Giacometti e Morandi: Un Dialogo Artistico
A distanza di venticinque anni dalla celebre mostra “Alberto Giacometti. Disegni, sculture e opere grafiche”, tenutasi al Museo Morandi di Bologna e curata da Marilena Pasquali, l’Institut Giacometti di Parigi si prepara a ospitare un evento di grande rilevanza artistica: “Giacometti/Morandi. Moments immobiles”. Questa esposizione, in programma dal 15 novembre al 2 marzo, rappresenta un’importante occasione per esplorare le affinità tra due dei più influenti artisti del XX secolo: Alberto Giacometti, con le sue sculture inconfondibili e i suoi disegni evocativi, e Giorgio Morandi, celebre per i suoi dipinti di nature morte e paesaggi silenziosi.
Curatori e Contesto
L’esposizione è curata da Françoise Cohen e si svolge all’interno dell’Institut Giacometti, che dal 2018 conserva una preziosa ricostruzione dello studio di Giacometti. Questo luogo non solo custodisce la memoria dell’artista, ma offre anche un’intensa immersione nella sua vita quotidiana. Lo studio, conservato nella sua interezza da Annette, la moglie di Giacometti, è un vero e proprio scrigno di storia, contenente mobili, oggetti personali e opere originali, alcune delle quali non sono mai state esposte prima. Questo ambiente ricco di significato diventa il palcoscenico ideale per mettere in evidenza le analogìe tra le opere di Giacometti e quelle di Morandi.
I Capitoli della Mostra
La mostra si sviluppa in quattro capitoli, ognuno dei quali analizza un aspetto diverso della produzione artistica dei due maestri.
L’atelier
Il primo capitolo, “L’Atelier”, invita il visitatore a scoprire l’importanza dello spazio creativo, dove l’arte prende vita. Qui, Giacometti e Morandi si ritrovano, non solo nel senso fisico degli spazi in cui hanno lavorato, ma anche nell’approccio alla loro arte, che riflette un’intimità e una connessione profonda con gli oggetti e le persone che li circondano.
Le familier
Il secondo capitolo, “Le familier”, si concentra sulla rappresentazione delle figure e degli oggetti familiari nelle opere di entrambi gli artisti. Morandi, con le sue nature morte, riesce a trasmettere una quiete e una contemplazione che si riflettono nel suo modo di disporre gli oggetti. Al contrario, Giacometti, nelle sue sculture, cattura l’essenza dell’umanità, parlando di una condizione esistenziale che trascende il tempo e lo spazio.
La traversée des avant-gardes
La terza sezione, “La traversée des avant-gardes”, ci offre una panoramica sull’innovazione artistica di Giacometti e Morandi. Due figure che, pur operando in contesti diversi, hanno saputo navigare tra le avanguardie del loro tempo, reinterpretando le tendenze e le tecniche artistiche in modo unico. Questo capitolo mette in luce il dialogo tra le varie correnti artistiche e il modo in cui ciascuno ha risposto a queste influenze, creando un linguaggio visivo distintivo.
Regarder le réel
Infine, “Regarder le réel” invita il pubblico a riflettere sul modo in cui entrambi gli artisti hanno affrontato la rappresentazione della realtà. Morandi, con la sua attenzione ai dettagli e alla luce, riesce a trasformare oggetti quotidiani in opere d’arte, mentre Giacometti, con le sue figure allungate e scheletriche, esplora il tema dell’esistenza e dell’isolamento umano.
Collaborazione e Opere in Prestito
Per questo evento di grande portata, il Museo Morandi ha concesso in prestito un’importante selezione di opere: ben 17 pezzi, tra cui 9 dipinti, un acquerello, 4 disegni e 3 acqueforti. Questa collaborazione tra l’Institut Giacometti e il Settore Musei Civici di Bologna non solo arricchisce l’esposizione, ma sottolinea anche l’importanza del dialogo tra le istituzioni culturali italiane e francesi.
Un Invito alla Riflessone
Con il sostegno di Franck Giraud e della Ruth Stanton Foundation, la mostra “Giacometti/Morandi. Moments immobiles” si preannuncia come un’importante riflessione sull’arte e la vita di due giganti della storia dell’arte. Offre al pubblico un’opportunità unica di avvicinarsi alle loro opere e al loro messaggio profondo. In un mondo in cui l’arte continua a evolversi, il richiamo a momenti di immobilità e contemplazione, come suggerito dal titolo stesso dell’esposizione, rappresenta un invito a fermarsi e a riflettere sul nostro rapporto con la realtà e con l’arte che ci circonda.