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Giuseppe berto porta il suo male oscuro sul palco per la prima volta

Il 31 dicembre 2023 segnerà un evento senza precedenti nel panorama teatrale italiano: il debutto mondiale di “Il Male Oscuro”, l’opera letteraria di Giuseppe Berto, adattata per il palco dal regista e drammaturgo Giuseppe Dipasquale. Fino ad oggi, questo romanzo, pubblicato nel 1964 e vincitore di prestigiosi premi come il Viareggio e il Campiello, non era mai stato portato a teatro, in parte a causa della sua complessità e della sua lunghezza (circa 450 pagine) e in parte per la difficoltà di rappresentare un flusso di pensieri così profondo e articolato.

il progetto teatrale

Il regista Dipasquale ha deciso di rompere questo tabù, riadattando il testo in un copione di circa sessanta pagine, che si tradurrà in un’ora e mezza di spettacolo. L’opera debutterà al Teatro Biondo di Palermo, in una coproduzione con il Teatro Stabile di Catania e Marche Teatro, dove Dipasquale ricopre il ruolo di direttore. Questo progetto, che Dipasquale ha coltivato per lungo tempo, è stato motivato da due elementi fondamentali:

  1. La sinergia con l’attore protagonista, Alessio Vassallo, noto per il suo ruolo di Mimì Augello nella serie “Il giovane Montalbano” di Andrea Camilleri. Dipasquale e Vassallo hanno già collaborato insieme in “La Concessione del Telefono”, e la loro intesa si è rivelata cruciale per la realizzazione di questo nuovo progetto.

  2. La “disperata contemporaneità” del romanzo di Berto, che affronta la depressione non solo come una questione individuale, ma la colloca in un contesto sociale e cosmico, rappresentando un malessere esistenziale che caratterizza l’uomo del Novecento.

il protagonista e il suo viaggio

Berto, attraverso il suo protagonista Bepi, esplora il conflitto tra una realtà tecnologicamente avanzata e una mentalità ancora ancorata a paradigmi ottocenteschi. Questo scollamento è esemplificato dalla figura di Bepi, che si esprime in prima persona mentre è disteso sul lettino del suo psicanalista, un percorso che Berto stesso ha intrapreso con il freudiano Nicola Perrotti.

La narrazione si sviluppa attraverso una serie di flashback che rievocano momenti e persone significative nella vita di Bepi: la moglie, l’amante, la figlia, la madre e il padre. Quest’ultimo rappresenta il conflitto interiore tra dovere e desiderio, un tema centrale nell’opera di Berto. Dipasquale descrive Bepi come “un inetto”, prigioniero di una gabbia costruita dalle aspettative sociali e dal benessere materiale, incapace di guardarsi dentro e di liberarsi dalle sovrastrutture che lo opprimono.

un’opera di grande impatto

Il regista sottolinea che il percorso di Bepi riflette quello di Giuseppe Berto stesso, il quale ha affrontato un tunnel esistenziale che lo bloccava nella scrittura. Questo confronto tra l’autore e il suo personaggio rende l’opera un romanzo iniziatico, un viaggio verso la consapevolezza e la liberazione interiore. La famosa citazione finale di Bepi, “Nunc dimittis servum tuum Domine, forse è già tempo”, non deve essere interpretata come un annuncio di morte, ma piuttosto come un momento di risveglio e consapevolezza. È un invito a riconoscere chi si è e chi si desidera diventare, aprendo le porte a una nuova vita.

La produzione teatrale non si limita a esplorare la dimensione psicologica del personaggio, ma si avvale anche di un allestimento scenico che enfatizza l’aspetto interiore della vicenda. Ad affiancare Vassallo in questo viaggio ci saranno attori di talento come Ninni Bruschetta, Cesare Biondolillo, Lucia Fossi, Luca Iacono, Viviana Lombardo, Consuelo Lupo e Ginevra Pisani. Le scene sono curate da Antonio Fiorentino, i costumi da Dora Argento, mentre le musiche sono composte da Germano Mazzocchetti, creando un contesto sonoro capace di immergere il pubblico nelle atmosfere del romanzo.

Dopo il debutto a Palermo, “Il Male Oscuro” si trasferirà allo Stabile di Catania e al Teatro d’Abruzzo all’Aquila, mentre Ancona avrà l’opportunità di accogliere lo spettacolo nella prossima stagione. Questa produzione rappresenta un’importante occasione per avvicinarsi a un’opera che, nonostante il suo profondo legame con il passato, continua a risuonare con forza nella contemporaneità, affrontando temi universali che toccano l’animo umano. La sfida di portare un capolavoro come “Il Male Oscuro” a teatro non è solo un tributo a Giuseppe Berto, ma anche un invito a riflettere su noi stessi e sul nostro posto in un mondo in continua evoluzione.

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