Un cortometraggio che conquista il cuore
“Etnoragù” è un cortometraggio che ha già conquistato il cuore di molti, non solo in Italia ma anche all’estero. Scritto e diretto da Cristiano Esposito, il film ha recentemente ottenuto riconoscimenti prestigiosi, tra cui il titolo di migliore commedia e miglior cortometraggio ai London Movie Awards, oltre a menzioni d’onore per le interpretazioni di Salvatore Misticone e Stefania Ventura. La colonna sonora, curata dal talentuoso Mario Fasciano, e il montaggio realizzato da Nadir Kamberi Film Edit Production hanno ulteriormente elevato il valore artistico dell’opera.
Riconoscimenti internazionali
Allo stesso modo, “Etnoragù” si è distinto anche al New York Movie Awards, dove è stato premiato come miglior cortometraggio, e ha ricevuto riconoscimenti al International Audiovisual Market di Roma, evidenziando come la storia raccontata riesca a risuonare in contesti culturali diversi. Questo cortometraggio non è solo un’opera di intrattenimento, ma un racconto che affronta tematiche di grande rilevanza sociale, come l’incontro fra culture diverse e il superamento di stereotipi.
La trama di Etnoragù
La trama di “Etnoragù” è ambientata tra Napoli e Procida e si sviluppa attorno a una storia di amore e tolleranza che sfida le convenzioni sociali. Immaginato per il Forum delle Culture del 2013, il film racconta l’incontro-scontro tra Napoli e la Palestina, nel tentativo di rompere con i cliché rappresentati dalla serie “Gomorra”. Questo approccio audace è evidente fin dall’inizio, quando il protagonista Amedeo Colella, un anchorman televisivo, afferma che “il ragù è un miracolo gastronomico”. Ma per Assunta e Giovanni, i coniugi anziani al centro della narrazione, il ragù rappresenta qualcosa di molto più profondo: è un rito sacro che incarna la loro vita insieme.
Conflitti familiari e cambiamento
La storia si complica quando Giulia, la loro unica figlia, ritorna dal Medio Oriente con una rivelazione sorprendente: ha trovato l’amore in un collega più maturo e musulmano, al quale ha deciso di convertirsi. Questo annuncio provoca una serie di conflitti all’interno della famiglia, che dovrà affrontare il cambiamento delle tradizioni culinarie, in particolare la preparazione del ragù della domenica, che non potrà più contenere carne di maiale. Questo passaggio diventa una metafora potente del sacrificio e della tolleranza, mostrando come l’amore possa superare le barriere religiose e culturali.
Un messaggio di inclusione
Il regista Cristiano Esposito ha dichiarato di voler raccontare una storia che liberasse Napoli dai clichè legati al crimine e alla malavita, offrendo invece una visione di inclusione e accettazione. “Un passettino alla volta” è il mantra che accompagna la coppia di coniugi, mentre si trovano a dover riconsiderare le loro tradizioni e le loro convinzioni. La narrazione di “Etnoragù” si sviluppa così in un viaggio di crescita e scoperta, in cui gli incontri tra culture diverse portano a una profonda riflessione su cosa significhi veramente essere parte di una famiglia.
La colonna sonora e l’atmosfera del film
Mario Fasciano, il compositore della colonna sonora, ha espresso il suo onore riguardo ai premi ricevuti, rimarcando il suo essere napoletano e la sua apertura verso l’inclusione. La sua musica, che mescola stili e culture, accompagna perfettamente le emozioni del film, elevando la narrazione e rendendo ogni scena ancora più toccante. La sinergia tra la musica e la storia contribuisce a creare un’atmosfera che invita gli spettatori a riflettere sulle proprie convinzioni e pregiudizi.
Presentazione a Napoli
La presentazione del film a Napoli, prevista per il 19 novembre al Cinema ‘La Perla’, rappresenta un ulteriore passo nella diffusione di questo messaggio di amore e tolleranza. Con la moderazione del critico Giuseppe Borrone, l’evento si preannuncia come un’opportunità non solo per vedere il cortometraggio, ma anche per discutere le tematiche trattate e il modo in cui queste possano influire sulla società contemporanea.
Una dichiarazione d’intenti
“Etnoragù” non è solo un cortometraggio, ma una vera e propria dichiarazione d’intenti, un invito a riflettere sull’importanza dell’accoglienza e della comprensione reciproca tra culture diverse. Con la sua narrazione coinvolgente e i suoi personaggi ben definiti, il film si pone come un faro di speranza in un mondo spesso segnato da divisioni e conflitti.