Il Castello di Rivoli, situato sulle colline torinesi, celebra quest’anno un traguardo significativo: 40 anni dalla sua inaugurazione avvenuta il 19 dicembre 1984. Questo monumento non è solo un simbolo della cultura e dell’arte contemporanea in Italia, ma è diventato nel tempo un’importante istituzione museale, contribuendo in modo sostanziale all’evoluzione dell’arte contemporanea. Questo anniversario rappresenta un’opportunità non solo per celebrare il passato, ma anche per riflettere sul futuro e sulle modalità per coinvolgere le nuove generazioni.
Francesco Manacorda, direttore del museo, ha evidenziato l’importanza di questo anniversario come un momento di riflessione sul percorso intrapreso dal Castello di Rivoli e sul suo ruolo nel panorama dell’arte contemporanea. “Con i vari progetti desideriamo anche aprire nuove prospettive sulla collezione e avvicinare le nuove generazioni, offrendo loro uno spazio dove possano contribuire alla vita dell’istituzione”, ha affermato. Questa visione si traduce in un programma di celebrazioni articolato in tre progetti principali, tutti pensati per rendere il Castello un luogo ancora più accessibile e stimolante per il pubblico.
Ouverture 2024
Il primo progetto, intitolato “Ouverture 2024”, è curato da Francesco Manacorda e Marcella Beccaria. Questo progetto richiama l’inaugurazione della mostra del 1984, curata da Rudi Fuchs, che ha rappresentato l’inizio della collezione del museo. “Ouverture 2024” si concentra sulle opere della collezione realizzate a partire dagli anni 2000, con l’intento di riaffermare l’identità contemporanea del museo. Questo sguardo al passato e al presente permette di valorizzare le opere e i temi che hanno caratterizzato l’arte degli ultimi vent’anni, rendendo la collezione un punto di riferimento per artisti, studiosi e visitatori.
Shade Between Rings of Air
Il secondo progetto, di grande impatto visivo e concettuale, è l’installazione “Shade Between Rings of Air” (Ombra tra anelli d’aria) dell’artista messicano Gabriel Orozco. Questa monumentale opera, entrata a far parte delle Collezioni del Museo nel 2023 grazie a una generosa donazione dell’artista, è ispirata a una delle opere architettoniche più celebri di Carlo Scarpa: La Pensilina, realizzata nel 1952 per il Padiglione centrale nei Giardini della Biennale di Venezia. L’installazione si distingue per la sua capacità di interagire con lo spazio del museo, creando un dialogo tra l’arte e l’architettura e invitando i visitatori a una riflessione più profonda sul significato del contemporaneo.
Il Castello incantato
Infine, il terzo progetto, “Il Castello incantato”, è dedicato ai più giovani e ha come obiettivo quello di creare uno spazio di co-creazione e partecipazione. Curato da Francesco Manacorda, Marcella Beccaria e Paola Zanini, questo progetto prevede un’intera sezione del Castello di Rivoli dedicata ai bambini e ai ragazzi. In collaborazione con il Dipartimento Educazione del museo e un team di insegnanti, il progetto si basa su un approccio innovativo che coinvolge i giovani in un processo di narrazione delle opere.
- La narrazione sarà un work in progress, costruito insieme a un gruppo di ragazzi di Rivoli di età compresa tra i 6 e i 17 anni.
- Questo approccio non solo arricchisce l’esperienza museale, ma aiuta anche a formare una nuova generazione di visitatori consapevoli e attivi.
Le celebrazioni per il quarantesimo anniversario del Castello di Rivoli non si limitano a questi progetti, ma si estendono anche a una serie di eventi, laboratori e attività che coinvolgeranno il pubblico di tutte le età. Attraverso queste iniziative, il Castello non solo festeggia il suo passato, ma si proietta verso un futuro ricco di innovazione e creatività, mantenendo viva la sua missione di promuovere l’arte contemporanea e di essere un punto di riferimento culturale per la comunità.
Con il suo quarantesimo anniversario, il Castello di Rivoli si trasforma in un luogo incantato, capace di ispirare e affascinare le generazioni presenti e future. Questo luogo magico, dove l’arte e la cultura si intrecciano, continua a coinvolgere il pubblico e a offrire uno spazio di riflessione e scoperta.