoria collettiva.

“Controluce” rappresenta quindi non solo un tributo a un grande fotografo, ma anche un invito a esplorare la complessità della nostra storia e a riflettere sulle modalità con cui la fotografia ha il potere di raccontare e, talvolta, di manipolare la realtà. Con un mix di nostalgia e scoperta, il film di Saccucci si propone di farci immergere in un’epoca ricca di significato, in cui il lavoro di un singolo uomo ha contribuito a definire non solo il panorama visivo dell’epoca, ma anche la nostra comprensione della storia contemporanea.

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