Nel 2025, Agrigento si prepara a brillare come Capitale Italiana della Cultura, un titolo che rappresenta una grande opportunità per valorizzare e promuovere il vasto patrimonio culturale della città. Uno dei primi eventi significativi a segnare questo nuovo capitolo è stato lo Zampogna Fest, una celebrazione della musica popolare siciliana che ha catturato l’attenzione di residenti e turisti. Il Sindaco Francesco Miccichè ha espresso il suo entusiasmo per l’iniziativa, sottolineando l’importanza di far conoscere la tradizione musicale locale a un pubblico più ampio.
Lo Zampogna Fest si è svolto nel suggestivo quartiere di San Girolamo, un’area storica che racchiude il fascino di una Sicilia autentica e meno esplorata. Qui, ventidue musicisti provenienti da diverse parti dell’isola hanno animato le strade con le loro melodie gioiose, creando un’atmosfera festosa e coinvolgente. La zampogna, uno strumento tipico della tradizione siciliana, è stata al centro di questa celebrazione, simbolo di una cultura popolare che affonda le radici nel passato, ma che continua a vivere nel presente. Come ha spiegato Miccichè, la zampogna è non solo un simbolo del Natale, ma anche un elemento fondamentale della cultura pastorale siciliana.
Il questore Tommaso Palumbo ha messo in evidenza l’importanza di valorizzare le aree meno conosciute della città, definendo San Girolamo come una delle zone più affascinanti di Agrigento, spesso trascurata dai turisti e dai suoi stessi abitanti. Questa iniziativa ha quindi rappresentato non solo un’opportunità per riscoprire la bellezza di un quartiere storico, ma anche un modo per riattivare un legame tra la comunità e le proprie tradizioni.
L’evento è stato organizzato dall’associazione Sikania in Movimento, presieduta da Alfio Leocata, un noto suonatore di friscalettu, riconosciuto come “Tesoro umano vivente” del Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia. La direzione artistica è stata affidata a Berta Ceglie, attrice e regista di fama, che ha curato il programma per offrire un’esperienza ricca e variegata.
Prima dei concerti itineranti lungo la celebre via Atenea e nel quartiere di San Girolamo, si è svolto un convegno intitolato “Zampogne: tradizioni, costruzione e suoni della cultura popolare” presso il Seminario Vescovile. Questo incontro ha visto la partecipazione di esperti del settore, tra cui Sergio Bonanzinga, ordinario di etnomusicologia all’Università di Palermo. Bonanzinga ha approfondito la storia e l’evoluzione della zampogna, illustrando la filogenesi di questo strumento e il suo ruolo nella cultura siciliana. Grazie alla partecipazione di Rosario Altadonna, polistrumentista messinese, sono stati presentati diversi modelli di flauti doppi e tripli, oltre a vari tipi di zampogna, permettendo così al pubblico di immergersi nella complessità e nella bellezza di questi strumenti.
Durante il convegno, Bonanzinga ha affermato: “Abbiamo riannodato i fili della memoria, permettendo a un suono antico di vivere ancora nel presente”. Questa riflessione è stata particolarmente significativa, considerando il contesto di Agrigento come Capitale della Cultura, un luogo dove le tradizioni possono essere celebrate e reinterpretate in chiave contemporanea.
Lo Zampogna Fest non è stato solo un evento musicale, ma un’esperienza che ha unito comunità, cultura e storia. Le note della zampogna hanno riempito le strade, richiamando l’attenzione di passanti e turisti, creando un legame tra il passato e il presente. Questo festival ha dimostrato come la musica possa fungere da ponte tra le generazioni, unendo persone di tutte le età in un’unica celebrazione della cultura siciliana.
In un momento in cui il turismo culturale è in crescita, eventi come lo Zampogna Fest rappresentano un’opportunità preziosa per promuovere la ricchezza delle tradizioni locali e per far conoscere Agrigento come un centro vitale di cultura e creatività. Con il sostegno delle istituzioni e delle associazioni locali, la città ha la possibilità di attrarre visitatori non solo per la sua storia antica e i suoi monumenti, ma anche per le sue tradizioni viventi e la sua musica, che continuano a raccontare storie e a emozionare.
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