PALAZZO REALE E CAPPELLA PALATINA
DESCRIZIONE
Il Palazzo Reale sorge sopra i primi insediamenti punici di Palermo, come narrano i sotterranei della fabbrica, sotto la sala Duca di Montalto, ma fu anche edificato sui resti di una precedente struttura di età islamica e ha subito importanti ampliamenti e trasformazioni tra il XVI e il XVII secolo. Il complesso è posto nel luogo più elevato dell’antica città, dai Normanni trasformato fin da loro primo stanziamento in un centro dirigenziale e residenziale, quindi simbolo del potere della monarchia. Fu Ruggero II, incoronato re di Sicilia nel 1130, a ordinarne la costruzione e l’abbellimento per farne la propria reggia: a lui si devono i corpi di fabbrica più rappresentativi come la Torre Greca, la Torre Pisana, la Joharia e la Cappella Palatina. Nel periodo compreso tra la metà del XIII secolo e la seconda metà del XVI secolo, segnato da turbolente vicende politiche, il Palazzo Reale perse il suo ruolo di sede privilegiata dei sovrani che gli preferirono altre sedi, come il Palazzo Chiaramonte (noto più comunemente come lo “Steri”) o la fortezza del Castello a Mare, posti entrambi verso la costa. A causa dell’abbandono, in questo lungo arco di tempo il Palazzo attraversa una fase di degrado.
Divenuto sede dei viceré di Spagna a partire dalla metà del Cinquecento, il complesso subì importanti ampliamenti e trasformazioni soprattutto tra il XVI e il XVII secolo, a seguito dei quali il Palazzo muta quasi del tutto l’aspetto originario che aveva mantenuto per quattro secoli.
In questo periodo vengono abbattuti gli antichi corpi di fabbrica della Torre Rossa, della Chirimbri e l’Aula Verde – un’ampia aula porticata un tempo collocata sull’attuale Piazza del Parlamento – e vengono edificati il Cortile della Fontana, il Cortile Maqueda, la Sala d’Ercole, l’ala Maqueda e realizzata l’attuale facciata principale. I rimaneggiamenti continuarono durante il regno borbonico (1734-1860), quando nella Grande Galleria del Palazzo posta lungo l’ala Maqueda vennero create delle sale di rappresentanza (Sala Rossa, Sala Gialla, Sala Verde) e successivamente realizzato il rivestimento esterno in stile neogotico del fronte ovest del complesso.
Pur nella complessità delle stratificazioni che il monumento ha subito nel corso dei secoli, il Palazzo Reale custodisce al suo interno nuclei architettonici di epoca normanna che rappresentano originali e rare combinazioni di stile islamico e romanico, frutto dell’interazione e della convivenza tra diverse componenti culturali.
Tra questi, i più rappresentativi sono certamente la Torre Pisana, ancora esistente, adibita in origine alla custodia dei tesori e nella quale si conserva una sala di rappresentanza regale (un alto ambiente a pianta rettangolare, in cui rimangono alle pareti alcuni brani di mosaico e un lacerto di decorazione marmorea parietale) o la Joharia (dall’arabo al-jawhariyya, “l’ingioiellata”), nella quale è possibile ammirare la Sala dei Venti, la cosiddetta “Stanza di Ruggero” – una sala-belvedere decorata con straordinari mosaici che costituiscono un rarissimo esempio di raffigurazione musiva bizantina di carattere profano – e, la splendida Cappella Palatina. Per la ricercatezza delle decorazioni si ritiene che la Torre Pisana e la Joharia, che più presentano caratteri prettamente islamici, abbiano ospitato gli appartamenti dei sovrani normanni e fossero deputate anche a momenti di svago e di rappresentanza. Attualmente non tutti gli spazi del palazzo di età normanna sono fruibili, essendo aree palatine quali la cosiddetta “Sala del Tesoro” e altre ancora non comprese nell’attuale percorso turistico. Il valore culturale del Palazzo Reale di Palermo consiste nella sua continuità d’uso: sede del potere in età normanna, il Palazzo ha mantenuto inalterate le sue funzioni di rappresentanza e oggi è sede dell’Assemblea Regionale Siciliana.
All’interno di Palazzo Reale c’è il massimo esempio del sincretismo culturale dell'epoca normanna: la Cappella Palatina, il sogno di re Ruggero.
La Cappella, consacrata nel 1140, è oggi tra i monumenti medievali meglio preservati tanto nella parte architettonica quanto in quella decorativa. Per arrivarvi bisogna accedere al Cortile Maqueda (primi decenni del secolo XVII) e attraversare il portico di epoca normanna che la precede sul lato meridionale. L’interno è un vero colpo d’occhio: ha un impianto basilicale a tre navate divise da archi acuti su alti piedritti, sorretti da colonne e capitelli di spoglio, e un presbiterio a pianta centrale con tre absidi e cupola, di chiara matrice bizantina.
Conserva tra le sue mura generi diversi per origine e cultura figurativa – islamica, bizantina, occidentale – che fanno della Cappella l’esempio più rappresentativo delle arti mediterranee nell’ambito della Sicilia normanna. La pavimentazione conserva quasi inalterata la straordinaria decorazione marmorea in opus sectile, dove la tecnica musiva di tradizione bizantina accoglie forme e stilemi di gusto islamico. Decorazioni geometriche in opus sectile caratterizzate anch’esse da motivi ornamentali di tradizione islamica arricchiscono anche l’ordine inferiore delle pareti, mentre l’ordine superiore è decorato con mosaici figurativi realizzati da maestranze bizantine. È tutta la Cappella ad esserne avvolta: i mosaici bizantini del presbiterio, realizzati sotto Ruggero II, raffigurano scene della vita di Cristo, Santi, Profeti ed Evangelisti e l’immagine del Cristo Pantocratore nell’abside e nella cupola. Quelli delle navate, risalenti al regno di Guglielmo I e di Guglielmo II, illustrano, invece, episodi dell’Antico Testamento nella navata centrale e scene della vita dei santi Pietro e Paolo in quelle laterali. La parete occidentale ospita il soglio reale, rialzato di cinque gradini e decorato con marmi in opus sectile; al di sopra si trova il mosaico con l’imponente figura di Cristo in trono tra i santi Pietro e Paolo, datata al regno di Guglielmo II (1166-1189). Le tre navate sono coperte da soffitti lignei, dipinti da artisti musulmani.
Veramente unica nel suo genere è la straordinaria macchina lignea a muqarnas della navata centrale, che contiene il più vasto complesso di pittura islamica di età medievale che si sia conservato. Le decorazioni dipinte raccontano scene e personaggi di soggetto profano (musici, bevitori, danzatrici, lottatori) da ricondurre al cosiddetto “ciclo della vita del principe e dei piaceri della vita di corte”, tipico della cultura figurativa dell’Islam.