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Il cardinale Tolentino: come l’arte può trasformarci in persone migliori

L’arte ha sempre giocato un ruolo cruciale nella storia della Chiesa cattolica e della cultura occidentale. Recentemente, il cardinale José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero vaticano dedicato alla Cultura, ha sottolineato l’importanza dell’arte nel nostro tempo. Secondo lui, un’opera d’arte non solo può rendere una persona migliore, ma ha anche il potere di “trasformare la morfologia del mondo”. Queste parole, pronunciate durante un’intervista con il direttore di “Il Giornale dell’Arte”, Luca Zuccala, ci invitano a riflettere sul legame tra spiritualità e creatività.

L’importanza dell’arte nella vita umana

Il cardinale Tolentino, originario del Portogallo, è una figura di spicco nel panorama ecclesiastico contemporaneo. La sua missione è quella di testimoniare il valore dell’arte come documento dell’esperienza umana, paragonandola a “un documento delle nostre ossa”. Questo paragone mette in luce come l’arte sia intrinsecamente legata alla nostra esistenza e umanità. La Chiesa ha storicamente avuto un rapporto profondo con l’arte, con opere religiose che esprimono la sacralità e avvicinano i fedeli alla divinità.

Negli ultimi tempi, c’è stata una crescente attenzione verso forme di arte contemporanea che affrontano temi attuali e sfide sociali. Il cardinale Tolentino ha evidenziato come questo nuovo approccio possa fungere da ponte tra il sacro e il profano, mantenendo l’arte rilevante in un mondo in rapido cambiamento.

Esperienze personali che ispirano

Un momento particolarmente toccante per il cardinale è stata la sua visita alla Cappella di Saint Benedict a Sumvitg, progettata dall’architetto Peter Zumthor. La bellezza di questo spazio sacro lo ha profondamente commosso, facendogli comprendere che “è di piccole cose che si compone il miracolo”. Questo ricordo personale riflette l’idea che l’arte non debba essere grandiosa per avere un impatto significativo; anche le opere più modeste possono toccare il cuore e stimolare la riflessione.

In questo contesto, il cardinale ha menzionato due artisti che collaborano con il Dicastero per la Cultura e l’Educazione:

  1. Marinella Senatore ha creato “l’albero di parole”, un’opera installata nel Carcere di Rebibbia in occasione dell’inaugurazione della Porta Santa da parte di Papa Francesco il 26 dicembre 2022. Quest’opera arricchisce l’ambiente carcerario e offre ai detenuti l’opportunità di riflettere e di esprimersi.
  2. Yan Pei-Ming sta per inaugurare un nuovo lavoro in concomitanza con il Giubileo degli artisti, presso lo Spazio Conciliazione 5, con un focus sulla comunità carceraria. Queste iniziative dimostrano come l’arte possa avere un ruolo terapeutico e di riabilitazione.

Il dialogo tra arte e spiritualità

Un aspetto significativo emerso dall’intervista è la vicinanza di Papa Francesco con il mondo degli artisti. Il pontefice ha avuto incontri regolari con creativi di varie discipline, riconoscendo l’importanza del loro lavoro nella missione della Chiesa. Il prossimo incontro è previsto per il 17 febbraio 2024 negli Studi di Cinecittà, un evento che promette di essere un ulteriore passo verso un dialogo profondo tra arte e spiritualità.

Il cardinale Tolentino ha anche messo in luce le sfide della nostra epoca, caratterizzata da un’esplosione del digitale e da tecnologie che favoriscono la comunicazione a distanza. In un mondo dove lo sguardo umano è sempre più “differito e indiretto”, c’è il rischio di perdere il contatto con la realtà. L’arte, secondo il cardinale, ha il potere di restituire alla visione il suo statuto unico, coinvolgendo gli spettatori in modo diretto e trasformandoli in testimoni attivi della vita e della cultura.

In sintesi, l’arte non è solo un’espressione estetica, ma un potente strumento di trasformazione personale e sociale, capace di illuminarci e di avvicinarci al mistero dell’esistenza umana. Grazie a iniziative come quelle promosse dal Dicastero per la Cultura, possiamo sperare in un futuro in cui l’arte e la fede continueranno a camminare insieme, arricchendosi reciprocamente e contribuendo a creare un mondo migliore.

Stefania Palenca

Da sempre nutro una forte curiosità per le vicende passate e le tracce che hanno lasciato nel nostro presente. Ho scoperto presto che nulla racconta una storia meglio dei muri di un'antica cattedrale o delle pennellate su una tela impolverata. Mi sono laureata in Storia presso l'Università di Catania, un percorso accademico che mi ha permesso di immergermi nei racconti e nei segreti di questa meravigliosa isola. Durante gli studi, ho perfezionato le mie competenze con un master in Conservazione dei Beni Culturali, comprendendo ancor di più l'importanza di preservare queste ricchezze per le generazioni future. Attraverso i miei articoli, esploro non solo i grandi siti turistici, ma anche i piccoli gioielli meno conosciuti che celano storie straordinarie e avvincenti. Porto i lettori in un viaggio attraverso l'arte e l'architettura, dall'epoca greca a quella normanna, passando per i fasti del Barocco siciliano. Quando non sono impegnata nella ricerca o nella scrittura, mi piace camminare per le vie dei centri storici, partecipare a conferenze e visitare musei e gallerie d'arte. Credo fermamente che ogni pietra, ogni dipinto e ogni edificio abbia una storia da raccontare, ed è mio compito dare voce a queste storie. Vi invito a seguirmi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, scoprendo insieme le meraviglie artistiche e architettoniche che hanno modellato la nostra identità culturale

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Stefania Palenca

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