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Ginette Kolinka festeggia 100 anni: la testimonianza di una sopravvissuta ad Auschwitz

Ginette Kolinka, una delle ultime testimoni viventi della Shoah, compie oggi 100 anni. Nata il 30 ottobre 1923 a Parigi in una famiglia ebrea originaria della Polonia, la sua vita è una testimonianza potente e commovente di resilienza e speranza. Deportata ad Auschwitz-Birkenau nell’aprile del 1944, Ginette ha condiviso il tragico viaggio con Simone Veil, un’altra figura storica che ha dedicato la sua vita alla memoria dell’Olocausto e ai diritti umani.

In un’intervista rilasciata al quotidiano francese Le Parisien, Ginette ha riflettuto sul significato della vita dopo aver sperimentato l’orrore dei campi di concentramento. Le sue parole risuonano con forza: “La vita è bella perché sopravvivo”. Questa affermazione, semplice ma profonda, esprime la sua gratitudine per ogni momento di vita che le è stato concesso. “Quando sei sopravvissuta a Birkenau, credo che sei obbligato ad amare la vita”, aggiunge, evidenziando il contrasto tra la sofferenza del passato e la gioia del presente.

La vita attuale di Ginette Kolinka

Kolinka vive attualmente in una casa di riposo dell’Institution National des Invalides, un luogo che ospita non solo ex combattenti, ma anche sopravvissuti a eventi traumatici. Sebbene molti possano pensare che la sua presenza in una struttura di questo tipo rappresenti una forma di tristezza, Ginette ribalta questa percezione:

  1. “La gente deve pensare, povera, è molto molto vecchia, sta agli Invalides.
  2. Ma io sto benissimo qui.
  3. Il personale è straordinario, il cibo ottimo.
  4. Sono fortunata.
  5. Non sono né malata né handicappata.
  6. Per la mia categoria, c’è una terza parola: sono ‘residente'”.

Queste parole testimoniano il suo spirito indomito e la capacità di trovare gioia anche nelle circostanze più difficili.

Il messaggio di Ginette alle nuove generazioni

Nonostante la sua avanzata età, Ginette continua a testimoniare le atrocità della Shoah, parlando con le nuove generazioni per garantire che la memoria di quanto accaduto non venga dimenticata. La settimana scorsa, ha partecipato a un evento commemorativo al Mémorial de la Shoah per l’80° anniversario della liberazione di Auschwitz. Durante questi incontri, condivide le sue esperienze, sottolineando l’importanza di combattere l’odio in tutte le sue forme. “Ancora oggi, dico: fate attenzione all’odio. Non voglio che ci sia odio contro i tedeschi. Faccio una grande differenza tra i nazisti e i tedeschi oggi”, afferma con chiarezza. Questo approccio riflette la sua umanità e la sua volontà di promuovere la comprensione e la tolleranza, piuttosto che perpetuare il ciclo di vendetta.

Un’eredità di memoria e speranza

La vita di Ginette è stata segnata dalla perdita. Durante la sua deportazione, ha visto morire molti membri della sua famiglia, tra cui il padre e il fratello minore. Nonostante il dolore, ha cercato di costruire una vita significativa dopo la guerra. Dopo la liberazione, ha lavorato come venditrice di biancheria al mercato di Aubervilliers, alle porte di Parigi. Per molti anni, ha mantenuto segrete le sue esperienze dai suoi cari, inclusa la sua vita di madre. “Al figlio Richard, nato nel 1953 e celebre batterista del gruppo Telephone, non avevo mai detto nulla. Credevo, anzi, che tutte le mamme avessero un numero tatuato sul braccio come la mia”, racconta. Questa rivelazione mette in luce la complessità del trauma e la difficoltà di condividere esperienze così dolorose.

Oggi, mentre celebra il suo centesimo compleanno, Ginette Kolinka è una figura di riferimento non solo per la comunità ebraica, ma per tutti coloro che credono nel potere della memoria e della testimonianza. La sua vita è un richiamo a non dimenticare gli orrori del passato e a lavorare attivamente per un futuro migliore. La sua determinazione a continuare a raccontare la sua storia è un atto di coraggio che ispira molti, soprattutto in un’epoca in cui l’antisemitismo e altre forme di odio continuano a persistere.

In un mondo che a volte sembra dimenticare le lezioni della storia, la voce di Ginette Kolinka è un faro di speranza e un monito per le generazioni future. La sua presenza e il suo impegno per la memoria della Shoah rappresentano un’importante risorsa per la società contemporanea, richiamando l’attenzione sulla necessità di costruire un mondo più giusto e inclusivo. Con il suo spirito vivace e la sua capacità di affrontare il passato con dignità, Ginette Kolinka ci ricorda che ogni giorno di vita è un dono da apprezzare.

Antonella Romano

Sono una redattrice innamorata della Sicilia, e in particolare della mia Palermo. Fin da piccola, ho respirato l'aria vibrante di questa terra ricca di storia, cultura e tradizioni. Ogni vicolo di Palermo racconta storie antiche, e io non mi stanco mai di scoprirle e condividerle. Mi sono laureata in Lettere Moderne presso l'Università di Palermo, dove ho approfondito il mio amore per la scrittura e la narrazione. Dopo gli studi, ho avuto l'opportunità di collaborare con diverse testate giornalistiche e riviste locali, scrivendo articoli che esplorano le meraviglie artistiche, culinarie e naturalistiche della nostra isola. La mia vera passione, tuttavia, è raccontare la vita quotidiana della Sicilia e i suoi abitanti straordinari. Cerco di portare i lettori in un viaggio virtuale tra mercati colorati, spiagge dorate e festival affollati, sperando di trasmettere l'unicità e la bellezza di questa terra. Quando non sono dietro alla tastiera, mi piace camminare lungo la costa, visitare i mercati locali e assaporare piatti tradizionali cucinati con amore. Ogni giorno in Sicilia offre l'opportunità di scoprire qualcosa di nuovo e inaspettato, e non vedo l'ora di condividere queste esperienze con voi. Seguitemi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, esplorando insieme cultura, sapori e tradizioni che rendono questa terra davvero speciale. Grazie per essere qui e per la vostra curiosità. Spero che attraverso le mie parole possiate innamorarvi della Sicilia tanto quanto lo sono io!

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