Ogni anno, il 25 novembre, si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, un’importante occasione di riflessione e attivismo che coinvolge l’intera società. Questa giornata rappresenta un momento cruciale per mettere in luce una piaga sociale che continua a colpire molte donne in tutto il mondo. Per me, ha un significato profondo e personale, in quanto madre di Giordana Di Stefano, una giovane vita spezzata a soli 20 anni dall’ex compagno, con il quale aveva avuto una bambina. La sua storia è diventata il simbolo di una lotta che non si ferma, una lotta che porto avanti attraverso l’associazione da me fondata in suo nome. Da nove anni, ogni 25 novembre, il mio impegno si concentra su come contrastare la violenza di genere, un problema strutturale che richiede un’azione costante e consapevole.
La violenza di genere: una realtà complessa
La violenza di genere non è un fenomeno isolato, ma una realtà che affligge ogni ambito della nostra vita:
- Posto di lavoro
- Strade
- Relazioni personali
- Scuole
È una questione culturale che si nutre di stereotipi e pregiudizi, che deve essere affrontata con urgenza e determinazione. Per fare ciò, è fondamentale applicare e rispettare le norme internazionali, come la Convenzione di Istanbul, firmata nel 2011. Questo documento rappresenta un passo cruciale nella lotta contro la violenza sulle donne, obbligando gli Stati a prevenire tali crimini e a ridefinire i ruoli di genere tradizionali. Gli articoli 5 e 6, in particolare, evidenziano la necessità di contrastare gli stereotipi che rendono accettabile la violenza di genere, un cambiamento che deve partire dalla base della società.
Le quattro “P” della Convenzione
Uno degli aspetti portanti della Convenzione è l’adozione delle quattro “P”:
- Prevenzione
- Protezione
- Punizione
- Politiche integrate
La prevenzione è fondamentale per educare le nuove generazioni alla parità di genere, costruendo una società in cui la violenza non sia più tollerata. La protezione deve garantire che le vittime abbiano accesso a un supporto adeguato, mentre la punizione deve essere severa per i colpevoli, affinché la giustizia sia un diritto per tutte le donne. Infine, le politiche integrate possono creare un sistema di azioni coordinate ed efficaci, in grado di rispondere in modo adeguato a questo fenomeno complesso.
L’importanza della memoria e dell’educazione
Tuttavia, il rischio che il 25 novembre diventi solo una “passerella” è molto alto. È fondamentale che il dibattito sulla violenza di genere non si limiti a eventi simbolici, ma diventi parte integrante della nostra quotidianità. La memoria di Giordana e il rispetto per tutte le vittime devono guidarci ogni giorno, non solo in occasioni speciali. Non possiamo permettere che l’impegno si esaurisca dopo una manifestazione; deve continuare e crescere, coinvolgendo tutte le fasce della società.
La mia missione nelle scuole parte proprio da questo principio: educare i giovani alla consapevolezza e al rispetto, contrastando la violenza di genere attraverso tre ingredienti fondamentali: ispirare, sostenere e cambiare mentalità. Ispirare significa creare una nuova generazione che comprenda l’importanza della parità di genere e della non violenza. Sostenere significa offrire aiuto e supporto a chi si trova in situazioni di difficoltà. Cambiare mentalità implica un impegno collettivo per sradicare pregiudizi e stereotipi che sono profondamente radicati nella nostra cultura.
Il ricordo di Giordana è una guida costante nel mio percorso. Le sue parole, pronunciate il 25 novembre 2014, continuano a risuonare nella mia mente: “Abbiate il coraggio di difendervi e di chiedere aiuto tutte le volte che vi sentite in pericolo. Abbiate la forza di aiutare chi ha bisogno di essere aiutata, e forse, se riuscissimo a farlo tutte, magari non accadrebbe più. Forse è un sogno, ma per realizzarlo bisogna agire sempre.” Questo sogno è diventato la mia missione quotidiana, un obiettivo che lavoro instancabilmente per realizzare, nel nome di Giordana.
La lotta contro la violenza di genere è una battaglia che ci coinvolge tutti: uomini e donne, istituzioni e cittadini. È un impegno che deve essere assunto in modo collettivo, affinché ogni passo verso il cambiamento diventi un passo verso un futuro più giusto e sicuro per tutte le donne. Il 25 novembre non è solo una data sul calendario, ma un richiamo all’azione che ci invita a non dimenticare e a non abbassare mai la guardia. Insieme, possiamo costruire un mondo in cui la violenza non abbia più spazio, un mondo in cui ogni donna possa vivere liberamente e senza paura.