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Gabriele basilico porta la roma nascosta in 60 opere a palazzo altemps

La fotografia ha il potere di immortalare non solo la realtà visiva, ma anche l’anima di un luogo. Gabriele Basilico, uno dei più importanti fotografi italiani, ha dedicato gran parte della sua carriera a esplorare le città attraverso il suo obiettivo, creando narrazioni visive che raccontano storie di trasformazione e identità. La mostra “Gabriele Basilico. Roma” al Museo Nazionale Romano – Palazzo Altemps, inaugurata il 12 dicembre e visitabile fino al 23 febbraio 2025, celebra questo maestro della fotografia in occasione del suo ottantesimo compleanno.

le opere in mostra

L’esposizione, curata da Matteo Balduzzi e Giovanna Calvenzi, presenta un totale di 60 opere che offrono una visione unica della capitale italiana, mettendo a confronto il passato e il presente. Basilico ha catturato l’essenza di Roma in 150 città nel mondo, ma la sua relazione con la Città Eterna è stata particolarmente profonda e complessa. Durante la sua carriera, ha avuto venti incarichi professionali specifici nella capitale, permettendogli di esplorare e documentare i cambiamenti del paesaggio urbano romano dal 1985 fino al 2011.

La mostra si suddivide in tre sezioni principali:

  1. La prima parte raccoglie immagini scattate tra il 1985 e il 2000, un periodo cruciale per comprendere la complessità del tessuto edilizio romano.
  2. La sezione centrale è arricchita da immagini provenienti dall’archivio di Basilico, inclusi provini e fogli originali con commenti scritti a mano.
  3. La terza parte è dedicata a immagini monumentali, che stabiliscono un dialogo diretto con i contenuti e i reperti esposti nel Museo Nazionale Romano.

un dialogo tra passato e presente

Una delle particolarità di questa mostra è la presenza di opere inedite, stampate per la prima volta. Tra queste, spiccano immagini di grande formato che catturano la bellezza e la complessità di Roma, rendendo giustizia alla sua fama di “Città Eterna”. Basilico ha saputo utilizzare la fotografia non solo come un mezzo per documentare, ma anche come uno strumento per riflettere sulle trasformazioni urbane e sulle dinamiche sociali che caratterizzano la vita cittadina.

Angelo Piero Cappello, direttore della Direzione Generale Creatività Contemporanea del ministero della Cultura, ha sottolineato come la mostra rappresenti non solo un tributo a Basilico, ma anche un’importante occasione per riflettere sulla città di Roma. Cappello ha spiegato che l’intento è stato quello di allontanarsi dalla narrazione tradizionale della critica fotografica, mettendo in risalto una cifra stilistica unica di Basilico.

l’evoluzione del linguaggio visivo

La capacità di raccontare Roma attraverso una serie di scatti che spaziano dal bianco e nero al colore, in particolare nel suo ultimo progetto lungo il Tevere, dimostra l’evoluzione del suo linguaggio visivo e la sua attenzione per i dettagli. L’uso del colore nell’ultimo lavoro è significativo: Basilico ha sentito la necessità di abbandonare la monocromia per rendere giustizia alla vitalità della città e alla sua continua evoluzione. La scelta di raccontare Roma a colori è un chiaro segno della dinamicità di un ambiente che, lungo il corso del Tevere, continua a intrecciare storie di grandezza archeologica e contemporanea.

La mostra “Gabriele Basilico. Roma” non è solo un’esposizione di fotografie, ma un’esperienza immersiva che invita i visitatori a riflettere sulla complessità e la bellezza di Roma. Attraverso l’obiettivo di Basilico, possiamo scoprire non solo i luoghi, ma anche le storie e le emozioni che rendono questa città così unica e affascinante. Con la sua capacità di catturare l’essenza di un luogo, Basilico ci offre una chiave interpretativa per comprendere meglio la nostra relazione con le città che abitiamo e le storie che ci legano ad esse.

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