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Giornata mondiale della pizza, quali sono le preferite dagli italiani?

Oggi è la Giornata mondiale del piatto italiano più iconico per eccellenza: la pizza. Ecco quello che bisogna sapere su questa giornata

La pizza: il piatto italiano più famoso e amato nel mondo, apprezzata in ogni sua forma e a ogni ora del giorno, perfetta per essere mangiata in occasioni speciali, ma anche per una semplice serata in famiglia o con il proprio o la propria partner. Insomma, la pizza ormai fa parte della vita di moltissime persone in tutto il mondo, e oggi, 17 gennaio, si festeggia proprio la Giornata mondiale in suo onore. Ecco cosa bisogna sapere sulla storia di questo piatto e su questa Giornata.

Tutto quello che bisogna sapere a proposito della pizza, il simbolo dell’italianità nel mondo

La Giornata mondiale della pizza, che si celebra annualmente il 17 gennaio, è stata istituita nel 2018 per onorare il riconoscimento dell'”arte del pizzaiolo napoletano” come patrimonio immateriale dell’umanità da parte dell’UNESCO. La scelta della data non è casuale, poiché il 17 gennaio coincide con la festa di Sant’Antonio Abate, patrono del fuoco e, di conseguenza, dei pizzaioli.

Sebbene la celebrazione non abbia un riconoscimento ufficiale da parte delle istituzioni politiche e non sia molto diffusa al di fuori dell’Italia, nel Paese essa dà luogo a varie “celebrazioni” nelle pizzerie, alcune delle quali offrono menu speciali o sconti. In altri Paesi, si festeggia una Giornata nazionale della pizza; negli Stati Uniti, ad esempio, questa ricorrenza cade il 9 febbraio.

Pizza | Pixabay @PhotoBeto – Arabonormannaunesco.it

Sebbene la pizza abbia origini nelle pietanze preparate nell’antichità, la sua forma moderna ha preso vita a Napoli tra il Settecento e l’Ottocento. La sua diffusione su scala mondiale si è verificata principalmente dopo la seconda guerra mondiale.

Ma quali sono le origini di questo fantastico prodotto? Le radici della pizza affondano nelle antiche tradizioni culinarie, con l’usanza di preparare focacce di grano e altri cereali e condirle con verdure, carne, pesce e latticini, pratica diffusa già nell’antichità. Una variante antica di pizza, per così dire, ha recentemente fatto la sua comparsa nei reperti archeologici di Pompei datati a giugno 2023. Si tratta di una raffigurazione pittorica di una primissima e ideale pizza, caratterizzata da una base di pane rotonda, un cornicione piuttosto alto e un assortimento di deliziosi ingredienti a condirla. Va notato che tipi di pane simili erano già presenti in altre culture, come quella degli Antichi Egizi, e diffusi anche nell’antica Grecia. La parola “pizza” appare per la prima volta in un documento del 997 a Gaeta, ma all’epoca indicava una torta ripiena, dolce o salata, molto diversa dalla pizza odierna.

La forma “moderna” della pizza si è sviluppata gradualmente a Napoli tra il Cinquecento e il Seicento, con l’emergere delle “pizze” vendute per strada e condite con formaggio e altri ingredienti. Tra i marinai, si diffuse l’abitudine di consumarle con aglio, olio, olive e capperi. Nel corso del tempo, la salsa di pomodoro fu aggiunta, grazie alla diffusione dei pomodori in Europa attraverso lo scambio colombiano.

La pizza margherita, con pomodoro, mozzarella e basilico, si dice sia stata inventata nel 1889 da Raffaele Esposito in onore della Regina Margherita. Questa pizza avrebbe rappresentato i colori della bandiera italiana. Tuttavia, varianti simili esistevano già nei decenni precedenti, e nel 1889 potrebbe essere stato introdotto solo il nome, non la pizza stessa. Ciò che è certo è che nell’Ottocento, la pizza ha assunto caratteristiche simili a quelle attuali.

Per lungo tempo, la pizza è rimasta una specialità campana, ma nel corso del Novecento ha conquistato anche le altre regioni italiane e ha varcato i confini nazionali, grazie al contributo fondamentale degli emigranti. Negli Stati Uniti, ad esempio, la prima pizzeria è stata aperta nel 1905 da Gennaro Lombardi, un emigrante napoletano.

La pizza ha guadagnato popolarità su scala nazionale e internazionale dopo la seconda guerra mondiale. Negli anni ’50, con i massicci flussi migratori verso l’Italia settentrionale, gli emigranti meridionali hanno diffuso le pizzerie nelle regioni del Nord. Nello stesso periodo, la pizza è diventata popolare anche all’estero. Negli Stati Uniti, sebbene inizialmente consumata principalmente dagli emigranti italiani, ha poi conquistato tutti i cittadini. Tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60, sono nate popolari catene di pizzerie come Pizza Hut e Domino’s Pizza, contribuendo a diffondere il consumo, insieme alla produzione delle prime pizze surgelate.

Preparazione della pizza | Pixabay @miniseries – Arabonormannaunesco.it

Ma oggi quali tipologie di pizza ci sono? Dato che la pizza è presente in tutto il mondo, esistono numerose varianti che riflettono le abitudini alimentari e i gusti delle diverse culture. Ad esempio, a Hong Kong si possono assaporare pizze con carne di serpente, in Australia quelle con carne di canguro o aromatizzate alla cannabis. Negli Stati Uniti, sono emerse varianti insolite come la pizza con pasta. Una delle pizze che spesso genera polemiche in Italia è la “famigerata” pizza con l’ananas, conosciuta come hawaiana, introdotta per la prima volta da un pizzaiolo canadese nel 1962 e oggi diffusa in molti Paesi, sebbene non sia ben accolta in Italia.

Per quanto riguarda il nostro Paese, quali sono, invece, le pizze più amate? Conforme ai dati di Coldiretti, in Italia vengono preparate annualmente 2,7 miliardi di pizze, impiegando 200 milioni di chilogrammi di farina, 225 milioni di chilogrammi di mozzarella, 30 milioni di chilogrammi di olio d’oliva e 260 milioni di chilogrammi di salsa di pomodoro. Secondo l’organizzazione agricola, la pizza margherita rimane la più consumata. Analizzando invece i dati elaborati da Just Eat, azienda di consegne a domicilio, le pizze più richieste a livello nazionale nel 2023 sono state, oltre alla margherita, la diavola e la capricciosa, totalizzando quasi 5,5 milioni di chili e coprendo oltre 5.800 chilometri: “una distanza equivalente a raggiungere il Polo Nord da Roma”.

Quali sono i Paesi in cui si consuma più pizza? Nella scala mondiale, gli americani si confermano i maggiori consumatori di pizza, con una media di ben 13 chili a persona all’anno. In Europa, gli italiani guidano la classifica con 7,8 chili, seguiti dagli spagnoli (4,3), francesi e tedeschi (4,2), britannici (4), belgi (3,8), portoghesi (3,6) e austriaci che, con 3,3 chili di pizza pro capite all’anno, chiudono la graduatoria. Sul versante economico, i dati di Coldiretti indicano un settore con un fatturato che supera i 15 miliardi di euro all’anno e un’occupazione stimata di circa 100.000 lavoratori a tempo pieno, con altrettanti nei weekend.

Federico Liberi

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