L’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa, continua a dimostrare la sua intensa attività effusiva, come evidenziato dall’ultimo bollettino dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Questo report, che copre il periodo dal 17 al 24 febbraio 2023, descrive flussi lavici provenienti da fratture eruttive situate alla base del cratere Bocca Nuova, a circa 3.070 metri sul livello del mare. L’attività vulcanica ha mostrato variazioni significative, influenzando lo sviluppo del campo lavico e attirando l’attenzione di esperti e appassionati.
Attività effusiva e flussi lavici
Durante il periodo osservato, i flussi lavici hanno raggiunto quote di circa 1.840 metri fino al 19-20 febbraio, mentre altri sono rimasti confinati tra i 3.000 e i 2.500 metri. Questo cambiamento di intensità è un fenomeno comune nei vulcani attivi e può essere attribuito a diversi fattori, tra cui:
- Pressione interna del magma
- Presenza di tunnel lavici
- Variazioni nella pendenza del terreno
In particolare, il punto di emissione principale ha mostrato un abbassamento di quota, scendendo da 3.070 metri a circa 2.980 metri. Questo spostamento è stato causato da un cambiamento di pendenza all’uscita di un probabile tunnel lavico, risultato di un parziale ingrottamento del canale principale. I flussi lavici più estesi hanno raggiunto una lunghezza di circa 4.3 km, contribuendo all’espansione del campo lavico.
Monitoraggio e osservazioni dell’INGV
Il sopralluogo effettuato dagli esperti dell’INGV ha confermato che l’effusione lavica continua in due principali punti di emissione, a 2.960 metri e a 3.070 metri. Questi flussi lavici si ramificano, generando “bocche effimere” che emergono da piccoli tunnel lavici o in corrispondenza di argini di canali di scorrimento. Inoltre, è stata osservata la tracimazione lavica dall’orlo meridionale del cratere di Sud-Est, iniziata alle 13:23, che ha manifestato un’intensità variabile.
Il 24 febbraio, è stata notata la presenza di una quarta bocca esplosiva, che ha generato un trabocco lavico e formato un cratere ellittico con un asse maggiore di circa 100 metri. Queste bocche esplosive sono un chiaro indicativo dell’attività vulcanica in corso e della continua evoluzione del sistema vulcanico.
Implicazioni per la sicurezza e la ricerca
Nonostante l’attività effusiva, le emissioni di cenere sono state piuttosto blande, disperdendosi principalmente nell’area sommitale. I crateri Nord-Est, Voragine e Bocca Nuova hanno mostrato segni di degassamento di intensità variabile. La situazione attuale dell’Etna è sotto attenta osservazione da parte degli esperti dell’INGV, che prevedono una frequente attività stromboliana dai crateri sommitali, accompagnata da emissioni laviche.
Le autorità locali e nazionali collaborano con l’INGV per implementare misure di sicurezza e informare la popolazione sui potenziali rischi. Questo impegno è cruciale per garantire che l’Etna continui a essere una risorsa preziosa per la comunità scientifica e una meraviglia naturale per i visitatori. La vigilanza continua e le osservazioni degli esperti sono fondamentali per la sicurezza della popolazione locale e per l’avanzamento della ricerca scientifica sul comportamento dei vulcani.